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Il Palazzo del Cinema, inaugurato ieri 8 settembre alle 17 e si pone al centro di questa rete urbana, ospita dieci sale (che hanno nomi di storici cinema milanesi), tra cui una on-demand (si può noleggiare e scegliere il film) e un cinema-ristorante. Ma gli schermi sono soltanto una delle offerte: ci sarà un caffè letterario, una biblioteca, un bar, un bistrot, uno spazio per bambini e poi verranno organizzati incontri ed eventi di tanti generi. «Apriremo alle 10 del mattino — spiega Lionello Cerri tra i fondatori di Anteo e amministratore delegato della società — perché ci rivolgiamo a molti tipi di pubblico, secondo un’idea ampia di accoglienza, in una zona che è sempre più importante come polo culturale e dello svago». A dare forma concreta al progetto, Riccardo Rocco, architetto cha lavora con Anteo da tanti anni e autore, tra le altre cose, della ristrutturazione del cinema nel 1997 e della progettazione del multisala Apollo. «Il Palazzo del Cinema dove siamo ora — racconta Rocco — ha origine come Casa del Fascio, poi ha vissuto diverse trasformazioni, da sezione del Pci a scuola a comando della polizia locale. È un posto che ha una storia e che racconterà storie».

Rocco parla mentre fa lo slalom tra i rumori e le polveri dei lavori frenetici delle ultime ore e gli squilli del cellulare: «Mi piace pensare — aggiunge — che lo stesso Anteo, nel tempo, sia stato uno dei principali artefici della trasformazione di questo quartiere». Per chi entra per la prima volta, il palazzo è un piccolo dedalo dove ogni angolo riserva una sorpresa: l’ingresso di una sala, una birreria, un giardino (ci sono comunque i cartelli indicatori). In uno di questi spazi, Sergio Oliva, uno dei soci di AnteoSpa e anima della programmazione artistica, riflette: «Quando nacque Anteo, nel 1979, questa zona era poco frequentata. Ora questo è un luogo cruciale su un asse che parte dalle sedi del Piccolo Teatro all’inizio di corso Garibaldi e si sviluppa fino a piazza Gae Aulenti. In tutto ciò — prosegue — manteniamo la nostra identità, con scelte di cinema autoriale, con pellicole di qualità che passano dai festival, ma senza disdegnare lo svago, quando però la risata è un momento di crescita».

Proprio quello di «crescita» è un concetto che ricorre nella parole di Oliva, ma anche di Cerri e di Rocco, che con il Palazzo del Cinema hanno realizzano un sogno comune. Dice l’architetto: «Vedo tutta la città in evoluzione e con grandi potenzialità, l’importante è non perdere la concentrazione e l’impegno nello sviluppo e non farsi travolgere dai problemi e dagli intoppi della politica nazionale». Questo, per quanto riguarda l’evoluzione sociale. Per l’individuo, invece, sottolinea Oliva: «Nella nostra concezione, il cinema è formazione condivisa, perciò abbiamo una particolare attenzione nei confronti dei giovani. Volendo, si può venire qui e passare del tempo senza neanche vedere un film, ma magari leggendo, seguendo un incontro o chiacchierando di cinema». Un luogo all ’avanguardia al centro di una zona del futuro. Riccardo Rocco sorride e precisa: «Prima di tutto, una zona del presente».

FONTE

Di THEMILANER

foglio informativo indipendente dell'associazione MilanoMetropoli.org

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