Il Capo del Cremlino ha accusato i Paesi occidentali di essere “gli istigatori del conflitto” con l’Ucraina. La Nato attacca la “retorica pericolosa e irresponsabile” di Mosca dopo l’annuncio del dispiegamento di testate nucleari tattiche in Bielorussia, definito da Berlino un “tentativo di intimidazione”

Si susseguono in Italia e negli USA manifestazioni contro l’invio di armi in Ucraina, tutto nel silenzio della nostra stampa nazionale. Da questo punto di vista il Presidente Putin finirà per avere ragione. Il continuo invio di materiale bellico a Zelesky non fa altro che dilatare i tempi della guerra e la sofferenza della popolazione.

Dal 2014 il Donbas sito nella attuale Ucraina è stato sottoposto ad atti di guerriglia dalla milizia Ucraina. La popolazione che è di etnia russa, ha invocato per anni l’intervento dell Russia, gli interventi di Putin presso la Nato e l’ONU e lo stesso presidente USA sono caduti nel vuoto, fino a quando un anno fa, si è sviluppata l’azione militare in Ucraina.

Troppo tardi adesso per piangere sul latte versato, le perdite ingenti di uomini e mezzi sono da entrambe le parti in guerra con una differenza sostanziale, i mezzi militari russi sono di proprietà della federazione russa, quelli dell’Ucraina sono di proprietà di tutte le nazioni che l’hanno sostenuta e che si sono impoveriti per questo e per la guerra in generale. Lentamente ma inesorabilmente le armi inviate da Europa, USA, Inghilterra si fanno sempre più potenti, ora si palesa l’invio di proiettili con uranio impoverito, per intenderci le stesse armi che hanno ucciso a distanza di anni, tanti militari italiani nel Kossovo.

Occorre che ci si fermi prima che le armi diventino nucleari e questo vale per la Russia, ma anche per i sostenitori dell’Ucraina.

Una domanda mi perplime: perchè abbiamo accettato di far parte del gruppo di sostegno di questa guerra? Prima si dirà che era doveroso, poi si ribadirà che l’Italia non poteva rimanere isolata…. sono grandi panzane: la Russia ci forniva gas a buon prezzo (ora lo compreremo dagli USA a costo raddopiato), molte nostre aziende lavoravano con buoni guadagni con la Russia e i Russi venivano a spendere i loro rubbli nei luoghi più prestigiosi del nostro paese, le sanzioni hanno bloccato tutto, ma la Russia ha trovato altri sbocchi per i suoi commerci, noi no.

Chi voleva fare il bene del nostro Paese avrebbe dovuto tenerlo fuori dalla guerra, così non è stato.

Manuela Valletti

Di THEMILANER

foglio informativo indipendente dell'associazione MilanoMetropoli.org

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