defender europe

Sono cominciati a febbraio, e si concluderanno entro pochi giorni, gli arrivi da oltre Atlantico degli uomini e dei mezzi che dovranno partecipare all’esercitazione Defender Europe 2020, la più grande esercitazione militare in 25 anni su suolo europeo e la terza dai tempi della Guerra Fredda.

Le caratteristiche di queste manovre, che andranno avanti sino a giugno quando i militari americani faranno ritorno in patria, ne fanno una delle più complesse mai realizzate che ricorda un po’ le esercitazioni Reforger (Return of Forces to Germany) che si tenevano negli anni del confronto trai blocchi contrapposti. In quel periodo lo scopo era quello di inviare uomini e mezzi in Germania, in posizioni ben precise di quello che sarebbe stato il fronte che l’Armata Rossa avrebbe sfondato, nel minor tempo possibile, Defender Europe invece, sebbene numericamente sia paragonabile a Reforger, tatticamente è più complessa in quanto prevede che siano coinvolti più Paesi Europei che vedranno l’avvicendarsi le truppe dei 18 partecipanti, tra cui, oltre gli Stati Uniti, Regno Unito, Polonia, Germania, Italia e Paesi Baltici, solo per citare i maggiori.

In particolare si prevede che la totalità delle truppe coinvolte ammonti a 37mila unità con una larga preponderanza di soldati americani. Saranno 20mila infatti, con altrettanti pezzi di equipaggiamento, compresi 6mila facenti parte della Guardia Nazionale e 900 della Riserva. Lo scopo infatti è quello di ridispiegare una forza “credibile” della grandezza di una divisione dagli Stati Uniti all’Europa.

a giugno e sarà messa in atto in sei Paesi europei: Belgio, Olanda, Germania, Polonia, Lituania, Estonia e Lettonia. Durante questo lungo periodo di tempo in Europa ci saranno altre esercitazioni in ambito Nato, che in qualche modo saranno legate e Defender Europe 2020. Leggiamo infatti, nel comunicato ufficiale dell’Us Army in Europe, che metteranno in condivisione il medesimo scenario, avranno un comando missione coordinato, avranno in comune i sistemi di comunicazione e potranno far conto su mutuo sostegno. Insomma una sorta di piena interoperabilità sebbene con finalità contingenti separate.

L’esercitazione sarà un banco di prova sia per gli Stati Uniti che per i Paesi europei: da un lato Washington testerà i concetti della sua National Defense Strategy Multi-Domain Operations, dall’altro la Nato valuterà il proprio approccio strategico ed in particolare la sua capacità di accogliere e smistare un gran numero di uomini e mezzi lungo le infrastrutture viarie dell’Europa Centrale.

La sfida infatti è saper ricevere, immagazzinare, e spedire sino ai campi di battaglia simulati tutti gli equipaggiamenti che arrivano da oltre oceano, qualcosa che sino ad oggi si era sempre simulato, ed ora, con Defender Europe 2020, verrà messo finalmente in pratica. Del resto, come abbiamo avuto già modo di dire in apertura, una simile movimentazione di uomini e mezzi in Europa non si vedeva dai tempi della Guerra Fredda con le esercitazioni Reforger, che sono state cancellate per ovvi motivi.

Dal punto di vista strettamente tattico-organizzativo Defender Europe vedrà per la prima volta l’utilizzo dei “pacchetti” preconfezionati di rifornimenti e altri sistemi logistici piazzati in Europa. Nel quadro del European Contingency Air Operation Sets (Ecaos) è nato ad esempio il concetto di Sistema di Base Aerea Dispiegabile (Dabs – Deployable Air Base System). L’Us Air Force sarà così in grado di raggruppare equipaggiamenti come alloggi, sistemi di rifornimento, veicoli, scorte alimentari e d’acqua, parti di ricambio per velivoli e sistemi di sicurezza in un vero e proprio pacchetto base da spedire ove più necessario. E’ quindi previsto anche il preposizionamento di altri sistemi in Europa che includono sensori meteorologici, reti di comunicazione e cibernetiche.

Tutti piani che fanno parte di un quadro più ampio, dato dalla politica americana verso l’Europa, ma sarebbe meglio dire verso l’Est Europa, che prende il nome di European Deterrence Initiative (Edi). Edi rappresenta uno dei principali mezzi di sostentamento per l’Us European Command e per i suoi comandi collaterali nel quadro del conseguimento della capacità di risposta all’evoluzione dello scenario di sicurezza europeo. Tra le attività e compiti si nota in particolare la necessità di implementare la capacità di deterrenza e la postura difensiva della Nato lungo tutto il teatro operativo attraverso il posizionamento degli assetti più idonei nei punti chiave in modo tale da poter rispondere alle minacce dell’avversario in tempi rapidi. Secondariamente assicurare agli alleati della Nato e ai partner degli Stati Uniti l’impegno americano a rispettare l’articolo 5 del Patto Atlantico e l’integrità territoriale di tutti e 28 gli Stati membri. Da ultimo Edi stabilisce di incrementare le capacità e la prontezza delle forze Usa, Nato e dei partner regionali permettendo una risposta veloce in caso di qualsiasi tipo di aggressione da parte di un avversario regionale.

Tornando a Defender Europe 2020 risulta di particolare interesse la presenza di due partner della Nato: oltre alla Finlandia ci sarà anche la Georgia, lo Stato caucasico che ha avuto modo di scontrasi in una guerra con la Russia nel recente passato e che per questo sta gravitando sempre di più nell’orbita dell’Alleanza Atlantica, ancora più rispetto al 2005 quando Tbilisi firmò gli accordi di Parntership for Peace – siglati anche da Mosca peraltro – tanto che si parla sempre più insistentemente di un suo ingresso ufficiale.

Anche se formalmente l’esercitazione non è rivolta a “minacciare” la Russia, in quanto è un dispiegamento di forze nel teatro europeo in generale, l’obiettivo tattico è ovviamente Mosca: il dispiegamento rapido di una divisione americana e di 17mila truppe di altri Paesi è un forte deterrente contro le possibili ambizioni russe verso i Paesi Baltici o l’Est Europa. Del resto non è una novità che la portata ed il numero delle esercitazioni della Nato e della Russia sia andata aumentando negli ultimi anni proprio a causa delle tensioni post annessione della Crimea: fattore destabilizzante per gli Stati membri della Nato dell’Europa orientale.

Ricordiamo però, che tutte le esercitazioni che si tengono “al di qua degli Urali” vengono preventivamente accordate, di anno in anno, tra i rappresentati di Mosca e dell’Alleanza tramite il Nato-Russia Council che ogni anno si riunisce a Bruxelles, pertanto il livello di “escalation” si può dire che sia preventivamente stabilito a tavolino tra i due contendenti.

Defender Europe 2020 in particolare era prevista già dal 2019, quando è stata messa a bilancio dagli Stati Uniti unitamente alla richiesta dell’Us Army di fondi per un ammontare di 42 miliardi di dollari alla voce “operations and maintenance (O&M)”, ovvero operazioni e mantenimento.


FONTE

@PAOLO MAURI

Di THEMILANER

foglio informativo indipendente dell'associazione MilanoMetropoli.org

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