Bechis e il rapporto Iss sui morti Covid. Il direttore: «Titolo sbagliato,  colpa nostra» - Open

Il 21 ottobre scorso, ISS ha diramato un rapporto sui morti in relazione al Covid, il rapporto ha fatto scaturire molte polemiche ma ci ha fornito anche uno spaccato interessante sui numeri pandemici del Covid 19. Innanzi tutto ha stabilito, come riportato da IL TEMPO, il numero dei decessi correlati come unica causa al virus in sé.

In seconda battuta l’enorme platea di decessi con comorbilità, il semplicista dirà “e ma se non c’era il covid sarebbero morti anni dopo”, su questo nutro profondi dubbi, nel senso che, come si evince dal report, se l’età mediana dei decessi da SARS – Cov- 2 è 80 anni e le comorbilità sono croniche e abbastanza gravi non è che io ho un’aspettativa di vita a 10 anni ma bensì ad un lasso di tempo inferiore ( ed anche qui bisognerebbe valutare i casi, se mi diagnosticano un patologia a 77 anni con un aspettativa di vita a 3 anni e poi prendo il Covid non mi si dica che se non prendeva il Covid sarebbe vivo, perché si verrebbe smentiti dalla scienza stessa) .

Un ulteriore analisi che sorge spontanea è, all’inizio della pandemia la maggior parte dei decessi avveniva ed è avvenuta anche nei mesi invernali presso le RSA, pertanto mi domando e chiedo, ma se in quei 130000 morti fatti passare per Covid ci sono un 1 quarto dei decessi nelle RSA (circa 32.500) non è che più di qualche problema ci sia stato in queste strutture? Tenendo il conto che il protocollo ministeriale faceva sì che i Medici di Base non dovessero incontrare i malati ma prescrivere tachipirina e vigile attesa quante persone si sarebbero potute “salvare”?

Dai grafici poi presenti nel report si evince anche questo, come mai si effettua una vaccinazione massiva anche in quelle fasce d’età che non hanno subito particolari decessi?

Qualcuno dirà, e ma per non intasare i pronto soccorso? Va bene, ma quindi qualcuno dovrà pur essere in grado di spiegare i tagli alla sanità dei precedenti anni che hanno praticamente menomato il SSN.

Giusto a titolo esemplificativo, l’aspettativa di vita in Italia è di circa 80 anni, i decessi sono avvenuti per la quasi totalità in quella fascia di età, tra le altre in persone fragili con più patologie croniche insieme e circa 1 quarto di essi presso le RSA.

Inoltre, nella prima fase “pandemica”, si è avuta una riconversione dei reparti, i quali hanno tralasciato le cure proprio a quei pazienti che ne avevano più bisogno.

A questo punto mi chiedo, o l’Istituto Superiore di Sanità fa parte dei complottisti oppure vi è un’altra spiegazione a tutto questo che è necessario spiegare senza generalizzare o ridurre a minime considerazioni come frasi fatte come un mantra da ripetere a pappagallo.

George Huxley

Fonti:

https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Report-COVID-2019_5_ottobre_2021.pdf

https://www.iltempo.it/attualita/2021/10/21/news/rapporto-iss-morti-covid-malattie-patologie-come-influenza-pandemia-disastro-mortalita-bechis-29134543/

https://www.iltempo.it/a-fil-di-spada/2021/10/27/news/prove-sui-numeri-morti-covid-19-se-qualcuno-ha-detto-balle-e-iss-di-brusaferro-29222631/

La fibrillazione atriale è meno mortale rispetto a mezzo secolo fa, ma resta una condizione grave

http://www.overgroup.eu/corsi-e-congressi/2021/la-malattia-coronarica-e-i-suoi-peccati-originali/

Di the milaner

foglio informativo indipendente del giornale

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