di Cesare Sacchetti

Quando l’abbiamo vista, non abbiamo potuto fare a meno di essere attraversati da un sorriso in quanto, almeno per chi ci segue, si tratta di un film che abbiamo già visto in passato.

Ci riferiamo alla lista di “proscrizione” pubblicata da Iacoboni, giornalista in cerca di autore che pubblica per il quotidiano La Stampa della famiglia Elkann, che si è profuso nello stilare un elenco di quelli che, a suo dire, sarebbero tutti sostenitori dell’universo filorusso in Italia.

Il nome di Iacoboni compariva, a suo tempo, in un’altra lista pubblicata da Wikileaks nella quale lo si associava ai servizi segreti britannici.

Ora questa affermazione, se vera, non dovrebbe destare nessuna sorpresa per gli osservatori più attenti poiché la stampa europea, o Occidentale, altro non è che l’ufficio stampa dei servizi segreti Occidentali come già rivelo il coraggioso giornalista tedesco Udo Ulfkotte, morto nel 2017 in circostanze mai del tutto chiarite.

Stavolta però siamo ad una riedizione di quanto già accaduto nel 2022 quando il Corriere della Sera si prese la briga di pubblicare un presunto dossier scritto dal COPASIR nel quale c’erano tutta una serie di nomi che venivano classificati come vicini alla Russia e tra questi c’era pure il nostro.

Noi all’epoca fummo tempestivi e denunciammo subito l’operazione che era in atto. Quando leggemmo i nomi di Alessandro Orsini e Michele Santoro subito intuimmo quello che i media stavano facendo.

Orsini, per chi già non lo sapesse, era (lo è ancora?) un docente della LUISS, uno degli atenei prediletti dall’establishment, che per anni ha assunto posizioni apertamente atlantiste e che, come un fulmine a ciel sereno, è stato improvvisamente ospitato dai media per manifestare qualche apertura alle ragioni della Russia.

Il vecchio detto del diavolo nascosto nei dettagli è sempre valido poiché se si legge con più attenzioni quanto scritto da Orsini si vedrà che di vicino alla Russia non ha proprio nulla.

Ad esempio, lo si può vedere in questo scritto dell’ex docente universitario nel quale piuttosto che smascherare le menzogne del regime nazista di Zelensky che ha accusato falsamente Mosca di uccidere i bambini ucraini, le prende praticamente per buone.

Qualcuno che fosse stato vicino non tanto alla Russia ma alla causa della verità avrebbe dovuto piuttosto dire che la Russia i bambini li ha salvati dall’infame traffico dei nazisti che li facevano a pezzi e li vendevano sul mercato nero al miglior offerente.

Dall’oppositore di facciata ovviamente non ci si può aspettare nulla del genere e non ci si può aspettare che se questi fosse stato una reale minaccia lo si veda ogni sera ospite dei vari salotti gestiti televisivi gestiti da giornalisti vicini ai soliti think tank atlantisti o direttamente iscritti alle solite logge massoniche.

E’ raro che i media mainstream si adoperino per dare visibilità alle vere minacce a meno che queste non abbiano raggiunto un livello tale di influenza da richiedere una macchina del fango mediatica appositamente riservata a loro, come accaduto a Trump e Putin, ad esempio, ma non è certo questo il caso.

Nella lista del Copasir c’era poi anche il nome di Michele Santoro e qui non si può fare a meno di ridere della grossa perché provare a far passare un personaggio che ha passato la sua vita a difendere l’Unione europea e che negli anni passati ha anche sostenuto Matteo Renzi, gruppo Bilderberg, come un uomo vicino a Mosca o al sovranismo è francamente surreale.

Il materiale che ha, e aveva, a disposizione lo stato profondo italiano è questo e quindi i media cercavano di dare la massima visibilità ai personaggi di quella lista che poi, in diverse occasioni, sono stati candidati con la falsa opposizione di Francesco Toscano, già segretario del gran maestro della massoneria Gioele Magaldi, l’uomo che va in giro da qualche anno, ovviamente sempre ben ricevuto dai media, a raccontare la favola della massoneria “buona” e che espresse tutto il suo sostegnoalla venuta di Mario Draghi a palazzo Chigi.

Ora siamo alle repliche di una prevedibile e asfittica telenovela in vista delle elezione europee.

Ora siamo alle repliche di una prevedibile e asfittica telenovela in vista delle elezione europee.

La democrazia liberale italiana, ma anche quella europea in generale, ha un grave problema.

Essa non interessa più al popolo che ormai dopo la terapia d’urto della farsa pandemica, fallita da tempo, ha avuto un brusco risveglio.

Per quanto il popolo non possa essere addentro a tutti i meccanismi che dirigono dietro le quinte questo sistema politico, una semplice verità è arrivata ad esso.

I partiti che ricevono spazio dai media e i partitini satelliti delle false opposizioni collegati ai primi non offrono risposte ai mali che vive il popolo.

Nessun getta il cuore oltre l’ostacolo perché la loro missione è quella di tenere le persone dentro il recinto e non di farle uscire.

E’ per questo che si assiste alle soliti triste riedizioni di logiche, tecniche ed espedienti che ormai non sortiscono più alcun effetto perché si è entrati in un territorio e in una condizione che impediscono ai vecchi sistemi di salvaguardia di funzionare con efficacia.

La fabbrica dei falsi oppositori è attiva almeno dal lontano 1992 quando secondo Emma Bonino e altri testimoni, ad oggi ancora non smentiti, il comico Beppe Grillo saliva a bordo del Britannia della regina Elisabetta laddove Mario Draghi su mandato dei suoi referenti anglo sionisti metteva in atto uno dei più infami tradimenti della storia contro l’Italia.

Era in quell’occasione che il futuro banchiere di Goldman Sachs, una delle banche più grosse della finanza ebraica, svendeva il tesoro dell’industria pubblica italiana, gioiello mondiale, ai predatori dell’usura di New York e Londra.

Quando nacque il M5S, ricevuto immediatamente dall’ex ambasciatore americano Roland Spogli nel 2008 a via Veneto, nacque per assolvere ad una funzione ben precisa.

Quella di prendere il dissenso e di anestetizzarlo per condurlo su un canale che non destasse preoccupazioni al vero potere della finanza e della massoneria.

E fu effettivamente così. Mai il M5S mise nel suo programma l’uscita dalla moneta unica né tantomeno dall’UE o dalla NATO.

Mise i “costi della politica” in omaggio alla campagna antipolitica che va in scena dal 1992 che parla delle briciole del barbiere di Montecitorio per lasciare fuori, ad esempio, i centinaia di miliardi dilapidati nel MES a tutto beneficio delle banche francesi e tedesche.

Il falso oppositore fa questo. Distrae e depista l’elettorato su quelle questioni che in nessun modo preoccupano davvero l’establishment.

Il testimone del M5S fu poi raccolto dalla Lega negli anni successivi ma poi l’operazione terroristica del coronavirus ha fatto cadere tutte insieme le maschere della farsa liberal-democratica.

Tutti hanno rivelato il loro asservimento al mondo desiderato dagli uomini di Davos e dalla famiglia Rockefeller e coloro che si proponevano sulle reti sociali come oppositori alternativi erano gli stessi che annunciavano di aver contratto il fantomatico Covid, virus mai isolato e creato al computer, piuttosto che denunciare la farsa in atto.

Sono personaggi come ToscanoSchilirò che fecero simili annunci ed entrambi, non sorprendentemente, si candidarono, il primo con Rizzo, il comunista che sostenne la campagna vaccinale e l’euro, e la seconda con Paragone, l’ex M5S che voò per le restrizioni nel 2020 e  oggi finito, potremmo dire naturalmente, con Fdi.

Stesso discorso vale per Stefano Puzzer, l’uomo che sabotò le proteste di Trieste sin dal principio e che lanciò, assistito da una massiccia copertura mediatica, il falso allarme degli infiltrati in arrivo per creare disordini, quando si trattava soltanto di una falsa velina per affossare tutto come dicemmo a suo tempo.

Ora si è in presenza ancora una volta dell’eterno ritorno dell’uguale. Vediamo che Iacoboni nella sua lista mette Alessandro Di Battista che è stato in un partito creato dall’anglosfera e che è stato costruito come un “politico terzomondista” per dare l’illusione che il M5S fosse contro la NATO e Israele, quando i voti di qualcuno, magari davvero contro questi due poteri, andavano dritti tra le loro fauci poiché il personaggio Dibba a questo serviva.

A gettare un’esca per degli allocchi, e non ce ne vogliano troppo coloro che sono caduti nell’inganno.

Ora vediamo che i media mainstream lo ospitano costantemente poiché qualcuno quella parte deve pur recitarla e il sistema scarseggia di attori tanto da aver affidato persino a Marco Travaglio, noto atlantista e sionista, la parte dell’uomo che critica la NATO, salvo poi avallare, da “buon” gatekeeper, la falsa narrativa di Putin che uccide Navalny.

Nella lista poi ci sono anche i nomi di Rizzo, di nuovo, Alemanno (sic), l’attrice Ornella Muti sostenitrice della dittatura vaccinale e che adesso veste i panni della sedicente ammiratrice di Putin, l’autore di murales Jorit che viene dal mondo “antifa” e dei centri sociali notoriamente vicinissimi a Soros, il decaduto generale Vannacci e persino Albano che pure aveva “abiurato” qualche sua presunta simpatia nei confronti di Putin.

Quanto fatto da Iacoboni è semplice. Quella non è in nessun modo una “lista di proscrizione”. Quella è una vera e propria campagna pubblicitaria a quei personaggi che verranno con ogni probabilità candidati dai vari partiti e partitini alle prossime europee nel tentativo disperato di smuovere l’enorme massa astensionista che ormai sta raggiungendo delle cifre sempre più alte.

A questo sono servite anche le proteste degli “agricoltori” pilotati in larghissima parte dalla politica, Lega in primis, che in nessun modo hanno mai chiesto ciò che andava chiesto per la rinascita dell’agricoltura italiana, su tutti il sovranismo alimentare e l’uscita dall’UE che ha imposto delle iniziative per distruggere le eccellenze agricole italiane a tutto beneficio di multinazionali quali la Monsanto di proprietà delle famiglie Dupont, Rothschild e Rockefeller che avevano in mano il 90% dell’economia mondiale.

E’ un triste e consunto gioco delle parti per provare a salvare la nave della democrazie liberale che affonda.

Noi riteniamo che serva a ben poco e che anche questi tentativi falliranno. Il popolo non si smuoverà più fino a quando non vedrà davvero qualcosa che non nasce dalle viscere del sistema ma al di fuori di esso e che tocchi i punti che vanno toccati per mettere fine alla tirannia di quei poteri massonici e finanziari che sono gli unici veri padroni della democrazia.

A noi personalmente pare che questo momento sia arrivato. A noi pare che la data di scadenza della democrazia liberale se non è già arrivata, sia sempre più imminente.

Fonte

Di the milaner

foglio informativo indipendente del giornale

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