Al Global Health Summit di Roma ci sono stati due grandi assenti: le mascherine sui volti della presidente della Commissione Europea Ursula von Der Leyen e del primo ministro italiano Mario Draghi (refrattario ad utilizzarla ancor prima di diventare premier come dimostrato da Gospa News con foto inequivocabili) e il ruolo di Bill Gates, diventato imperatore mondiale dei vaccini grazie al Democratic Party negli Usa che da decenni sovvenziona.

Cominciamo dall’analisi più superficiale ma indicativa della soglia di rispetto che i potenti, divenuti PRE-potenti grazie alla dittatura sanitaria imposta per l’emergenza Covid-19, hanno delle regole da loro stessi prescritte. Mentre qualsiasi cittadino italiano ed europeo è costretto ad indossare anche all’aperto la mascherina (ritenuta inutile da molti esperti della comunità scientifica) per prevenire la diffusione della pandemia da SARS-Cov-2, Ursula e Draghi possono farne tranquillamente a meno anche se parlano in un locale chiuso ad una distanza approssimativa di meno 2 metri di distanza.

Probabilmente si sono vaccinati bene! Talmente bene da poter ovviare a quelle normative imposte dalla maggior parte dei governi europei anche ai già vaccinati: ovvero mascherina obbligatoria anche all’aperto e distanziamento. Di primo acchito rammentano gli semi-Dei dell’Olimpo. Hanno la carne mortale ma su di loro rifulge un’aura pseudo-divina che ricorda tanto il posticcio Deismo autoreferenziale della Massoneria occidentale

Ma ci sono cose ancor più spettrali adombrate dietro al Global Health Summit di Roma che appare la sintesi semantica di due altre iniziative ben note da almeno sette anni al partito unico e insindacabile della vaccinazione mondiale: la Global Health Security Agenda voluta nel 2014 dal presidente Barack Obama (ovviamente esponente Dem come i parlamentari che sostengono il premier Draghi in continuità dopo il suo predecessore Giuseppe Conte), che promosse l’imposizione dei 12 vaccini obbligatori in età scolare in Italia, e il Global Vaccination Summit, tenutosi presso la Commissione Europea di Bruxelles il 12 settembre 2019, poche settimane prima della scoperta della pandemia da SARS-Cov-2. Dunque in tempi davvero tremendamente sospetti…

Anche alla luce di alcune recenti e rilevanti affermazioni. Nelle ultime settimane, infatti, persino il Direttore dell’Intelligence Nazionale Usa, la fedelissima democratica Avril Haines (ex vice direttore CIA e illuminata profetessa di un’epidemia da Coronavirus nel 2018), ha ammesso che il Covid-19 potrebbe essere stato scatenato da un virus chimerico costruito in laboratorio.

Ma questo non bisogna dirlo. Perché Gospa News, che ha avuto l’ardire di riportare le dichiarazioni fatte al Senato dalla numero 1 degli 007 americani, è stata per tale motivo messa sotto stretta osservazione da Facebook che ha minacciato di nascondere la pagina FB ed ha bloccato i profili degli amministratori per vari giorni in ossequio alle strategie che già furono di Hitler e Stalin. Nell’estate 2019 tutti i profili di chi scrive furono cancellati da un giorno all’altro ed a nulla valse l’esposto presentato all’impotente Ordine dei Giornalisti del Piemonte e della Valle D’Aosta (a cui chi scrive è iscritto dal giugno 1991)

Come non bisogna dire che l’anello di congiunzione tra i tre Summit degli ultimi anni (quello di Washington cui partecipò il dottor Ranieri Guerra oggi indagato a Bergamo, e quelli di Bruxelles e Roma) ha avuto un unico protagonista occulto: Bill Gates, megadonor dei Dem Usa ma soprattutto capace di sfruttare la pandemia, “pianificata da decenni” secondo l’avvocato Robert F. Kennedy (figlio d un procuratore generale Usa e nipote di JFK, entrambi assassinati), proprio dallo stesso tycoon di Microsoft Corporation, nella cui multinazionale è direttrice (come scoperto da Gospa News) la CEO della GlaxoSmithKline, il colosso dei vaccini di Londra finanziato da Gates.

GSK, a sua volta, controlla la Pfizer, produttrice con la tedesca BioNTech del Comirnaty, la terapia genetica antiCovid a base di RNA messaggero (come Moderna), ritenuta da alcuni medici molto pericolosa soprattutto perché mai sperimentata prima nella storia dell’umanità.

Partendo da queste premesse come si può credere a un esponente del mondialismo più estremo come Mario Draghi, divenuto ex Presidente della BCE (Banca Centrale Europea) dopo aver bruciato le tappe della sua carriera grazie ad un’azione tragicamente anti-Italiana. Fu infatti Draghi, nel 1996, in qualità di direttore del Ministero dell’Economia, ad accompagnare l’allora ministro Carlo Azeglio Ciampi a Bruxelles quando fu perpetrata la rapina ai danni della Lira Italiana fissando il cambio-capestro per gli Italiani di 1.936,27 lire per un solo Euro.

Ma torniamo all’attualità riportando le dichiarazioni pubbliche emerse dal Global Health Summit di Roma e le trame occulte ovviamente non svelate in merito alla gestione dei vaccini nei paesi poveri. «Combattere il Covid-19 con una campagna di vaccinazioni globale e immediata, e prevenire la prossima pandemia. Queste due direttrici hanno animato il Global Health Summit di Roma, presieduto da Mario Draghi e Ursula Von der Leyen, che ha riunito i leader del G20, scienziati, organizzazioni internazionali e società civile attorno a un tavolo – ancorché virtuale – per dare risposte concrete, a partire dalla redistribuzione solidale dei vaccini a disposizione del ricco Occidente a scapito dei Paesi poveri, condividendo brevetti, conoscenza e produzione» scrive il breviario del mainstream, altrimenti noto come agenzia Ansa.https://www.gospanews.net/2021/02/13/complotto-nwo-contro-litalia-1-ecco-i-4-burattinai-di-draghi-e-dei-suoi-strategici-ministri-tecnici/embed/#?secret=jdXHEq1xnY

Tra le strategie ipotizzate, senza grande convinzione dal premier italiano dopo le medesime esternazioni del presidente americano Joseph Biden (suscitando il sospetto che Draghi ne sia solo il megafono a Roma). è affiorata la questione della sospensione dei brevetti industriali per permettere alle nazioni meno ricche di produrre in loco i principi attivi immunizzanti contro il Covid-19. Si tratta di una proposta pubblicamente bocciata da Bill Gates che non ha affatto un ruolo secondario nella gestione del piano di immunizzazione mondiale bensì primario e di fatto ufficiale.

Come svelato sempre da Gospa News, il piano per la vaccinazione antiCovid nei paesi in via di sviluppo, infatti, si chiama COVAX ed è stato varato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’OMS, negli ultimi anni finanziata in prevalenza proprio dalla Bill & Melinda Gates Foundation tanto da concedere al guru IT il diritto di imporre l’ambigua nomina del direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha affidato la gestione del piano COVAX all’Onu Gavi Alliance fondata da Gates ed ha acconsentito che l’amministrazione del progetto di immunizzazione globale, il più massiccio e costoso della storia, finisse nelle mani di una ex manager della GSK, in palese conflitto d’interessi.

Non stupisce, pertanto, quanto avvenuto nel Summit di Roma. «Nel pieno del dibattito sui brevetti, irrompe a sorpresa l’impegno delle tre grandi case farmaceutiche americane in gioco – Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson – a mettere a disposizione 3,5 miliardi di dosi per i Paesi poveri per il biennio 2021-2022 – riferisce ancora l’Ansa – Non si tratta di donazioni, ma della vendita a prezzo di costo agli Stati a basso reddito e a prezzo ridotto a quelli a medio reddito. Un impegno pubblico, annunciato proprio dal summit di Roma, con cui le tre aziende “mettono in gioco anche la loro reputazione, con un passo che cambierà il panorama”, ha commentato Draghi: molte delle attuali controversie sulla produzione e la distribuzione dei vaccini e sull’utilizzo delle licenze “avranno da ora meno importanza”. Nel dettaglio, Pfizer metterà a disposizione 2 miliardi di dosi, di cui 1,3 per il solo 2021, Moderna fino a 995 milioni e J&J fino a 500 milioni».

Ma tutto ciò è davvero una sorpresa maturata durante la convention romana per un improvviso anelito umanitario dei manager delle Big Pharma? Assolutamente no. Come evidenziato sempre – e soltanto da Gospa News – il 30 settembre 2020 la Bill & Melinda Gates Foundation ha sottoscritto un accordo con tutte le più importanti Big Pharma del mondo in risposta alla pandemia, di fatto consacrando Bill III, imperatore mondiale dei vaccini.

In esso era già stabilito l’impegno delle multinazionali farmaceutiche a fornire dosi di vaccini in regalo, magari quelle con problematiche di produzione e quindi non certificate FDA (Food and Drug Association), come avvenuto per AstraZeneca e Johnson&Johnson a causa delle contaminazioni nella fabbrica di Baltimore (Maryland, US), o per i lotti Pfizer con difetti nel RNA messaggero. Ma nell’accordo era già stato scritta la donazione di sieri antiCovid a prezzi vantaggiosi, che soltanto l’azienda produttrice può sapere se sono equiparabili a quelli del costo di produzione.

Pertanto Ursula e Draghi non facciano troppa propaganda alle loro menzogne. Ma soprattutto evitino di parlare di filantropia in mezzo a questi loschi affari… Abbiano almeno il coraggio di dire che la dittatura sanitaria sta entrando a pieno regime e che l’unico potente della terra a dettarne le regole si chiama Bill III, al secolo anche Gates.

Per puro caso, ovviamente, egli è anche azionista delle principali Big Pharma dei vaccini (GSK, Pfizer, BioNTech, e Moderna) che a prezzo di costo nel Sud del pianeta, e a costo pieno nel Nord, lucreranno a più non posso sul terrorismo pandemista costruito ad arte dai governi nonostante la letalità del Covid-19 sia divenuta ormai irrisoria: come sostenuto nell’ottobre 2020 dal virologo di fama internazionale Giorgio Palù, poi nominato presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) E’ quindi soltanto un altro caso se l’EMA (European Medicines Agency) continua a tergiversare per non concedere l’autorizzazione al vaccino russo Sputnik V già utilizzato in almeno 60 paesi del mondo?

Mentre Pfizer, nonostante una valanga di reazioni avverse anche gravi e in migliaia di casi letali della sua terapia genica di immunizzazione tra cui infezioni e morti anche per Covid dopo la somministrazione delle due dosi di antidoto, ha già avanzato la richiesta di un’autorizzazione definitiva davanti alla FDA americana che agevolerebbe la sua imposizione obbligatoria alla popolazione. Anche in virtù dell’efficace scommessa politica della multinazionale americana, attuata con la sponsorizzazione della campagna elettorale del candidato democratico Joseph Biden, poi risultato vincente nelle elezioni presidenziali USA, che ha già restituito il “debito” con gli interessi finanziando con 4 milioni di dollari del governo americano il piano COVAX con cui Gates potrà acquistare i vaccini dalle Big Pharma da lui stesso controllate!

Fabio G. C. Carisio

Di THEMILANER

foglio informativo indipendente dell'associazione MilanoMetropoli.org

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