Il Dottore Marco Stabile, 58 anni, da cinque primario di Chirurgia plastica all’ospedale di Castel San Giovanni, nel Piacentino, è stato il primo in Italia ad utilizzare Eparina per spegnere l’infiammazione polmonare causata dal corona virus.

Dottor Marco Stabile

Dal 16 marzo questa terapia è stata usata con ottimi risultati, il metodo è al vaglio dello Spallanzani.

Una intuizione geniale

La “scoperta” risale al 16 marzo scorso, durante un briefing in ospedale, con noi c’era anche il primario di Malattie infettive dell’ospedale di Piacenza. Il problema creato dal virus che causava la morte del paziente anche dopo una permanenza in terapia intensiva, era l’infiammazione polmonare. Il dottor Stabile ha subito associato il termine «infiammazione» all’eparina. Ha cominciato a curare i suoi pazienti con questo anticoagulante e ha ottenuto ottimi risultati, molti sono guariti e sono stati dimessi. Il medico specifica che l’eparina funziona somministrandone una dose alta: 100 unità per chilo di peso, due volte al giorno. Le alte dosi producono sia l’effetto antiinfiammatorio che anticoagulante.

“Naturalmente, all’eparina vanno associate le altre terapie, spiega il dottor Stabile”. Abbiamo avviato uno studio pilota retrospettivo-descrittivo: lo stiamo sottoponendo al Comitato etico, che poi andrà allo Spallanzani e se ce lo accetteranno, verrà pubblicato. Abbiamo seguito i canali canonici.

Come si è arrivati a questa scoperta

Ma ci siamo domandati come mai il Dottor Stabile, primo in Italia, abbia scoperto le potenzialità dell’eparina, la risposta è semplice, da molti anni la utilizza per curare e guarire le grandi ustioni. Aveva appreso questo metodo in un congresso mondiale tenutosi in Brasile nel 2006 e aveva ascoltato la relazione del professore americano Michael Saliba, di San Diego, il quale ha fatto illustrato la sua terapia per la cura delle ustioni a base di eparina iniettata in vena nei primi tre giorni, iniettata ad alte dosi sotto cute per il resto della cura, spray sulle ustioni e i malati guariscono senza che siano lasciati grossi segni.

Nel caso del Covid 19 abbiamo visto che la malattia non è solo sindrome respiratoria per l’infiammazione del polmone, ma è una coagulazione intravasale dei capillari polmonari. Se dai l’ossigeno, ma non passa nel sangue, non serve. Dando l’eparina in dosi alte, abbiamo reso il circolo polmonare meno trombotico riducendo il danno».

Manuela Valletti

Di the milaner

foglio informativo indipendente del giornale

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