È stato il discorso che ci si aspettava da uno statista, da un uomo che è già entrato nella storia, quello tenuto oggi da Vladimir Putin di fronte ai due rami del parlamento russo, in uno dei momenti più delicati per la storia del Paese, perlomeno dalla caduta dell’Unione Sovietica, se non si vuole tornare indietro fino agli anni ’40 e alla seconda Guerra mondiale.

Un discorso tenuto alla vigilia del primo anniversario dell’offensiva in Ucraina, “L’ operazione militare speciale”, come viene definita dal Cremlino, e che ha affrontato gli snodi più importanti del pericoloso momento storico attuale.

I primi passaggi sono stati completamente dedicati al conflitto in Ucraina:

Passo dopo passo raggiungeremo tutti gli obbiettivi. Abbiamo fatto tutto il possibile per risolvere il problema per via pacifica, l’occidente ci ha mentito, perdeva tempo mentre chiudeva gli occhi sui crimini del regime di Kiev. Le accademie occidentali fornivano già addestramento e armi a Kiev prima dell’inizio dell’operazione speciale”.

Ha tuonato Putin, puntando il dito contro l’ipocrisia occidentale e le recenti dichirazioni di Angela Merkel sugli accordi di Minsk:

“Le elite occidentali sono diventate il simbolo della menzogna. Parlano degli accordi di Minsk come uno spettacolo, l’Occidente giocava con le carte false. Un meccanismo che abbiamo visto già in passato”.

Richiamandosi alla presenza neonazista tra i vertici politici e militari in Ucraina, Putin ha affondato le sue parole nella dimensione storica, prima ricordando le risoluzioni ONU violate dall’Ucraina quando attaccava il Donbass e le ingerenze statinutensi nei fatti di piazza Maidan nel 2014. Poi tornando gli anni che precedettero la seconda guerra mondiale e l’aggressione della Germania di Hitler contro l’Unione Sovietica:

“Come negli anni 30, lo scopo dell’Occidente è la destabilizzazione dei territori limitrofi alla Russia. Hanno usato gli ucraini in in funzione degli interessi di paesi terzi, hanno usato l’ucraina contro la Russia”.

Il presidente russo ha poi puntato l’attenzione su quella che ha definito la “catastrofe dei valori” occidentali:

“Guardate cosa fanno con i propri popoli, la pedofilia che diventa la norma, i prelati costretti a celebrare matrimoni omosessuali. Anche in Occidente, milioni di persone si rendono conto che vengono portate a una catastrofe spirituale”.

Dopo la prima mezz’ora, concentrata sull’operazione in Ucraina e gli attacchi all’Occidente, Putin ha riportato il suo discorso in patria. Affermando che il popolo russo ha compreso il significato dell’operazione in Ucraina e passando poi ad un un elenco di dettagliati ringraziamenti, rivolti principalmente alle forze militari:

“Voglio inchinarmi di fronte alle mogli, ai figli, alle madri dei nostri soldati, delle nostre divisioni eroiche impegnate in guerra”.

Ampi passaggi del discorso discorso sono poi stati dedicati all’economia del Paese, che ha retto nonostante le sanzioni imposte Stati Uniti ed Europa e che ora, con l’abbandono delle imprese occidentali, ha la possibilità di aprire nuovi spazi di mercato, attraverso una ristrutturazione del tessuto produttivo e l’investimento sulle infrastrutture di collegamento con l’Oriente.

Infine, Putin è tornato a stigmatizzare l’aspirazione al “dominio globale” degli Stati Uniti, portato avanti “con cinismo senza tener conto degli interessi degli altri paesi”.

“Ci vogliono infliggere una sconfitta strategica, per questo la Russia interrompe gli accordi sugli armamenti strategici. Non abbandoniamo, ma sospendiamo l’accordo. Non useremo mai le armi nucleari per primi, ma saremo pronti a rispondere”.

È stata l’ultima, fragrosa dichiarazione del presidente russo, un messaggio inequivocabile inviato ai leader occidentali che continuano a pronunciare parole infuocate inneggianti alla vittoria ucraina sul campo di battaglia e al continuo in invio di armi.

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Di THEMILANER

foglio informativo indipendente dell'associazione MilanoMetropoli.org

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