Arrivarono nel primo pomeriggio. Una coppia di inglesi con due gemelli maschi di 7 anni e i genitori di lui. Sbarcarono da una berlina  Jaguar Mark 10  color verde bottiglia. Quello che mi impressionò da subito fu l’evidente differenza tra lui, cinquantenne tipico londinese molto riservato ed oltremodo impacciato e lei, sulla quarantina, capello nero fluente, trucco pesantissimo, abbigliamento al di sopra delle righe, cioè inadatto per il luogo dove erano venuti, tacchi a spillo, gonna stretta di pelle sopra il ginocchio, maglietta aderente che le disegnava tutto quello che non si vedeva…ma ciò che mi colpì di più fu la sua voce o meglio ciò che disse uscendo dall’auto. Con una ” cadenza” partenopea pesantissima esordì :” chist è nu sfaccimm e post pe li guagliuni …avessero a pazzeà!” traduzione:  “posto meraviglioso qui i ragazzi si divertiranno moltissimo” . Nel frattempo i due “guagliuni ” avevano scavalcato gli anziani nonni seduti sul sedile posteriore e si erano catapultati fuori dall’auto rincorrendosi in mezzo al parcheggio. Maestrale, il nostro cagnone che fino a quel momento aveva osservato in silenzio l’arrivo della carovana, esplose in una serie di abbai avvertitori. Prontamente raggiunto da Cristina e messo al guinzaglio fu ricondotto in casa. ” I’m sorry, my kids are little agitated. Ok lui is Mike, quelo che core avanti, the otherone is Kevin. Sono molto nice! ” esordì il padre. La mamma noncurante del casino sollevato dai due pargoli, si stava rifacendo il trucco usando lo specchietto di cortesia dietro il parasole dell’auto. I due anziani genitori, mi tesero la mano : ” traduco perchè loro non spiccicavano una sillaba di italiano” siamo molto spiacenti per il trambusto, questo luogo è molto tranquillo e i nostri nipoti stanno rovinando questa atmosfera meravigliosa”. ” Darling puoi dire ai tuoi figli di aiutare i nonni a raggiungere le camere con il bagaglio, please? tentò il padre tirando fuori dal bagagliaio una quantità impressionante di valige, borse, zaini e sacchi di plastica. ” Venite accà ragazzi , patete vuole che aiutasse a purtà e valigge. ” Chiaramente l’esito fu totalmente negativo, per cui per evitare il protrarsi della situazione ” non vi preoccupate vi dò io una mano, i ragazzi forse sono rimasti troppo tempo nell’auto e si devono sfogare. Venite vi faccio strada. ” 

Così mi incamminai con una valigia sulla sinistra ed un’altra sulla destra  tirandomi appresso i nonni e il padre con due valigie sotto le ascelle e altre due in mano. Milady seguiva a distanza con un beautycase fucsia. Assegnai loro  due camere attigue ed i vecchi genitori  si chiusero rapidamente la porta alle spalle. I due marmocchi entrarono nella camera correndo e individuati i loro letti, un letto a castello, iniziarono subito a litigare per chi avrebbe dormito sopra. Raccolsi rapidamente i loro documenti, comunicai al padre l’orario della cena e della prima colazione e guadagnai rapidamente l’uscita per sottrarmi alle grida dei due gemelli che ormai si stavano picchiando. Sua Grazia  entrò mentre stavo uscendo e quindi ci incrociammo sull’uscio. ” Fanno sempre accussì ma sono dei bravi figliuoli. Ouè! Ve vulite azzittà?  E che maniere sono queste? James look  after your children! Stanne facenne troppa ammuina! Mi congedai con un mezzo sorriso e mi rifugiai in casa.

Al mio arrivo, vidi che Cristina aveva difficoltà a tranquillizzare Maestrale, che  eccitato dallo scompiglio provocato dai due gemelli, avrebbe voluto uscire a mo’ di terminator e farla finita. Cercammo di spiegargli che erano dei clienti, che quello era il nostro lavoro e che quindi non potevamo permettergli di decimare le presenze…

Quando giunse  il momento della cena, gli altri ospiti arrivarono puntuali e si sedettero in veranda a sorbire un aperitivo. Nessuno di loro poteva sospettare che la serata sarebbe stata allietata dai gemelli inglesi, anche perché non avevano ancora avuto la fortuna di incontrarli. 

I primi ad arrivare furono gli anziani genitori, Mark e Louise. Entrambi del Northtumberland avevano il tipico accento di quelle parti e si soffermarono a godersi un gin and tonic al tavolo dove li accompagnai. In realtà prevedendo che non sarebbe stato facile gestire la mandria, preferii mettere i due nonni in un tavolo da soli e la famigliola poco distante. Lessi nei loro occhi una profonda riconoscenza, ma non dissero alcunché. Arrivarono i quattro e uno dei due gemelli li precedette infilando la veranda in corsa con una bellissima scivolata con doppio avvitamento che lo portò ad infilarsi sotto il tavolo di due ignari ospiti. Lo aiutai ad alzarsi tirandolo per un braccio ed esercitando una pressione di 10 kg/cm2 sul suo omero e  con un sorriso a 180 gradi diretto ai genitori in arrivo, lo feci sedere  sulla sedia che gli avevo destinato. 

“Kevin  please be quite” esordì il padre sedendosi alla sua destra. Sua Magnificenza   arrivò indossando una mise anzi un outfit che probabilmente era usa portare sul lungomare di Mergellina quando  si dilettava a passeggiare amenamente le serate d’estate durante gli anni focosi della sua gioventù: minigonna a frange ( come gli indiani) e un bolerino senza maniche stretto in vita. Stivali bianchi di pelle al ginocchio. ” Buonasera signora” chiosai, “spero che si sia riposata, si accomodi pure qui al fianco del suo bambino”! Il quale si era messo già due volte in piedi sulla sedia lasciandosi quindi precipitare sulla seduta ridendo sguaiatamente. ” Che vulite, li guagliune hanno sempre a pazzià” Gesù,  Mike fai il bravo, vedi che il signore ora ti porta nu belle piatt e maccaruni comme piace a te!” ” Veramente signora questa sera ci sono degli antipasti misti e poi una zuppa di lenticchie tipica umbra” !” Ah, ma non potrebbe fare nu piatt’ e maccarune col sugo di pummarola pe li guagliuni? ” Fiutai aria di tempesta e dando uno scappellotto al gemello più vicino che stava sminuzzando  in briciole il pane che Cristina faceva tutti i giorni, aggiunsi” vado a vedere se è possibile e tu birichino non mangiare  tutto il pane lasciane un pò anche agli altri”. Entrai in cucina  ed ero già sull’orlo di una crisi di nervi ma mi trattenni a stento: ” Cri ce la fai a fare due piatti di pasta col pomodoro per i due tesorini della mamma?” ” Ma che ti salta in mente? Si attaccano al tram e suonano in curva per la miseria! Ma che si immaginano, di stare all’ Hilton?”  “Guarda che forse è meglio abbozzare perché la situazione è già tesa di per sè e potrebbe precipitare, ho già stritolato il braccio di una delle due pesti ed è talmente peste, appunto, che la madre potrebbe rompere le balle…” ” beh io gli faccio un piatto di tagliatelle al sugo ma dovranno aspettare perché mica c’ho la bacchetta magica!” Il risultato fu che solo i nonni apprezzarono la zuppa di lenticchie, i genitori dopo averle assaggiate la lasciarono nel piatto e i due criminali travestiti da bambini si e nò presero due forchettate di tagliatelle che lestamente furono prosciugate dai genitori con risucchio. Nel frattempo gli altri ospiti dopo aver mangiato il dolce se la diedero a gambe. 

Immaginate infatti una veranda tutta vetrata che dà sul bosco….musica di sottofondo, luci soffuse di candele profumate, atmosfera magica, coppie innamorate che a voce bassa parlano del loro futuro, e poi improvvisamente il nitrito di un ragazzino maleducato che non vuole stare seduto, il padre che lo rimprovera quasi scusandosi e la madre che cazzia il marito perché troppo severo con i figli. I nonni che mormorano qualcosa che suona tipo ” povero James noi glielo avevamo detto di lasciare quella donna ma lui ha voluto fare di testa sua…oh my god!”

Il giorno dopo a colazione arrivarono solo gli anziani genitori. Mike era andato a fare jogging e Madame  Pompadour era rimasta a letto. I pargoli erano usciti dalla  camera dietro al padre che sono sicuro si era dato a gambe, e stavano giocando a rincorrersi nel piazzale del parcheggio facendo lo slalom tra le auto. All’alba delle 9,55 e cioè cinque minuti prima della scadenza dell’orario utile per fare la prima colazione, Nostra  Signora di Mergellina si presentò avvolta in una sorta di vestaglia ( cioè una via di mezzo tra una sottoveste e un pareo ) ” È possibbile avere nu cafè? Agge fatt nu poco tardi, tengo nu mal di testa che mi parte da qui e arriva quaggiù” indicando la testa e la pancia…..” Si in effetti è un pò tardi, ma si accomodi glielo porto subito”!

” Avete visto e criature? Devono aver seguito il padre quanne è trasuto per il jogging.” Non aveva neanche finito la frase quando ‘”e criature “si precipitarono all’interno della veranda schiamazzando e  accapigliandosi e atterrando sul tavolo dove la madre stava cercando di svegliarsi. ” Oueh! Che maniere sono queste? Stateve accuorte che iettate a terra tutt’e cose! Kevin aro’sta patete? Where is dad? jamme che avimme a purtà your grandma and grandpa to visit Giubbio!” Detto ciò la simpatica famigliola uscì dalla  veranda non prima che i due discoli avessero infilato le loro manine in mezzo ai dolci preparati da Cristina che facevano bella mostra di sè sul tavolo di servizio asportandone una quantità da caserma. 

Durante questo episodio Cristina aveva avuto i suoi problemi a convincere ancora una volta Maestrale  che fremeva in cucina dietro la porta e che in seguito all’atterraggio del moccioso sul tavolo della madre,  avrebbe voluto uscire e farne carne di porco, che poi non era il caso….Ma si sa, i cani non dimenticano…. 

Come dicevo, i cani non dimenticano, ragione per la quale la sera, prima che arrivassero i clienti per la cena, passai un buon quarto d’ora a spiegare a Maestrale che doveva avere pazienza, che l’indomani mattina il gruppetto anglopartenopeo sarebbe partito e che pertanto per ragioni di sicurezza l’avrei chiuso in salotto durante il periodo necessario alla cena. Premetto che la veranda dove veniva servita la prima colazione e la cena era appoggiata alla parete di casa nostra e due porte la mettevano in comunicazione con gli ambienti della cucina e del salotto. Poi una porta interna isolava il salotto dalla cucina, quindi il buon Maestrale, relegato in salotto poteva solo sentire ciò che accadeva in veranda, ma non vedere perché una tenda impediva la vista. La porta in questione era in legno a riquadri di vetro, diciamo 15×15, di robusta quercia. 

Arrivò il momento della cena. Stranamente il gruppo si presentò compatto alle ore 20 in punto. “Dear, possible manciare tutti toegheter, same table” ? La richiesta del genitore mi prese alla sprovvista ma mi diedi da fare per accontentarlo. Purtroppo questa soluzione avvicinava pericolosamente il tavolo alla porta dietro la quale era rinchiuso Maestrale, detto Mistral.

“Ok James, ma per favore tieni tranquilli i mostri” bofonchiai sotto i baffi mentre spostavo i tavoli. Sua Eccellenza  del Maschio Angioino, quella sera era vestita sobriamente, un fuseau nero, tacco 12 e una camicetta bianca con le maniche larghe a sbuffo. Completava il quadro un trucco appena percettibile: occhi e labbra da Nefertiti, acconciatura alla Satanik. Non appena si furono accomodati, i due gemelli si scomodarono all’unisono e cominciarono a rincorrersi  attorno al tavolo. ” you stay quite, please seatdown ” azzardò James con voce pacata. Il nonno rincarò la dose ” i tuoi figli( traduzione) sono dei maleducati, non vedi che disturbano tutti? ” Al terzo giro del tavolo dovetti intervenire d’ufficio e chiedere sommessamente a Sua  Altezza  Reale di intervenire lei visto che i richiami degli altri componenti la famiglia cadevano nel vuoto. ” Signora tenga tranquilli i ragazzi per favore, e soprattutto non li faccia avvicinare a quella porta”! ” Kevin and Mike mo’ m’avete scucciata. Seat down and dont move, il signore vuole che nun facite ammuina. Ma che  ce sta arrete a quella porta?”  ” Ci sta un mostro che li fa a pezzi, li sbrana, li distrugge e poi li vomita…” avrei voluto risponderle, ma mi uscì solo ” il nostro cagnone e vorrei che stesse tranquillo”. ” Avete capito guagliune, stateve accuorte pecché là dentro ci sta il cane e nun l’avesse a sfruculià!”

Cristina aveva capito l’antifona e quindi per il gruppetto della perfida Albione ( assortita con  Franceschiello) aveva preparato pasta al pomodoro e carne alla griglia in modo tale da limitare al massimo gli sprechi e venire incontro a quanto loro si aspettavano di mangiare. Quindi dal punto di vista culinario la serata filò liscia anche se i due kids mangiavano a spizzichi e bocconi alzandosi in continuazione e uscendo e rientrando dalla veranda. Poi ad un certo momento li vidi confabulare e dirigersi univocamente verso la porta fatidica dietro la quale albergava il mostro. Il pavimento del salotto essendo più alto di quello della veranda faceva sì che ci fosse un gradino di una ventina di cm di fronte alla porta….un invito a nozze per andarcisi a sedere. I due scalmanati si sedettero quindi spalle alla porta. Io dovevo occuparmi degli altri ospiti quindi pur seguendoli con la coda dell’occhio, mi trovavo ad alcuni metri di distanza…pensai, beh se stanno lì seduti tranquilli almeno non rompono le balle. Mistral nel frattempo doveva aver applicato il tartufo sotto l’uscio ed aspirava a pieni polmoni la loro presenza a pochissimi cm dalle sue fauci. Improvvisamente accadde l’irreparabile: il mostro n.1 si alzò di scatto e mollò un pugno al mostro n.2 che diede una capocciata alla porta. Mistral abbaiò e si scaraventò contro l’uscio. Non contenti di quello che avevano suscitato,  i  due eccitati da quanto stava accadendo, diedero due manate contro lo stipite e si ritrassero verso il tavolo dei genitori giusto in tempo per evitare di ricevere addosso una pioggia di vetri provenienti dal riquadro che una zampata di Mistral aveva mandato in mille pezzi. Il tutto così raccontato non era durato più di 5 secondi. Mi precipitai in salotto. Un lago di sangue  per terra davanti alla porta. La zampa anteriore destra sollevata, Mistral mi guardava spaventato. Cristina arrivò con un asciugamano per cercare di fermare l’emorragia. Quando il cagnone ormai imbestialito aveva colpito la porta rompendo il vetro, ritraendo la zampa dal riquadro, si era profondamente tagliato una vena del garretto. La nostra paura era che si fosse anche lesionato un tendine. Mentre cercavamo di curarlo e di fermare l’uscita del sangue tenendo la zampa compressa, dalla veranda ci arrivavano le esclamazioni degli inglesi che essendo voltati dall’altro lato non avevano assistito a quanto successo ma avevano solo ascoltato il rumore e poi giratisi avevano visto i vetri per terra.  Lasciai Cristina ad occuparsi di Mistral e con gli occhi iniettati di sangue mi diressi verso la coppia di gemelli che cercavano di fare gli innocenti. Fu il padre che capì che la situazione stava precipitando. Mi prevenne ed afferrati i due, si diresse verso l’uscita, mormorando ” I’m so sorry, l’m so sorry, you stupid kids”. I due anziani nonni erano stati i primi ad alzarsi e a guadagnare l’uscita. Nostra Signora  di Cottolengo nel frattempo, visivamente in difficoltà con gli altri ospiti, cercava di abbassare la tensione.” Sti guagliune me fanne uscì pazza! Gliel’agge ditt a James, ci vuole la mazza ! Mia madre dicette: mazza e panella fanne i figli bella, panella senza mazza fanne i figli pazza”! 

Grazie al cielo Mistral non si era tagliato il tendine e il nostro pronto intervento evitò anche di dovergli mettere dei punti. Lavorammo fino a notte fonda per sistemare il disastro provocato dai due mostri, ripulendo il sangue ed i vetri che si erano sparsi ovunque nella veranda. Dovevamo comunque approntare i tavoli per la colazione del mattino. Fortunatamente James ebbe il buon gusto di venire a pagare la mattina alle otto e la mandria lasciò le camere senza fare la colazione. Visibilmente scosso mormorò ancora ” so sorry so sorry”.  So sorry un par di palle! Se fosse successo qualcosa di grave a Mistral i tuoi gemelli gioielli te li avrei appesi per i piedi e bastonati a sangue….ma non glielo dissi, in realtà mi faceva pena. Mi domandavo come avesse fatto a lasciarsi  accalappiare dalla strega partenopea. Chissà, magari durante un viaggio in gioventù a Napoli, lungo via Caracciolo era stato irretito dalla Maga Circe che passeggiava amenamente in direzione di Mergellina, mostrando le sue  bellezze e colpito dalle sue forme procaci si era accompagnato con lei. Poi aveva deciso di salvarla….chissà!

Fabrizio de Robertis

Di the milaner

foglio informativo indipendente del giornale

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