di Lorenzo Marinoni

La piaga dei bambini che scompaiono a milioni ogni anno nel mondo è la vera, devastante pandemia mondiale, oltre che l’indicatore più lampante della deriva antiumana in cui è ormai degenerata la società globale a guida occidentale.

Di fronte a queste miriadi di minori con tutta probabilità assassinati per la predazione di organi o per il sacrificio rituale in aberranti giri pedosatanici, c’è il silenzio mediatico più assordante. Non si può non pensare ad un’implicazione diretta dell’élites che controllano i mezzi d’informazione, le stesse che non solo sarebbero dedite a tali pratiche, ma che ne trarrebbero la linfa vitale – di emanazione squisitamente diabolica – con cui dominare il mondo. Sarebbe quindi per costoro la cosa in assoluto più sconveniente se venisse portato alla luce del sole il sacrario demoniaco da cui origina ogni potere dell’uomo sull’uomo. Come se non bastasse, e in perfetta conformità con la proverbiale astuzia del Maligno, sarebbero proprio le istituzioni internazionali a difesa dei bambini ad essere lautamente sponsorizzate da quelle stesse élites pedofile, nella condizione così di garantirsi sia impunità totale che accesso ad un ricco database di vittime.
L’espianto di organi da bambini resi orfani dalle guerre, considerati oggetti biologici con cui soddisfare il desiderio di immortalità di straricchi pervertiti e ancor più il pedosatanismo, in cui il pregio della “merce” e l’efficacia esoterica del rito sarebbero entrambi direttamente proporzionali all’innocenza da scandalizzare, rappresentano il capolinea infernale o l’abominevole apoteosi finale di un sistema economico che odia l’essere umano fin dal momento della sua nascita.

Se anche tutto quanto scritto finora non fosse documentabile né dimostrabile, si arriverebbe comunque a dedurne l’esistenza partendo dall’osservazione dell’assetto socio-economico dominante. Non ci sarebbe nulla di incoerente se le élites padrone della finanza e dell’economia mondiali, per le quali è sempre stato normale volere gli esseri umani soggetti alla schiavitù dal lavoro per procurarsi il pane e per le quali è oggi normale volerli degli automi vegetanti al loro servizio, fossero pure capaci di celebrare orgiasticamente il loro delirio di onnipotenza nell’estasi derivante dalla distruzione fisica e psichica dei bambini secondo il canone anticristico per antonomasia.

La strage degli innocenti nel Terzo Millennio è una tragedia silente di portata mondiale, oltre che – secondo logica – il reale retroscena esoterico dell’ideologia globalista.
Se – come disse giustamente Gandhi – il livello morale di un popolo si misura da come esso tratta gli animali, a maggior ragione si potrebbe dire che la misura dell’umanità del genere umano stia nel modo in cui tratta i bambini.

L’odio verso l’infanzia, consapevole o meno, voluto o passivamente accettato, testimonia di quanto l’Umanità sia vicina all’estinzione per sua stessa mano. Le radici nichiliste del liberalismo si manifestano oggi a tutto tondo. In tutto ciò gli stessi “padroni” di cui sopra occultano il loro desiderio di renderci organismi sessualmente neutri e creativamente sterili da robotizzare, facendoci credere che la vera minaccia alla sopravvivenza dell’Umanità sia una nostra eccessiva emissione di CO2.

Le considerazioni che seguono circa l’identità del bambino in un’economia umana si rifanno ad alcuni spunti illuminanti fornitimi dall’amico, studioso e divulgatore dell’Antropocrazia Stefano Freddo.

Il moralismo e la schizofrenia del pensiero astratto costituiscono il maggiore ostacolo alla comprensione della questione economica nei suoi fondamenti naturali.

Quando ad esempio si fa notare che il bambino è “puro consumatore” – nel senso che da un punto di vista economico tutto chiede e niente ha da dare – i benpensanti fremono di indignazione: che orrore anche solo osare accostare il campo semantico in cui giacciono il bambino, la purezza e gli sguardi angelici a quello in cui si esplicano le ferree leggi del consumo e le crudeli dinamiche concorrenziali!

Cosa c’entra – essi dicono scandalizzati come se avessero sentito pronunciare una bestemmia – il mondo pedagogico dei buoni sentimenti con quello rapace dell’arido mercanteggiare?
Ebbene, se si vuole che la luce cristallina dei propri pensieri incontri il calore del proprio cuore, bisogna proprio partire da qui. Un pensiero vivente-immaginativo è ciò che serve, pena la degenerazione del pensiero astratto e dualistico nella malattia psichiatrica per la quale sussiste uno iato incomponibile tra idee e azioni e a causa della quale il mondo è appunto sull’orlo del suicidio. Se infatti il pensiero non è in armonia con la volontà, quest’ultima può essere mossa solo da Entità abusive che si sostituiscono alla forza che il pensiero trae dalla sua Sorgente, vale a dire il Logos divino.

Per di più il nevrotico contemporaneo si rammarica pure, ipocritamente, che ogni bambino dal momento stesso in cui nasce sia gravato da un debito che si porterà appresso per tutta la vita! Ma non fa nulla perché questa stortura cessi.

L’Antropocrazia in quanto proposta radicata nel terreno del Cristianesimo non accetta una tale rassegnazione, come se la sofferenza perenne dell’Umanità fosse un destino inevitabile e irreversibile.

Per vedere nel bambino il primo motore dell’economia è necessario però un pensiero libero da pregiudizi, come lo è appunto quello dei bambini. Il significato deve qui coincidere col significante. Del resto l’atto conoscitivo supremo, altrimenti detto intuizione, consiste proprio nella facoltà del conoscente di immedesimarsi nelle qualità del conosciuto.

Il bambino, in quanto archetipo del consumatore ideale che ha solo bisogni da soddisfare, deve essere il primo a disporre di denaro, rendendo possibile l’avvio dello scambio, cioè dell’economia.

Il riconoscimento o atto di riconoscenza che la comunità umana tributa al bambino giunto su questa Terra deve essere l’equivalente monetario di un pezzo di terra necessario alla sua sussistenza finché vivrà in un corpo fisico. Questa considerazione è l’origine autentica e la giustificazione spirituale del concetto di reddito base. Esso è il credito che viene accordato al bambino che nasce e che simboleggia l’accoglienza senza condizioni a lui riservata da parte della comunità umana entro la quale egli viene ad abitare. La liceità di ogni emissione monetaria risiede proprio in questo principio: nell’onorare chi ha bisogno non in senso moralistico (elemosina), ma in quanto soggetto economico primario ed indispensabile affinché possa partire ogni economia (pragmatismo umanistico).

Ovviamente lo scambio non potrebbe avvenire se si ignorasse l’imprenditore come coprotagonista della vita economica. Costui avrà tanto più successo e denaro quanto più soddisferà i bisogni di un maggior numero di consumatori: vale a dire quanto più sarà altruista in senso economico (di nuovo, non moralistico).

Certo, finché non si supera l’odio di classe ispirato dal marxismo, si rimarrà sordi o ostili verso queste argomentazioni e si trasferirà l’avversione marxista verso il padrone-imprenditore sul padrone-banchiere.

La fratellanza quale legge fondamentale dell’economia (che è l’esatto opposto dell’odio di classe) si esplica su quattro livelli:

            1) il riconoscimento di principio che in una società complessa post-artigianale, dove vige la specializzazione del lavoro, nessuno lavora per sé ma tutti lavorano per gli altri.
            2) il riconoscimento collettivo che le Istituzioni devono astenersi da qualsiasi interferenza nei confronti dell’altruismo espresso dal produttore.

            3) il riconoscimento collettivo della necessità di fare invecchiare il denaro nel tempo, per impedire che esso, in quanto “sangue sociale”, si accumuli sotto forma di capitale finanziario egoistico, ostacolando la fluidità degli scambi.

            4) il riconoscimento collettivo della necessità di convogliare parte del denaro invecchiato verso la Banca degli Italiani: deputata ad emettere a credito di ogni cittadino-consumatore il reddito base, affinché egli possa esercitare l’egoismo reso indispensabile dal bisogno di sopravvivere, così come lo esercita naturalmente il bambino che chiede il latte.

Dovrebbe risultare a questo punto chiaro che qui i termini “egoismo” e “altruismo” sono caratterizzazioni di qualità oggettive esplicantesi nella vita economica e non punitive o elogiative etichette moralizzatrici.

Il Regno dei Cieli, che per i moralisti (o i dualisti, alias schizofrenici) è sempre in un aldilà, può essere invece qui tra noi se seguiremo le parole di Cristo che ci esorta a ritornare bambini e cioè – alla luce di quanto detto fin qui – “consumatori consapevoli”.

Solo allora saremo noi a dettare le regole dell’economia decretando il successo di chi soddisferà al meglio i nostri bisogni e solo allora potremo salvare nello Spirito e quindi alla radice tutti i bambini del mondo.

A quel punto chi vorrà continuare a godere della distruzione dei bambini non avrà più nessun sostegno complice ed implicito da parte di un’Umanità inconsapevole ed Entità spirituali superiori lo estrometteranno certamente dalla possibilità di interferire con il prosieguo dell’evoluzione umana su questa Terra.

Foto: Idee&Azione

Di the milaner

foglio informativo indipendente del giornale

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