L’ascesa della Schlein è come l’operazione tentata a suo tempo con Renzi: inserire un elemento spurio dentro il partito per espungere tutti i legami residui con il sindacalismo e la lotta di classe. Fate attenzione ai temi cari alla Schlein e al suo lessico e vedrete che non sono affatto diversi da quelli che usava Renzi nel 2013. La Schlein è un Renzi 2.0, la versione aggiornata con i temi dell’agenda 2030 del WEF. Con Renzi condivide decine di aspetti, a cominciare dalla giovane età e dal tipico linguaggio da “rottamatore”, già inaugurato a suo tempo da Obama, prima di essere localizzato in salsa nostrana dal rignanese. Il nuovo contro il vecchio, un classico ormai in voga almeno dal 2008.
Ora, voi direte: ma il PD aveva già abbandonato quelle bandiere e abbracciato l’agenda globalista da ben prima dell’arrivo della Schlein! Innegabile, ma è pur vero che dentro il PD sopravvivono ancora, sia pure in modo residuale, anime legate alla vecchia tradizione socialdemocratica, al sindacalismo, alle lotte operaie, al mondo del lavoro in genere.
La Schlein ha il preciso compito di tagliare completamente quelle radici e trasformare definitivamente il PD in un partito liberale, ecologista, atlantista, globalista, anti-sovranista, perennemente e ossessivamente in difesa di non meglio precisati “diritti umani” (quindi, sempre bisognoso di un nemico immaginario da combattere), interamente subordinato a organismi sovranazionali come OMS, UE, NATO. Usando come massa di manovra un elettorato tipicamente deideologizzato come quello giovanile (da qui il corteggiamento verso quel che resta del M5S).
Fallirà. Come prima di lei ha fallito Renzi, come ha già fallito Jacinda Ardern, come, presto o tardi, falliranno i vari Sanna Marin, Trudeau e tutti gli altri prodotti della catena di montaggio del WEF. Tutti giovani rampanti, brillanti, innovatori, visionari finché trascinati dalle copertine del mainstream e, soprattutto, fintanto che il contesto internazionale permette di identificarli come baluardi contro il nemico di turno (fascismi, putinismi, sovranismi, populismi, no-vax ecc.). Fatalmente inadeguati al loro ruolo e irrimediabilmente obsoleti non appena si scontrano con la realtà. Nel giro di pochi anni finiranno tutti dimenticati in una grigia vetrina dell’usato come un iPhone 9.
Il tempo è l’unico vero giudice imparziale e rigoroso che conosciamo. Di tutti gli altri è bene fidarsi il giusto.