Il partito ha annunciato che il prossimo Congresso dovrà avere come priorità quella di indagare il presidente e la sua famiglia, e trovare un collegamento tra gli affari del figlio Hunter e le decisioni dell’inquilino della Casa Bianca

A Washington, il Partito repubblicano l’aveva promesso e lo farà. Il giorno dopo la conquista della maggioranza alla Camera dei rappresentanti, i repubblicani hanno annunciato che il prossimo Congresso dovrà avere come priorità quella di indagare il presidente, Joe Biden e la sua famiglia, e trovare un collegamento tra gli affari del figlio Hunter e le sue decisioni come vicepresidente o presidente, collegamento che si sarebbe avvantaggiato del legame politico.

“Voglio essere chiaro: questa è un’indagine su Joe Biden, ed è su questo che si concentrerà il comitato nel prossimo Congresso“, ha dichiarato il futuro presidente del comitato di supervisione James Comer. I Democratici al Congresso e gli alleati di Biden si stanno già preparando alla difesa e hanno fatto circolare una nota su Comer definendolo un “teorico della cospirazione, adulatore di Trump, comprovato bugiardo”.

Comer ha voluto chiarire che, da quanto gli risulta, Biden ha mentito quando affermò nel 2019 di non sapere nulla delle attività dei suoi parenti, motivo per cui è stato incluso nelle sue indagini. I membri repubblicani di quel comitato hanno proprio oggi inviato lettere al Dipartimento del Tesoro, agli Archivi nazionali e all’FBI, tra gli altri, chiedendo la documentazione in loro possesso sulla famiglia Biden.

Nella lettera al segretario al Tesoro, Janet Yellen, si sottolinea, ad esempio, che il rifiuto di quel gabinetto di fornire fin qui le informazioni richieste fa temere che il presidente stia usando la sua influenza per proteggere i suoi parenti dal controllo sui loro rapporti finanziari; e il fatto che il Tesoro non abbia fornito l’elenco completo di tutti i cittadini russi sanzionati dagli Stati Uniti per l’invasione dell’Ucraina, secondo Comer, suggerisce anche che Biden potrebbe proteggere persone legate alla sua famiglia.

La lettera agli archivi nazionali adombra invece che Biden possa prendere decisioni nel migliore interesse dei suoi parenti e richiede, tra le altre cose, tutti i documenti e le comunicazioni tra l’ufficio del presidente e membri o associati della sua famiglia legati a Russia e Ucraina, tra il gennaio del 2009 e il 2017. La conoscenza e il coinvolgimento di Biden in quegli accordi, sostengono i repubblicani, lo ha reso suscettibile di influenza, ricatto o estorsione da parte di entità straniere, tra i quali il Partito comunista cinese, esponendo così il Paese “a rischi interni che potrebbero essere utilizzati dai loro nemici”.

I repubblicani ritengono che Biden abbia ingannato il pubblico americano nella sua campagna elettorale del 2020 e che continui a farlo ogni volta che sostiene di non essere a conoscenza di quelle transazioni. Molte di quelle operazioni, secondo Comer, hanno fatto scattare l’allarme nelle banche Usa. “Ci sono molte domande che richiedono risposte- ha insistito un altro repubblicano, membro del Comitato, Jim Jordan- “vogliamo solo sapere la verità. E abbiamo in programma di farlo in modo aggressivo ma in conformità con la Costituzione”.

Tra le prove accampate il famoso computer che sarebbe appartenuto al secondogenito del presidente, Hunter Biden, dimenticato in un centro di riparazione nel Delaware e pieno di dati privati sulla sua vita e sui suoi affari: in quel computer ci sarebbe la prova che la famiglia ha utilizzato per un decennio la sua relazione con Biden per arricchirsi grazie alle promesse che l’amministrazione in mano ai democratici avrebbe fatto a favore dei potenziali soci in affari. 

FONTE AGI

Di THEMILANER

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