I ricercatori hanno identificato un’area del cervello associata al dolore cronico, facendo sperare in nuove opzioni per l’avvenire
I ricercatori hanno registrato per la prima volta segnali cerebrali per il dolore, utilizzando una tecnica di apprendimento automatico che potrebbe portare a miglioramenti per i futuri trattamenti legati a questa condizione.
Sono stati registrati dati (dall’interno del cervello) di individui che hanno disturbi del dolore cronico, causati da ictus o amputazione.
Gli scienziati hanno cercato a lungo di capire come il dolore sia rappresentato dall’attività cerebrale: con elettrodi impiantati nella testa dei pazienti, i ricercatori hanno potuto registrare l’attività neurale nel corso dei mesi.
Hanno affermato che i risultati, pubblicati su Nature Neuroscience, potrebbero fornire una via da seguire per lo sviluppo di trattamenti per il dolore cronico, che è uno dei maggiori contributori alla disabilità in tutto il mondo.
La ricerca è stata finanziata da due iniziative: Brain Research Through Advancing Innovative Neurotechnologies del National Institutes of Health ed Helping to End Addiction Long-term Initiative.
Questo è un ottimo esempio di come gli strumenti per misurare l’attività cerebrale siano stati applicati al problema di salute pubblica per alleviare il dolore cronico persistente e grave – afferma Walter Koroshetz, direttore del National Institute of Neurological Disorders and Stroke – speriamo che questi risultati preliminari possano portare a trattamenti antidolorifici efficaci e che non creino dipendenza”.
Speranza per le persone che vivono con dolore cronico
I ricercatori hanno raccolto dati sul dolore cronico attraverso l’autosegnalazione dei pazienti, utilizzando questionari sull’intensità e l’impatto emotivo del dolore.
Questo studio ha esaminato direttamente i cambiamenti nell’attività cerebrale in due regioni del cervello – la corteccia cingolata anteriore e la corteccia orbitofrontale – dove si pensa si verifichino risposte al dolore.
Tre dei partecipanti avevano dolore post-ictus ed uno di loro accusava dolore all’arto fantasma, invece tutti avevano dolore di natura neuropatica.
Quest’ultimo si verifica più comunemente dopo una lesione ai nervi del corpo, ma per gli individui dello studio si pensa che il loro dolore provenisse dal cervello stesso.
Tale tipo di dolore non risponde bene ai trattamenti attuali e può essere debilitante per le persone che ne soffrono.
Un certo numero di volte al giorno, i partecipanti hanno risposto a domande sul loro dolore e hanno avviato una registrazione cerebrale che ha fornito un’istantanea dell’attività nelle due aree cerebrali in questione.