Durante la prima quindicina di settembre 2019 il Comune di Alta Valle Intelvi commemorerà solennemente e con una serie di eventi significativi, Natale Palli, Capitano dell’Areonautica Militare e Medaglia d’Oro alla memoria della Prima Guerra Mondiale.
Non ci vuole un motivo particolare per ricordare con onore e rispetto un eroe di guerra in occasione dei 100 anni dalla sua morte, ma per Natale Palli il motivo particolare esiste, il suo nome è legato indissolubilmente al territorio del Comune di Alta Valle, la sua mamma era nativa di Scaria, si chiamava Francesca Palli Deaglio.
I più anziani ne avranno sentito parlare, i giovani forse no e allora l’evento che sta preparando il Comune sarà una occasione importante perchè questo grande eroe venga conosciuto e mai dimenticato.
Chi era il Capitano dell’Areonautica Militare Natale Palli
Discendente della famiglia ticinese dei Palli del paese di Pura al confine con l’Italia sul lago di Lugano, nacque a Casale Monferrato il 24 luglio 1895. Compì gli studi primari e secondari presso scuole della sua città natale, iniziando poi a frequentare il corso di ingegneria presso il Politecnico di Milano.
Arruolatosi giovanissimo nel Regio Esercito, volontario in un Reggimento di fanteria di stanza nella città lombarda nel corso del 1914, con ferma annuale, l’entrata in guerra del Regno d’Italia, avvenuta il 24 maggio 1915 lo trovò con il grado di sergente. Nel mese di luglio fu promosso al grado di sottotenente di complemento, ma rimasto affascinato dal mondo dell’aviazione, chiese, ed ottenne, di essere assegnato al Corpo Aeronautico Militare conseguendo il brevetto di pilota militare il 15 ottobre 1915 sul campo d’aviazione di Cameri (Novara).
La Prima Guerra Mondiale
Il 27 ottobre viene inviato in zona d’operazioni, assegnato alla 2ª Squadriglia di aviazione per l’artiglieria di base a Pordenone, e nel marzo 1916 fu trasferito alla 5ª Squadriglia per l’artiglieria operante nel settore che andava da Plava a Tolmino,[6] eseguendo missioni di ricognizione anche su Trieste.[6] Nel settembre successivo fu trasferito alla 48ª Squadriglia di base a Belluno, e nel mese di novembre fu decorato con la Medaglia di bronzo al valor militare dal generale Mario Nicolis di Robilant, comandante della 4ª Armata.
Le molteplici decorazioni
Io 24 aprile 1917 fu decorato con la prima Medaglia d’argento al valor militare per una rischiosa missione di ricognizione[9] sul Tirolo. Nell’agosto dello stesso anno è mandato sul campo d’aviazione della Malpensa, dove conseguì l’abilitazione al pilotaggio del nuovo velivolo Ansaldo S.V.A., per essere quindi assegnato alla fine di ottobre nella 1ª Sezione SVA aggregata alla 75ª Squadriglia Caccia destinata alla difesa di Verona. Nel novembre successivo entra in servizio presso la 75ª Squadriglia da caccia di stanza a Castenedolo, in dicembre è alla 72ª Squadriglia Caccia e nel gennaio 1918 alla 71ª Squadriglia Caccia di Sovizzo. Promosso capitano il 3 febbraio 1918, tre giorni viene decorato con la Croix de guerre dal Re del Belgio Alberto I. Per una ricognizione su Innsbruck effettuata il 20 febbraio fu decorato con una seconda Medaglia d’argento, e verso la fine del mese successivo viene mandato presso la 103ª Squadriglia di stanza sul campo d’aviazione di San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi, per effettuare alcune missioni sul basso Adriatico che gli valgono la concessione della terza Medaglia d’argento al valor militare. Passato in forza alla 87ª Squadriglia “Serenissima” di stanza sull’aeroporto di San Pelagio prende parte al volo su Vienna insieme al maggiore Gabriele D’Annunzio, e per questo fatto viene insignito della Croce di Cavaliere dell’Ordine militare di Savoia.
Trasferito per qualche tempo sul fronte francese insieme con D’Annunzio, compie insieme al Vate un’ardita ricognizione su Lienz.Il maggiore Gabriele D’Annunzio e il capitano pilota Natale Palli Il 20 marzo del 1919, durante il raid Padova-Parigi-Roma per un guasto al velivolo fu costretto ad atterrare sul Mont Pourri, nei pressi di Sainte-Foy, dove morì assiderato.
Trasportato a Casale Monferrato, il 27 marzo 1919, gli furono tributate solenni onoranze funebri alla presenza di un’immensa folla, di Gabriele D’annunzio, dei piloti della “Serenissima” con la sola eccezione di Antonio Locatelli che si trovava in Argentina.
Orazione Funebre di Gabriele D’Annunzio a lui dedicata il 27 marzo 1919
«Popolo di Casale, il suo feretro per noi non è oggi nel mezzo della città dolorosa, ma è nel centro dell’antica cittadella fedele. Intorno a lui oggi si ricementa la cittadella dei Gonzaga con i suoi bei baluardi, con le sue cortine e le sue fosse e con nelle fosse il sangue di tutti i suoi asceti, il sangue di Francia, di Spagna, di Lamagna, il sangue di Savoia e di Monferrato. Questo fanciullo bianco, dai capelli ondeggianti e dagli occhi di zaffiro, era l’ideal tipo latino del combattente, era l’esemplare perfetto della nuova giovinezza italiana in armi. Irreprensibile è l’epiteto che per lui ricorre sempre sotto la penna e nella bocca dei suoi capi. Roma lo dava ai suoi eroi raggianti. Era senza colpa, era senza macchia, senza ombra. Era tutto come la gemma del suo sguardo, era tutto tagliato in quel cristallo perspicace. Si pensa che egli sia il primo nato d’una generazione di uomini aerea, d’una gente che abbia abbandonata la terra per insaziabile amore dell’ala e viva di coraggio nelle correnti dell’aria intrepida. Era un Icaro e non poteva cadere; era un Icaro senza precipizio. Nel suo nome icario non si noma l’abisso del mare, ma il vertice dell’etere. S’è egli addormentato nella neve e sopra la più candida delle nuvole? Chi l’ha veduto così dormente? Chi ha osato a smuovere il suo sonno? Era la notte dell’Equinozio. Dormiva col guanciale dell’elmo poggiato sopra il braccio ricurvo. La sua attitudine era pura come il fiorire del fiore e come quei teschi che i costruttori d’eternità incidevano nelle pareti sotterranee dei loro sepolcri. Chi può chiudere tra quattro assi la freschezza della primavera? Chi può seppellire la forza della primavera nascente? Ora dico che egli non è qui, che non è tra i baluardi e le cortine della sua cittadella, come sognava. […] Salutiamo in piedi la giovinezza d’Italia perenne. O compagno, o capitano, o eroe, svegliati e alzati! Ti gettiamo il tuo grido, il nostro grido di battaglia: Allalà!»
Decorato dapprima con la quarta Medaglia d’argento al valor militare, nel 1925 S.M. Re Vittorio Emanuele III la tramutò “Motu proprio” nella Medaglia d’oro al valor militare alla memoria.
Alle Coordinate 45°33′09.53″N 6°54′05.71″E, tra le frazioni di La Raie e La Gurraz, sulla strada D 902 che va da Bourg-Saint-Mauriceverso Tignes/Val d’Isère si trova un cippo funebre che reca un’iscrizione commemorativa.