Colao, Mattarella e Conte

La task force presieduta dal Dott. Colao, ha scatenato la furia degli italiani. Sono in molti ad essersi rivolti alle associazioni di categoria per invocare la possibilità di aprire la propria attività, pena la chiusura definitiva dell’esercizio.

Forse Conte avrebbe potuto dire subito che non si trattava di una scelta tra attività, ma solo una questione numerica, ovvero un numero di persone da autorizzare ad uscire rapportato alla possibilità di controllare la pandemia. Vale a dire il 4 maggio liberiamo 4 milioni di persone e questo dovrebbe consentirci di valutare il decorso della pandemia ed eventualmente la possibilità di “chiudere il rubinetto” di nuovo.

Gli italiani speravano che la scelta tenesse conto anche delle loro esigenze, perchè, ad esempio, è evidente che tenere un bar o un parrucchiere chiusi per 3 mesi equivale a condannare le attività al fallimento.

La prudenza di Conte può essere anche comprensibile, si è affidato ai tecnici capitanati dal supermanager Dott. Colao, che ora, travolto dalle proteste, dice che sentirà le varie categorie. Non poteva farlo prima?

Ciò che non è proprio piaciuto agli italiani è il discorso fatto del Presidente del Consiglio per annunciare l’ennesimo DPCM ( decreto che si configura come un editto del solo Presidente del Consiglio che non necessita della approvazione del Parlamento e nemmeno della firma del Presidente della Repubblica).

Nelle sue enunciazioni, Conte ha sempre usato la formula “concediamo, concederemo… ecc ecc., insomma parole da monarca (per non dir di peggio) e non da Presidente del Consiglio di una Repubblica Parlamentare.

La paura fa sempre brutti scherzi e se per quasi due mesi gli Italiani hanno accettato di starsene reclusi in casa per via del virus, ora che le cose stanno andando meglio, le privazioni della libertà sono diventate inaccettabili per molti.

Le opposizioni sono state sollecitate (ma forse potevano pensarci da sole) a portare la questione in Parlamento poichè non si può accettare che la Costituzione venga di fatto sospesa, che si venga privati della libertà personale e che il Presidente della Repubblica non si faccia presente.

Manuela Valletti

Di the milaner

foglio informativo indipendente del giornale

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