Il tradimento di Trump verso un popolo e le minacce di Erdogan ad una Europa per lo più silente.

La verità è sotto i nostri occhi, per l’ennesima volta il popolo Curdo, rischia di essere annientato dopo la vittoriosa lotta contro l’ISIS e i motivi non sono davvero nobili. Fa impressione il silezio assordante di una Europa fuori dal tempo e in altre faccende affaccendata.

La campagna elettorale di Trump

Il permesso è arrivato da Washington. L’invasione turca del nord della Siria è di fatto iniziata. Obiettivo: i curdi. Donald Trump sorprende ancora, dando campo all’offensiva turca nella Siria settentrionale, ritira i suoi soldati e, dopo le inevitabili polemiche, avverte via Twitter Recep Tayyip Erdogan: non esagerare, altrimenti la pagherai cara.

Le truppe americane stanno abbandonando i posti di confine di Tall Abyad e Ras Ayn. Colonne di blindati si sono dirette verso l’interno e hanno lasciato la strada libera, mentre il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ribadiva che la Turchia “caccerà i terroristi curdi dalla Siria”. L’azione delle forze turche sarà facilitata anche dal fatto che i curdi hanno demolito nelle scorse settimane le fortificazioni alla frontiera, su richiesta degli Usa. Lo scopo era facilitare la creazione di una “fascia di sicurezza” che doveva essere gestita da militari statunitensi. Ora però i curdi si ritrovano senza difese. Il loro portavoce Mustafa Bali reagisce dicendo che le Forze democratiche siriane – una alleanza fra curdi, arabi, siriaci – “si difenderanno con tutte le loro forze”. Ma le forze in campo sono impari, la delusione e il senso di tradimento è evidente.

La preoccupazione nelle cancellerie internazionali è palpabile. “Alla luce dell’annuncio della Turchia e degli Usa sulla situazione in Siria, l’Ue ribadisce la sua preoccupazione” e ricorda di avere sempre detto che “ogni soluzione a questo conflitto non può essere militare bensì deve passare attraverso una transizione politica, in conformità alla risoluzione Onu ed il comunicato di Ginevra nel 2014″ ha detto una portavoce della Commissione europea.

Da Parigi a Mosca: “Il Cremlino sa che la Turchia si è impegnata nell’integrità territoriale e politica della Siria, nella comprensione che l’integrità territoriale della Siria è il punto di partenza per raggiungere un accordo in Siria e in tutte le altre questioni: speriamo che le nostre controparti turche aderiranno in primo luogo a questo postulato in tutte le situazioni”, ha detto il portavoce Dmitry Peskov. Allo stesso tempo, Mosca concorda sul fatto che “la Turchia potrebbe intervenire per garantire la sua sicurezza“. Che significa “resistere agli elementi terroristici che potrebbero nascondersi in Siria. Ma prima di tutto diciamo che l’integrità territoriale e politica della Siria deve essere garantita”, ha ribadito Peskov. Mosca sottolinea quindi che “ora che è stata istituita l’Assemblea costituzionale ed è stata comunicata la data delle sue riunioni è importante astenersi da qualsiasi azione che possa creare ostacoli sul percorso del processo di pace in Siria”.

Le preoccupazioni internazionali non spostano di un millimetro l’inquilino della Casa Bianca. “È il momento per noi di sfilarci da ridicole guerre senza fine, molte delle quali tribali. È il momento di riportare i nostri soldati a casa”, twitta Trump. “Combatteremo solo dove avremo benefici, e combatteremo solo per vincere. Turchia, Europa, Siria, Iran, Iraq, Russia e i curdi dovranno risolvere la situazione e capire cosa voglio fare con i soldati dell’Isis catturati”. I tweet sono tanti, uno dietro l’altro. Ce n’è uno diretto alla Turchia: “Se farà qualcosa che, nella mia grande e impareggiabile saggezza, ritengo superi i limiti, distruggerò totalmente e annienterò l’economia della Turchia (l’ho fatto prima!)”.

Il Pentagono, dal canto suo, annuncia in un comunicato che non sostiene l’intervento militare della Turchia nel nord della Siria, ammonendo Ankara sulle “conseguenze destabilizzanti” di una possibile azione militare nel Paese. Un comunicato che a Washington viene letto come una presa di distanza dei vertici militari dalla “fuga” annunciata dal Presidente. Trump, ha rivelato il Wall Street Journal, ha deciso il ritiro dal Nord-Est della Siria senza consultare nessun alleato, neppure Gran Bretagna e Francia che schierano uomini delle forze speciali accanto ai curdi delle Forze democratiche siriane. Ma la decisione di Trump sconcerta anche i suoi più stretti alleati. Tra questi il senatore Lindsay Graham, presidente della commissione giustizia del Senato, che ha chiesto esplicitamente al presidente americano di tornare indietro sulla sua decisione definendola “un disastro annunciato”. Il senatore della Florida Marco Rubio ha parlato di “grave errore che comporterà conseguenze ben oltre la Siria”.

Le minacce di Erdogan

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, invece ha minacciato di lasciar passare milioni di rifugiati verso l’Europa se continueranno le critiche contro l’offensiva turca nel nord-est della Siria. “Ehi Ue, sveglia. Ve lo ridico: se tentate di presentare la nostra operazione lì come un’invasione, apriremo le porte e vi invieremo 3,6 milioni di migranti”, ha avvertito il ‘sultano’ durante un intervento nel Parlamento ad Ankara. 

Erdogan ha inoltre reso noto che “sono stati uccisi 109 terroristi” in meno di 24 ore dall’inizio dell’operazione militare ‘Fonte di pace’ nel nord-est della Siria. “Il nostro obiettivo è impedire che gruppi terroristici si muovano liberamente al nostro confine Sud e consolidare l’integrità territoriale della Siria. Al momento sono 109 i terroristi uccisi dal nostro intervento”, ha affermato Erdogan, che ieri ha lanciato un’operazione militare nel nord-est della Siria, per eliminare il Pyd-Ypg dalla regione a est del fiume Eufrate.

Intanto l’Esercito libero siriano (Els) è entrato in territorio siriano per affiancare l’esercito turco nell’operazione “Fonte di pace”, nel nord est della Siria e ha preso posizione nella città siriana di Tel Abyad e nei vicini villaggi di El Yabse e Tel Fander, dopo che questi ultimi sono stati liberati dalle postazioni dei miliziani curdi Ypg dall’intervento dell’esercito turco. A renderlo noto la Cnn Turcai, dopo che Els ha varcato il confine siriano circa un’ora fa.
Manuela Valletti
Fonte

Di the milaner

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