di Cesare Sacchetti

Non sono stati in pochi ad essere sorpresi dall’accordo che Giorgia Meloni ha stretto con Edi Rama sul trasferimento di 3000 immigrati clandestini, quelli trasportati dalle autorità italiane, in Albania.

Nessuno al di fuori del ristrettissimo cerchio magico di Giorgia Meloni ne sapeva nulla, a partire dal titolare del dicastero che in teoria avrebbe dovuto essere direttamente coinvolto e consultato nella trattativa, ovvero il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

Ora più di qualcuno potrebbe avere effettivamente qualche giustificata perplessità di fronte al fatto che ci sia qualcuno al Viminale, considerato il fatto che né in quel ministero né negli altri che compongono il governo, si vedono mai i ministri impegnati nelle loro azioni di governo.

C’è un’aria di vuoto complessivo attorno a questo governo, ma stavolta l’accordo siglato nell’oscurità più assoluta dalla Meloni appare una sorta di vero e proprio schiaffo, l’ennesimo, ai suoi ministri.

O forse più che di schiaffo si dovrebbe parlare di provocazione dal momento che da quando questo governo è iniziato si è sempre avuta la netta sensazione che la prima a cercare l’incidente fosse proprio lei, Giorgia Meloni.

La pasionaria di Fdi sembra aver infatti adottato un approccio da kamikaze calpestando in continuazione non solo i suoi “alleati” ma anche gli altri ministri che sono stati scelti direttamente da lei e considerati più vicini al suo partito, come appunto Piantedosi.

A Giorgia Meloni non interessa arrivare in fondo al mandato quinquennale nonostante le ipocrite dichiarazioni di rito, visto che sta cercando dall’ottobre del 2022 una scappatoia per fuggire il prima possibile da palazzo Chigi e lasciare la patata bollente di un sistema politico in dismissione a qualcun altro.

Detto questo, i termini dell’accordo, almeno quelli che sono stati resi noto sono ancora più scandalosi.

Parlare di soldi gettati dalla finestra crediamo sia riduttivo.

In base alle informazioni che sono state pubblicate su alcuni siti albanesi apprendiamo che al governo di Edi Rama andranno subito sull’unghia ben 16,5 milioni di euro.

Il solo fatto che si è dovuti ricorrere a siti stranieri per capire cosa Meloni ha firmato con il suo omologo albanese ci dà già l’idea dell’assenza assoluta di trasparenza su questo accordo.

I protocolli infatti non stati resi noti al pubblico italiano e nemmeno a quello albanese, ma da quanto trapelato sappiamo che oltre ai 16,5 milioni di euro ne verranno versati altri 100 come garanzia a Tirana.

Garanzia per cosa e come? Non è noto saperlo, ma si sa che tale somma sarà trasferita su un conto corrente come una sorta di collaterale da utilizzare qualora presumibilmente la parte italiana non onori i suoi impegni oppure per altre spese da erogare per costruire dei campi di accoglienza in Albania per gli immigrati clandestini approdati in Italia.

I termini dell’accordo smentiscono la faccia di bronzo, o di altra composizione, di Edi Rama.

Se si prestava ascolto a quanto dichiarato ieri dal primo ministro albanese si aveva quasi l’impressione che Tirana avesse preso parte ad una sorta di operazione umanitaria mossa da mero spirito di riconoscenza verso l’Italia per aver accolto i suoi immigrati nel 1991, 32 anni fa ormai.

Invece quando leggiamo le informazioni a disposizione su questo accordo, vediamo che ovviamente la pecunia è al centro di esso.

Edi Rama non è tipo da non fare nulla per nulla e lo ha dimostrato anche in questa occasione.

La campagna pro-Albania dei media italiani

Soprattutto quello che occorre comprendere è la genesi che ha portato a questo accordo e per poterlo fare è necessario fare un passo indietro, precisamente all’estate scorsa.

Era durante questo periodo che Giorgia Meloni durante le sue vacanze in Albania preparava il terreno per questa trattativa.

I lettori sicuramente ricorderanno che in quel periodo era in corso una massiccia campagna di stampa allestita dai media “italiani” che erano impegnati per sabotare il turismo in Italia per tessere invece le lodi del turismo a basso costo in Albania.

A leggere i media italiani in quel periodo si aveva quasi l’impressione che una volta scesi dal traghetto che porta in Albania, si poteva fare la vacanza lì sul posto con pochi euro e invece coloro che sono andati in questo Paese hanno fatto subito i conti con un’amara realtà.

I prezzi in Albania non erano affatto più economici di quelli in Italia, e in alcune occasioni si arrivava persino a pagare di più che nello stivale.

Questa campagna di menzogne serviva probabilmente ad alimentare un enorme giro di denaro sporco che c’è in questo Paese.

L’Albania è infatti un vero e proprio centro di riciclaggio internazionale.

Il Paese da quando è crollato il muro di Berlino, e noi non siamo certo nostalgici dell’URSS, è indubitabilmente precipitato in un vortice di corruzione morale ed economica senza precedenti.

L’Albania è passata dall’avere un sistema economico collettivista imposto dall’Unione Sovietica ad uno radicalmente opposto modellato invece sul famigerato neoliberismo anglosassone.

Il risultato è stato non molto dissimile, e forse ancora più devastante, di quello che è accaduto da quest’altra parte del muro.

I Balcani sono stati vittima di un massiccio processo di privatizzazioni nelle quali i servizi essenziali sono gestiti da multinazionali straniere che pagano lautamente le corrotte classi politiche del posto per continuare a parassitare i vari Paesi.

Un processo come si vede che non è molto dissimile da quello sperimentato in Italia dopo il 1992 quando i quattro sicari della finanza anglosionista nei panni di Mario Draghi, Carlo Azeglio Ciampi, Giuliano Amato e Romano Prodi, presero il modello dello Stato imprenditore e lo uccisero per lasciare il posto ad una nuova Italia ordoliberale di chiara ispirazione protestante.

George Soros: il vero signore dell’Albania

L’Albania e gli altri Paesi dei Balcani hanno subito lo stesso shock e dagli anni 90 il vero signore di Tirana è soltanto uno.

E’ George Soros. Lo speculatore americano di origini ebraiche ha infatti investito negli ultimi 30 anni dei fondi considerevoli in Albania pari a circa 131 milioni di dollari.

La fondazione del magnate, la famigerata Open Society che si è infiltrata ovunque nel mondo ha messo radici in Albania.

La carriera politica di Edi Rama è stata costruita grazie agli indispensabili finanziamenti di Soros e ancora oggi, il primo ministro albanese riserva parole di sperticati elogi nei confronti del finanziere da lui definito “fantastico”.

Gli albanesi che si ritrovano ad avere un leader politico che non è altro che una controfigura nelle mani di Soros sembrano infatti manifestare sempre meno interesse, non differentemente dagli italiani, per le elezioni politiche tanto da disertare le urne dove non si è presentato all’ultima tornata nemmeno il 50% della popolazione.

E non c’è da biasimarli affatto dal momento che gli albanesi si ritrovano prigionieri di un sistema politico truccato nel quale entrambe le parti sono controllate sostanzialmente dagli stessi poteri non differentemente da quanto avviene nelle tanto decantate democrazie liberali europee.

L’Albania post-sovietica è diventata uno dei Paesi più corrotti al mondo perché è fatta ad immagine e somiglianza del modello neoliberale anglosassone.

In Albania dominano i trafficanti di droga e di esseri umani che sono i signorotti del Paese che agiscono ovviamente indisturbati grazie a Edi Rama.

E’ interessante notare però come da un po’ di tempo a questa parte l’Albania sia diventata a sua volta una sorta di succursale o un punto di appoggio delle malefatte dello stato profondo italiano.

Il governo PD-M5S ha trafficato vaccini con Edi Rama?

I primi segnali di questa liaison sacrilega si erano giù avuti quando proprio il primo ministro albanese durante una delle sue visite in Italia dichiarò di aver partecipato ad un contrabbando di vaccini assieme all’ex ministro degli Esteri e dello Sviluppo Economico (sic), Luigi Di Maio.

La magistratura italiana come al solito quando si tratta di investigare sul vero malaffare che coinvolge determinati poteri si voltò dall’altra parte e non pensò nemmeno di aprire un fascicolo su queste dichiarazioni per capire in quale presunto losco traffico fosse coinvolto Di Maio, il suo governo, il Conte II, e appunto Edi Rama.

Secondo il premier albanese, un quantitativo di vaccini fu mandato illegalmente in Albania con il placet del governo Conte e con la partecipazione dei servizi segreti italiani che non fanno mai mancare la loro partecipazione quando si tratta di commettere malefatte di vario tipo.

Una vicenda alquanto losca, torbida sulla quale ovviamente come si diceva prima nessun magistrato ha pensato bene di indagare.

Rama con Soros e il figlio

Arriviamo poi all’estate del 2023, nell’era post-farsa pandemica. I media italiani non si premurano di promuovere e dare sostegno alle imprese turistiche del Paese ma come detto in precedenza si adoperano per promuovere l’Albania.

E la stessa premier Meloni con le sue vacanze in Albania sembra voler mandare lo stesso messaggio. “Venite in Albania a spendere i soldi”. L’Albania però come si accennava prima è una enorme centrale di riciclaggio delle mafie a livello locale e internazionale e i soldi dei turisti italiani che sono andati lì sono serviti quasi certamente a lavare quelli sporchi di narcotrafficanti e di altri abietti individui che trafficano organi.

Il tutto con l’entusiasta adesione alla campagna pro-Albania nella quale si è lanciata per prima Giorgia Meloni.

E l’idea di trasferire una parte dei migranti in Albania sembra essere nata proprio allora nell’agosto del 2023.

Secondo qualche retroscena dei media italiani, mentre la Meloni sorseggiava un aperitivo con il premier albanese, sarebbero stati definiti i termini dell’accordo che solo oggi vediamo.

Questo probabilmente per provare ad alleggerire la pressione dell’opinione pubblica esasperata dai continui arrivi di clandestini contro i quali un tempo la Meloni prometteva di attuare un blocco navale prima di rimangiarsi questa promessa e fare registrare lo sbarco record di clandestini in Italia degli ultimi tre anni.

Questo accordo sul quale grave una pesante ombra di opacità sembra essere un nuovo capitolo di quei rapporti pericolosi tra lo stato profondo italiano e l’Albania.

Giorgia Meloni sta trasferendo nelle casse del governo albanese una somma che probabilmente finirà in dei traffici molto sporchi.

L’Albania è il Paese più corrotto al mondo con una classe politica completamente nelle mani di George Soros.

E sembra essere proprio questa l’ultima sponda di una classe politica altrettanto corrotta, quella “italiana”, che ormai sembra aver trovato il suo ultimo rifugio in Albania.

Giorgia Meloni ha appena trasferito i soldi degli italiani nella più grossa lavatrice di denaro sporco che c’è in Europa e forse al mondo.

Sarebbe costato molto meno far rimpatriare i clandestini anche perché non è un segreto che i leader dei vari Paesi africani accettano cifre di 100 o 200 euro a migrante in cambio del loro ritorno in patria.

Non era però questo il pensiero di Lady Aspen quando sorseggiava il suo aperitivo con Edi Rama.

Il pensiero era quello di far felice il suo omologo albanese con un ingente bonifico dei soldi degli italiani non per provare a reprimere seriamente il problema dell’immigrazione clandestina.

Per provare a mettere in atto l’ennesima squallida operazione di marketing politico e riguadagnare così qualche consenso, anche se l’impressione a caldo è quella che il tentativo sia stato per Giorgia Meloni un altro fallimento.

Fonte

Di the milaner

foglio informativo indipendente del giornale

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