In occasione della Giornata della Memoria si susseguono celebrazioni di politici, ricordi di quegli efferati massacri, film che mostrano deportazioni e stragi. E quei pochi personaggi sopravvissuti, che hanno vissuto quell’obbrobrio, visto che oramai sono passati ottanta anni, ci raccontano le loro terribili esperienze. Lo scopo di tutto questo dovrebbe essere  ricordare per far sì che questo non accada più. E questo appare come qualcosa di assolutamente condivisibile.
Vedere quello strazio dovrebbe farci toccare con mano la sofferenza umana, il più delle volte si tratta di persone innocenti, persone comuni che facevano la loro vita come la facciamo noi e che improvvisamente, a causa di scelte politiche, etniche, finanziarie o chissà cosa, si ritrovano perseguitate, cacciate, incarcerate e anche sterminate. Gente comune, gente come noi, che viene travolta da accadimenti estranei alla loro volontà e di cui sono vittime senza nessuna responsabilità. Qui farei una riflessione, si ritrovano in questa disperata situazione perchè, pur essendo queste decisioni di persecuzione ordinate dall’alto, una gran massa di cittadini obbedisce a questi comandamenti. Li trova giusti per qualche proprio malsano ragionamento e si mette all’opera per eseguire, facilitare e aiutare le persecuzioni, sia dal punto di vista esecutivo, ma anche dal punto di vista della propria opinione. Anche questa è gente comune, è gente come noi…gente che obbedisce al potere. Gente comune che rende possibile la carneficina.
Ascoltando le celebrazioni verrebbe da pensare che tutto questo oggi non esista.  Ricordiamo perché questo non accada più.

Ma questo oggi accade e sembra che nessuno lo veda. Forse non esistono campi di concentramento simili a quelli esistenti in Germania, ma esistono paesi interi che sono campi di concentramento da dove la popolazione non può uscire. Dove è regolarmente bombardata, dove è regolarmente cacciata dalle proprie case, dove le loro case sono distrutte, bruciate, rase al suolo. Dove i bambini scalzi, poveri e affamati vengono uccisi. Ci sono bambini che mentre vanno a scuola vengono messi al muro da militari e costretti a mostrare il contenuto dei loro zainetti. Ecco che la differenza di metodica rispetto ai campi di concentramento della seconda guerra mondiale ci fa sembrare la cosa non così grave. E’ no, cari signori, la mente umana è creativa e metodi per la persecuzione ne inventa quanti ne volete e quello che noi dobbiamo ricordare per evitare che accada di nuovo non è la metodica di realizzazione , ma quello che noi dobbiamo ricordare è la sofferenza umana, gli occhi pieni di terrore, il patire dell’uomo. Certo che le ragioni politiche, finanziarie, economiche e via discorrendo, possono essere diverse, ma di questo a noi non importa proprio un bel niente. Dobbiamo vedere che quella sofferenza di allora è identica alla sofferenza di oggi, perfettamente sovrapponibile anche se eseguita per ragioni diverse e con metodi diversi. Ed è lì che dobbiamo agire. non basta ricordare, bisogna opporci alla sofferenza di oggi. Ovunque essa sia. Ma attenzione, quello che va combattuta non è solo la sofferenza oramai già instauratasi, ma è anche necessario fare attenzione alle parole, le parole che sono il preludio delle azioni. Perché, in qualsiasi situazione,  l’Agire è l’ultima cosa, prima c’è tutto il resto. E quando ascoltiamo un cardiologo affermare ” Campi di sterminio per chi non si vaccina” o un medico dire ” Se fosse per me costruirei anche due camere a gas” vuol dire che ricordare non è servito proprio a niente.  Vuol dire che chi non la pensa come noi va sterminato. E allora può darsi che le cose non coincidano a livello di politica, di idee, di comportamenti, ma purtroppo coincidono a livello di bestialità umana. Ieri come oggi.

Enrica Martolini

Di the milaner

foglio informativo indipendente del giornale

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.