Recensione di Gabriele Missaglia

Ed ecco che ho raggiunto la parola fine anche sul secondo capitolo della saga Malaussène. ” La Fata carabina” alza l’asticella rispetto al primo. Vediamo il solito stile fragorosamente spumeggiante, le storie al limite del grottesco ma tutto un altro modo di svilupparle che lo rende proprio un’esperienza a se. Si potrebbe partire da qui, nessuno direbbe niente.

Proprio tabula rasa rispetto al romanzo numero uno: certo i personaggi sono gli stessi, ma la trama prende una deriva che, anche in questo caso, è davvero impossibile indovinare. E pure quando diventa manifesta, si cade nell’errore di fare assumption che vengono sempre ribaltate; il cattivo diventa buono, il personaggio che pensi che vivrà ci lascia le penne, l’aiutante è un disfattista e Ben ci finisce sempre di mezzo.
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Straordinario è l’inizio in medias res dove una testa si trasforma in un fiore rosa di poliziotto; e se parte così ci si può solo chiedere dove andrà a finire. Semplice: vecchi che si drogano, giornaliste messe a tacere con la violenza, un’associazione a delinquere trasversale che abbraccia ogni organo dello stato di diritto. Insomma è una lettura dove le emozioni non mancano.
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Nota a margine per lo stile, sempre eccelso. Si fonda nel registro colloquiale, ma grazie al sapiente accostamento di termini e aggettivi che tra di loro hanno tanto in comune quanto interisti e juventini, riesce a ricamare frasi che suonano sublimi (sebbene appunto le parole di partenza siano umili come un senzatetto).
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E secondo me, se c’è un benchmark per il livello stilistico, forse Pennac a livello di narrazione non lo batte nessuno. Magari non sarà il più bravo a scrivere introspezione, magari il grottesco delle volte distrae dal senso profondo, ma quando si tratta di piacere di lettura. Chapeau. Per cui: ve lo consiglio.
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P.S. Ma quanto luccica la carta del Ferrero. Io quando leggo sgranocchio sempre qualcosa. E voi: quando leggete avete anche il companatico? Magari pure la bevanda? O invece siete più sulla via dell’ascetismo letterario?

Di the milaner

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