da La Cruna dell’Ago | Giu 4, 2023 | |

I misteri del Lago Maggiore: i servizi Occidentali preparavano una provocazione contro la Russia?

di Cesare Sacchetti

C’erano tutti gli ingredienti ideali per pensare che si trattasse del classico romanzo giallo partorito dalla penna di Agatha Christie.

Alcuni amici che si riuniscono per una gita sul lago per godersi il sole della tarda primavera e festeggiare il compleanno di uno di loro a bordo di una barca.

Sullo sfondo gli ameni e apparentemente placidi paesaggi del lago Maggiore, una località al confine tra la Lombardia e il Canton Ticino, la regione della Svizzera italiana.

E invece sotto la facciata della innocua festicciola in barca, si nascondono delle trame di spionaggio internazionale.

La versione che è stata fornita dai media mainstream racconta di una improvvisa tromba d’aria che avrebbe provocato il naufragio della barca in questione, chiamata “Goduria”.

Su quella barca c’era una vera e propria adunata di agenti di servizi di differenti Paesi come si vedrà a breve.

La storia però della tromba d’aria presenta non poche incongruenze e sembra contraddire anche la versione di alcuni che vivono sul posto e che affermano che il maltempo non era così forte da portare addirittura ad un naufragio dell’imbarcazione.

Altri ancora affermano che per far sì che una barca si rovesci in quel modo debbano esserci delle condizioni precise e non soltanto del “forte vento” come riportano altre versioni contrastanti fornite dalla stampa.

Allora ci si chiede che cosa è accaduto veramente la domenica passata sul Lago Maggiore?

Sulla barca c’erano almeno 20 uomini di membri dell’intelligence di diversi Paesi.

Non solamente uomini dell’AISE e del Mossad come hanno affermato i media. Alcune fonti istituzionali hanno fornito a questo blog una ricostruzione molto diversa da quella narrata dagli altri organi di informazione. A bordo c’erano anche agenti dei servizi britannici del MI6 assieme ad almeno un elemento dell’apparato di intelligence della NATO.

Su quella barca c’era un vero e proprio vertice di spie che si era radunato per concepire una operazione congiunta.

Non un summit per “spiare” degli oligarchi russi che vivrebbero nella zona di Verbania come hanno sostenuto gli stessi organi di informazione italiani e occidentali non nuovi all’arte del depistaggio.

Lo scopo della riunione sarebbe stato quello di pianificare una provocazione nella regione del Kosovo, territorio strappato alla Serbia per espressa volontà della NATO nel 2008, e avviare così una nuova escalation nei Balcani.

Il vertice nasce dalla presa d’atto che la situazione in Ucraina per l’alleanza atlantica appare ormai ampiamente compromessa.

La conquista di Artemovsk ha rappresentato una durissima sconfitta per le forze armate ucraine che stando alle stime fornite dal gruppo Wagner si sarebbero letteralmente dissanguate perdendo 70mila uomini nel disperato tentativo di difendere un villaggio strategico per la posizione e il controllo dell’Ucraina Orientale.

Sono le stime che non vengono riportate mai dai media Occidentali che hanno il compito preciso di suonare la grancassa dei successi “ucraini” nonostante sul campo risulti esserci solamente il disastro dei nazisti di Kiev.

A questo poi si aggiunga un’altra notizia completamente oscurata dagli stessi media che riguarda la distruzione di un quartier generale della intelligence militare ucraina nella quale risultavano presenti anche diversi elementi della NATO fatti prontamente evacuare a Berlino.

La situazione per la NATO appare dunque realmente drammatica. Le sorti del regime di Zelensky sembrano segnate e il suo definitivo crollo appare a questo punto soltanto essere una questione che riguarda non il se ma il quando.

Su alcuni canali russi iniziano già a circolare video nei quali i soldati ucraini di alcune divisioni si rifiutano di eseguire gli ordini e iniziano, al tempo stesso, a prendere in considerazione l’ipotesi di rovesciare Zelensky.

E questo scenario di completa disfatta dell’alleanza atlantica in Ucraina sembra essere direttamente legato alla storia del lago Maggiore.

Per poter tentate di aprire un nuovo fronte, la NATO, assieme agli apparati dei servizi dei vari Paesi citati poco fa, avrebbe deciso di eseguire in Kosovo quella che viene chiamata nel gergo del mondo dell’intelligence come “false flag”, che in italiano significa “falsa bandiera”.

Attraverso questo tipo di operazioni si attuano attentati e provocazioni di vario tipo per poter poi accusare l’avversario prescelto di aver commesso lui quanto invece architettato dai servizi rivali.

Nei giorni scorsi, si è già assistito ad un primo tentativo di provocare la popolazione serba che vive nella regione.

serbi si sono radunati nei giorni scorsiper protestare contro dei sindaci appartenenti alla minoranza etnica albanese. Sindaci che sono stati eletti in delle consultazioni boicottate dalla popolazione serba portando così l’affluenza ad un microscopico 3,5%.

I serbi chiedevano la rimozione di tali sindaci da essere sostituiti con degli ufficiali governativi inviati invece da Belgrado.

Le forze della NATO che si trovano nell’area hanno iniziato a tirare gas lacrimogeni contro la folla nonostante i manifestanti serbi non avessero aggredito in nessun modo le forze di sicurezza atlantiche.

Il Kosovo è una zona laddove la presenza militare italiana è piuttosto alta. Sono almeno 852 i militari italiani che partecipano alla Kfor, acronimo che identica la Kosovo force, il contingente militare della NATO che opera sul posto.

il comando della Kfor è affidato al generale Figliuolo, un uomo che è passato agli “onori” delle cronache per il suo ruolo durante la farsa pandemica.

Durante il triennio precedente, Figliuolo rivestì un ruolo chiave sia nella macabra sfilata di bare a Bergamo, messinscena sulla quale la ineffabile magistratura non ha ancora fatto luce, sia per ciò che riguarda la distribuzione dei sieri COVID che stanno provocando un altissimo numero di effetti collaterali.

Figliuolo dunque è un uomo chiave dello stato profondo italiano e occupa un ruolo altrettanto strategico in Kosovo.

La Russia avrebbe scoperto e sabotato il piano

E l’Italia sembra essere stata scelta ancora una volta, suo malgrado, per tessere la trama di un nuovo piano contro Mosca.

Ciò che raccontano le fonti istituzionali citate in precedenza è che in realtà non sarebbe stata una tromba d’aria sul Lago Maggiore a causare il naufragio della “Goduria”.

Secondo questa versione dei fatti, gli uomini del servizio segreto russo, l’FSB, avrebbero scoperto la trama che stava tessendo la NATO e avrebbero di conseguenza deciso di intervenire e affondare, è proprio il caso di dirlo, il vertice dei servizi segreti Occidentali sul Lago Maggiore.

A fare cappottare la barca sarebbe stato quindi un intervento dei russi che avrebbero speronato il “Goduria” con un’altra imbarcazione e provocato il suo rovesciamento.

Il resto è cronaca già nota. Ad aver perso la vita sono gli agenti dell’AISE, Tiziana Barnobi e Claudio Alonzi, rispettivamente di 53 e 62 anni, la moglie russa dello skipper Claudio Carminati, Anna Bozhkova, assieme all’agente del Mossad, Erez Shimoni, le cui esequie sono state già celebrate in Israele nei giorni scorsi e dove si è persino presentato il capo del Mossad, David Barnea, a rendergli omaggio.

Italia: da Paese filo-arabo a base del Mossad

Shimoni sembrava avere infatti un ruolo non di poco conto nei servizi segreti israeliani che hanno deciso di eleggere l’Italia come base “privilegiata” delle loro operazioni.

Nella zona del lago Maggiore non c’è mai stato un afflusso di israeliani così alto come risulta esserci da due anni a questa parte.

Sono diversi i cittadini dello stato ebraico che si stanno trasferendo in quella zona ed è difficile pensare ad una improvvisa infatuazione di questi per le colline che circondano il lago.

Il lago Maggiore è stato scelto come una centrale di spionaggio internazionale per condurre determinate operazioni ovviamente con il placet di palazzo Chigi che dal crollo della Prima Repubblica si ritrova ad essere un luogo la cui politica è stata indirizzata certamente da Washington ma ancora di più da Israele.

È Israele e la sua potente lobby a determinare la politica estera dell’Italia e dei Paesi dell’Europa Occidentale, e ciò spiega perché ogni singolo candidato premier abbia dovuto esercitare un voto di obbedienza allo stato di Israele per poter sedere sulla poltrona del capo del Governo.

Il caso dell’attuale premier Giorgia Meloni che prima di essere eletta rinnova la sua fedeltà a Israele è solamente l’ultimo di una interminabile serie di baci della pantofola israeliana.

E ciò, come si accennava sopra, è la diretta conseguenza dello strappo che si consumò 30 anni prima quando l’Italia, tradizionalmente filo-araba ed erede della politica estera di Aldo Moro, si ritrovò a diventare uno dei Paesi più ferocemente e scompostamente allineati alla causa sionista.

Le chiavi della politica estera di Roma non sono a Roma. Sono a Tel Aviv.

Ciò spiega anche un’altra incredibile circostanza. Non appena si è consumato l’incidente del Lago Maggiore, gli israeliani hanno mandato un loro aereo speciale, il Bombardier executive, per far rimpatriare in tutta fretta gli altri agenti del Mossad a bordo della barca.

Ciò non ha sollevato la minima protesta da parte della magistratura del posto incaricata di condurre le indagini né tantomeno della sua espressione di autogoverno, il CSM.

Si è consentito ad agenti dei servizi di uno stato straniero di poter fare ciò che più gli piaceva sul territorio nazionale, e non si sono nemmeno raccolte le deposizioni di persone che sono comunque coinvolte in una strage che ha portato alla morte di quattro persone.

Tutto tace, ma se la versione che è stata fornita sopra è corretta, da Mosca è arrivato un messaggio molto potente e molto chiaro.

“Sappiamo ciò che fate e possiamo fermarvi come e quando vogliamo”. Dalle nebbie dei misteri avvolgono il Lago Maggiore sembra intravedersi una chiara evidenza.

L’atlantismo e i governi che da esso dipendono escono ancora più indeboliti di quanto già non lo sembrassero in precedenza.

La Russia si erge come la protagonista che non sta solo vincendo la guerra militare sul campo. Sta anche vincendo l’altra guerra che si combatte dietro le quinte. Quella dello spionaggio. Quella dove si determinano i futuri assetti internazionali e laddove i nuovi equilibri il vecchio impero unipolare atlantico stanno scomparendo per lasciare il posto ad una nuova realtà.

Quella del mondo multipolare e della difesa della sovranità degli Stati nazionali.

Di THEMILANER

foglio informativo indipendente dell'associazione MilanoMetropoli.org

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