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Il decreto presentato ieri da Conte e chiamato «Cura Italia» mi lascia molto perplessa per quanto riguarda l’aiuto in denaro liquido devoluto ai cittadini che a vario titolo ne avrebbero diritto e questo per l’esiguità delle somme stanziate. La stessa cosa dicasi per il pagamento delle tasse rimandato a maggio.

Trovo assurdo che a una partita IVA, che è stata costretta a chiudere la sua attività, vengano elargite 600 Euro una tantum e per una famiglia che debba avvalersi di una baby sitter per il bimbo a casa da scuola, la cifra non cambi. Questo solo a titolo di esempio, l’impressione è che i nostri politici non abbiano consapevolezza di quanto costi vivere in questa nostra nazione.

Potrebbe essere un primo stanziamento, se fosse così, allora lo dicano a chiare lettere e dicano anche quando ci sarà il secondo decreto perchè la gente muore di fame.

Intere famiglie lamentano la perdita dei loro cari a questa situazione di per se gravissima si aggiunge un problema economico dovuto alla sospensione della attività lavorativa senza alcun certezze sulla ripresa dei normali ritmi di lavoro.

In questo momento non è chiaro quando si potrà uscire di casa di nuovo e quindi andare al lavoro e riportare i bimbi a scuola, sarà probabile che l’anno scolastico possa considerarsi già terminato adesso.

Naturalmente alcune parti del decreto sono appropriate, mi riferisco ad esempio al potenziamento della sanità anche attraverso l’assunzione di nuovi medici, ma ora gli italiani hanno anche tanto bisogno di liquidità, soprattutto se, come sostiene Conte, il Cura Italia avrebbe il compito di attivare un “indotto” di 350 miliardi di Euro.

Prima di continuare a dire “andrà tutto bene”, mantra autoconsolatorio, ma sempre più improbabile, chiedo a chi siede in Parlamento di modificare in aula il decreto, aumentando le elargizioni e sospendendo le tasse almeno di 6 mesi, un anno.

@Manuela Valletti

Di THEMILANER

foglio informativo indipendente dell'associazione MilanoMetropoli.org

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