Secondo dati risalenti però a 10 anni fa, sono circa 60 mila gli esemplari e in vista dell’importante vertice le autorità indiane hanno dato il via a un controverso piano di ‘risanamento’ della capitale

Preoccupate per la propria immagine in vista del G20 di settembre, le autorità di New Delhi stanno dando la caccia a migliaia di cani randagi per cancellare la loro presenza troppo ingombrante. Secondo l’annuncio ufficiale, la municipalità ha dato il via a un controverso piano di ‘risanamento’ della capitale, 30 milioni di abitanti, cominciato in realtà da quando l’India ha assunto la presidenza di turno del G20 lo scorso anno.

Per catturare i cani randagi vengono utilizzate apposite reti, collocate in una dozzina di luoghi, in particolare nei quartieri più turistici e centrali, radunandoli per poi trasportali in locali centri di sterilizzazione. “A causa del vertice del G20, tutti i cani randagi prelevati da questi luoghi devono essere tenuti lontani, per la loro ulteriore cura e alimentazione fino al termine dell’evento”, recita il comunicato diffuso dai media.

In vista dell’importante vertice, la municipalità di New Delhi ha già fatto ripulire le baraccopoli illegali vicino alle sedi delle riunioni tra i leader delle principali economie mondiali e rinnovato le principali arterie stradali, spesso intasate. Ora tocca ai randagi, presenza storica nella capitale indiana, stimata in 60 mila esemplari secondo gli ultimi dati governativi stilati dall’Indiàs Livestock Census, risalenti pero’ al 2012. Campagne di sterilizzazione sono state regolarmente attuate dalle autorità locali per tenere sotto controllo la popolazione canina, anche se i branchi di cani rimangono presenti nei parchi e nei quartieri residenziali della città. 

Se da una parte i cani sono molto amati dai residenti, che li adottano e accudiscono in assenza di proprietari formali, dall’altra sono considerati un grave pericolo per la sicurezza umana, con incidenti frequenti ai danni soprattutto dei bambini indiani, attaccati dai randagi. L’annuncio ha fatto insorgere gli ambientalisti, che denunciano come “il piano di trasferimento dei cani, catturati in rete, trasportati e sterilizzati, rischi di agitarli pericolosamente, aumentando il rischio di future reazioni aggressive per difendersi”, ha detto Meet Ashar, esponente dell’associazione del popolo per il trattamento etico degli animali (Peta).

Queste campagne di caccia ai randagi ripetute ciclicamente sono la prova, secondo gli attivisti, che le autorità “”non hanno una soluzione permanente” a quello che rappresenta una sfida quotidiana, non solo per il G20. Nel 2018, nello Stato dell’Uttar Pradesh, abitanti di un villaggio hanno trucidato 13 cani randagi dopo che tre bambini di età inferiore ai 12 anni sono stati uccisi lo stesso giorno. Ogni anno in tutta l’India vengono segnalati circa 17 milioni di morsi di cane e l’Organizzazione mondiale della sanità afferma che quasi 20 mila persone muoiono ogni anno di rabbia a livello

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Di the milaner

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