L’oro ha toccato un livello record, mentre si rincorrono le voci che la Federal Reserve si avvicini a un taglio dei tassi di interesse. Il rally è stato guidato anche dalle tensioni geopolitiche e dalla robusta domanda cinese.

Lunedì i lingotti sono balzati fino a 2.265,73 dollari l’oncia, in rialzo dell’1,6% rispetto alla chiusura di giovedì, dopo aver raggiunto una serie di massimi nelle ultime sessioni.

L’indicatore preferito dalla Fed per l’inflazione sottostante – l’indice principale della spesa per consumi personali – si è raffreddato a febbraio, come hanno mostrato i dati venerdì, quando molti mercati erano chiusi. Ciò si aggiunge alla necessità di una riduzione degli oneri finanziari, anche se la banca centrale ha assunto un tono cauto.

Una serie di fattori positivi hanno spinto verso l’alto i lingotti di circa il 14% dalla metà di febbraio. La prospettiva di un allentamento monetario da parte delle principali banche centrali e le elevate tensioni in Medio Oriente e Ucraina hanno sostenuto il rally. Ci sono stati anche forti acquisti da parte delle banche centrali, in particolare in Cina, mentre i consumatori si sono caricati di lingotti a causa dei problemi in corso nella più grande economia asiatica. (Fonte: Bloomberg)

Di the milaner

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