Punti di vista sulla poesia

Rosa Maria Corti#iorestoacasa

L'immagine può contenere: cielo, nuvola, oceano, crepuscolo, spazio all'aperto, natura e acqua

Vivo in Tremezzina, sul lago di Como, a metà strada fra il Golfo di Venere e il Golfo di Diana. Qui le stagioni si avvertono ancora con particolare evidenza e tutto sembra favorire l’ispirazione. Qui diventa veramente difficile distinguere fra suono che si fa senso e senso che si fa suono.
E intrigante è la luce. La mia poesia insegue il più possibile la bellezza di luci, linee, colori, profumi, flora e fauna, l’incanto, insomma, di magiche atmosfere: si fa pittura o fotografia e soprattutto musica. Il tentativo è quello di contemplare la superficie delle cose per intenderne la profondità e trarne la prossimità di una fusione più creaturale e segreta;  cercare un dialogo con la misteriosa anima naturale che pure ci comprende, essendo noi “dentro” la natura e, trovandone gli accenti, celebrare un “sentirsi a casa”, un sentimento di appartenenza e di appagamento, che molto ha a che fare con il sentimento stesso dell’identità. La recente adesione al “Realismo Terminale” di Guido Oldani e Giuseppe Langella rappresenta un antidoto alla negatività, è, nonostante tutto, fiducia nell’uomo, e “terminale” è un aggettivo che più che chiudere apre alla speranza.

OGGI MI GUIDA IL ROSSO           

©Rosa Maria Corti  (tratto da “La mia Provenza”Lietocolle Editore)

Oggi mi guida il rosso
che scoppia all’improvviso
su balze ancora verdi
dove s’è taciuto da poco
l’incalzante frinire.
È vita che esplode
avanti lo sciame
di foglie trafelate,
è brace che incendia
i poderi, vampa di fuoco
fra gli ulivi, sangue
che pulsa in terra provenzale.
Al colmo, l’occhio scopre l’innesto
di selve che fuggono il mare
per farsi monte, dirupo
oltre il quale non v’è
che un biancore nivale.

Traduzione a cura del poeta francese Francis Dahon: https://francis-dahon.monsite-orange.fr

Aujourd’hui le rouge me guide
il éclate à l’improviste
sur les corniches encore vertes
où s’est à peine tu 
le vacarme des stridulations.
C’est la vie qui esplose
dans les gerbes
de feuilles haletantes
c’est la braise qui incendie
les terres, flamme de feu
à travers les oliviers, sang
qui palpite dans la terre provençale.
Au sommet l’oeil découvre les greffons
des forêts qui fuient la mer
pour se faire montagne, escarpement,
au delà duquel, il n’y a
que la blancheur des neiges.