Il referendum abrogativo di cui all’articolo 75 della Costituzione è uno degli strumenti di democrazia, come lo sono le elezioni politiche e amministrative.

Il referendum abrogativo ha lo scopo di rimettere in gioco normative che i rappresentanti hanno istituito senza aver consultato i loro elettori, o magari anche in antagonismo con gli stessi.

Perché dunque avere paura di esercitarlo?

Per lo stesso motivo allora non bisognerebbe esercitare il diritto di voto, dato che potrebbero vincere uno schieramento politico non favorevole, che ci terremo per cinque lunghi anni, prima delle elezioni successive.

Io l’ho sempre esercitato nonostante coloro a cui sia andata la mia preferenza non siano mai stati eletti. Ho sempre accettato in democrazia ciò che ha deciso la maggioranza.

Ha senso dunque non firmare, non concedere l’esercizio della democrazia?

Rispondo a questa domanda con la notizia del giorno.

Questa mattina in una nota trasmissione televisiva, i soliti guru, spaventati dalla notizia dell’attivazione della raccolta firme per il referendum abrogativo contro tutta la normativa certificazione verde (green pass) hanno subito levato gli scudi, chiedendo di innalzare il numero delle firme per la richiesta di referendum, che ora cono cinquecentomila, nascondendosi dietro la motivazione della possibilità ora di votare on line.

Invece di rendere più semplice la democrazia i signori di cui sopra la vogliono rendere più complicata.

Cosa significa? Siete tutti intelligenti per risolvere facilmente l’equazione.

Il voto è sempre un punto interrogativo come tante altre cose della vita. Quando si apre una causa in tribunale non si sa se si vincerà o si perderà. Quando si scopre di essere malati non si sa se la battaglia contro il male sarà vinta. Persino quando si fanno progetti di vita comune, di lavoro, non si è mai certi del risultato perché i fattori esterni sono molteplici e possono in un attimo modificare le cose.

La vita è una continua sfida, ma non per questo non si accetta di viverla.

Sarà che ne ho viste tante, cose brutte e cose che a volte mi hanno sorpresa. Ma pur trovandomi a volte a terra, non mi sono mai pentita delle mie battaglie, anche quando il risultato non è stato quello sperato.

E’ la democrazia, è il diritto di esistere. Non tutti la pensano allo stesso modo, e si può perdere anche mille volte. Ma seppure fossero un milione di volte, per nessuna ragione rinuncerei mai al mio diritto di esprimermi, di vivere, di pensare e anche di sbagliare se serve.

Superate le mie prime perplessità che erano di carattere tecnico, non ideologico, analizzando le motivazioni e soprattutto le personalità che sono sedute nel Comitato Promotore, non vedo nemici. Vedo persone che combattono dalla mia stessa parte: quella del diritto alla scelta.

Persone che tanno mettendo in gioco la propria persona, la carriera, tutto ciò che si sono guadagnati in una vita.

Ma se pur non li conoscessi o non ne avessi mai sentito il loro nome, una volta abbattute le mie perplessità di carattere tecnico, convintamente depositerei la mia firma.

La democrazia è civiltà ed è giusto esercitarla.

E siccome sono convintamente democratica, lascio ad ognuno il diritto di pensare come crede, come io la esercito in pieno diritto e libertà, qui sulla mia bacheca e nella mia vita.

L’Irriducibile Giurista

– https:/www.referendumnogreenpass.it/?fbclid=IwAR1-xL0IbTiXV8iRm6GdAAXA4zdYAEV0IN8yr-8zFRAea-xXMTU29hdinfc

Di THEMILANER

foglio informativo indipendente dell'associazione MilanoMetropoli.org

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