Mai, dalla nascita di internet come strumento di consapevolezza diffusa, la libertà di espressione e di manifestazione del pensiero sono state così a rischio come oggi. L’intolleranza per le opinioni altrui ha raggiunto, e francamente superato, tutti i livelli di guardia: si fanno esposti alla magistratura per rimuovere contenuti legittimi, si spendono montagne di soldi per promuovere l’informazione ufficiale di giornali e televisioni, demonizzando i social network, si costruiscono gruppi di lavoro (denominati Task Force) che nascono ed operano al solo scopo evidente di impedire ai cittadini di scambiarsi informazioni al di fuori di quelle consentite, alcuni in seno allo stesso servizio pubblico (e non dovrebbe sfuggire il paradosso), altri addirittura sotto il diretto controllo dell’esecutivo politico. Un paese dove il Governo controlla l’informazione come lo si potrebbe definire? Infine, si oscurano i video dove vengono espresse opinioni non autorizzate, anche se i cittadini le condividono, e anche se hanno milioni di visualizzazioni. Si tratta di una forma di delirio: è l’arroganza di coloro che si ritengono depositari della verità assoluta e, con una forma inammissibile di paternalismo insidioso, stabiliscono che i cittadini non hanno la necessaria facoltà di discernimento e debbono essere posti tutti sotto tutela. La tutela da parte di coloro che sono autorizzati a decidere cosa è giusto pensare e cosa no, cosa è permesso dire e cosa no.

Di fronte a questa pericolosa deriva autoritaria, forme di protesta individuali non sono più sufficienti. È necessario che i cittadini che ancora ricordano il significato autentico dell’Articolo 21 della nostra Costituzione si riuniscano in un fronte comune, trasversale e apartitico, per tracciare la linea che non va oltrepassata, organizzando forme di tutela collettiva e di pressione organizzata che possano preservare, e consegnare ai nostri figli, la libertà più grande di tutte: quella di esistere in quanto persone coscienti, in grado di immaginare e concepire il mondo e i suoi fenomeni in maniera coerente con la loro capacità di analisi e le loro attitudini. E soprattutto, quella di comunicare tra di loro.

Chi condivide l’urgenza di tradurre in fatti questi nobili obiettivi, nell’interesse di tutti i cittadini (perché la libertà o è di tutti, o non è di nessuno) scarichi e legga il Manifesto del Patto per la libertà di espressione e metta la sua firma qui sotto. Sarete contattati a breve per l’inizio dei lavori.

FIRMATE

Dopo avere firmato, alla fine della prima campagna di sottoscrizioni, riceverete una email con successive comunicazioni, e avrete la facoltà di disiscrivervi.

Di THEMILANER

foglio informativo indipendente dell'associazione MilanoMetropoli.org

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.