i morti di Bergamo

Quali sono le cause di tutte queste morti? Per farsene un’idea occorre fare un rapido viaggio tra il numero dei contagiati, i supporti per i medici, l’utilizzo di diversi ospedali, le terapie intensive e anche la burocrazia…

Dopo tre settimane di chiusura totale di ogni attività e con gli italiani tutti (o quasi) chiusi in casa, abbiamo davanti uno scenario apocalittico. Per chi è malato ma soprattutto per chi è morto, abbiamo il dovere di porci delle domande, nella speranza che alla fine di tutto le risposte ci siano.

Mettiamo in luce alcuni dati aggiornati al 28 marzo 2020 al fine di poter fare un confronto.

Il 31 dicembre 2019 la Commissione Sanitaria Municipale di Wuhan (Cina) ha segnalato all’Organizzazione Mondiale della Sanità un cluster di casi di polmonite ad eziologia ignota nella città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei. Il 9 gennaio 2020, il CDC cinese ha riferito che è stato identificato un nuovo coronavirus (SARS-CoV-2) come agente causale della malattia respiratoria poi denominata Covid-19. La Cina ha reso immediatamente pubblica la sequenza genomica che ha permesso la realizzazione di un test diagnostico in modo tempestivo.

Cina

  • 82.230 casi confermati clinicamente e in laboratorio
  • 3.301 morti

Paesi Europei maggiormente colpiti

  • Italia 86.498 casi, 9.136 morti *
  • Spagna 64.059 casi, 4.858 morti
  • Germania 48.582 casi, 325 morti
  • Francia 32.964 casi, 1.995 morti
  • Svizzera 12.104 casi, 197 morti
  • (Regno Unito 14.543 casi, 759 morti)

      *Fonte: Dipartimento Protezione Civile

Considerando che l’epidemia in Cina è da considerarsi esaurita, il dato che salta subito all’occhio è la sproporzione nel numero dei decessi tra loro e noi. Come mai in Italia su 86mila contagiati si sono verificati fino ad ora 10mila morti, mentre in Cina su 82mila contagiati i morti sono stati 3milatrecento? Che cosa abbiamo sbagliato, che cosa è successo soprattutto in alcune zone del nostro Paese?

Alcune possibili cause

Per quanto riguarda il numero dei morti le cause possono essere molteplici, ne ipotizziamo alcune dettate solo dal buon senso.

1- Reale numero dei contagiati

Il numero dei contagiati potrebbe essere molto più alto di quello che conosciamo. Molti contagiati sono rimasti a casa, interi nuclei familiari si sono contagiati a vicenda e non ne hanno dato comunicazione.

2 – Zone ad alto rischio

Il maggior numero di decessi si è verificato a BERGAMO e BRESCIA: qui si è pagato lo svolgimento della partita Atalanta-Valencia in periodo già interessato dal Covid19 e in quell’area, che incredibilmente non è mai stata decretata zona rossa, insiste l’aeroporto di ORIO AL SERIO e il suo enorme centro commerciale.

3 – Il contagio dei medici e operatori sanitari

L’altissimo numero di personale medico contagiato (8338 di cui 61 morti) fa invece capire che negli ospedali non sono stati distribuiti fin da subito i necessari strumenti per la sicurezza personale, questo anche per i medici di famiglia (morti 21). Ancora oggi 29 marzo 2020, non mi risulta che mascherine, guanti e camici usa e getta, siano stati consegnati al personale medico e paramedico dal Commissario Arcuri, nominato a tale scopo dal Governo. Tutto ciò che si è riusciti ad avere è stato frutto di donazioni volontarie. In questa situazione gli ospedali si trasformano in vere e proprie cellule di contagio.

4 – Ospedali solo per Covid-19

L’aver disseminato i pazienti Covid in diversi nosocomi (scelta probabilmente necessaria per non essersi preparati per tempo alla pandemia)e non in strutture adibite tutte alla cura del virus, ha inevitabilmente fatto crescere il contagio.

5 – Terapie intensive

Le terapie intensive attrezzate in fretta e con materiale di fortuna, ma soprattutto non seguite one by one per carenza di personale, non sono riuscite a salvare tutte le persone che avrebbero potuto salvare, si calcola che a ogni persona salvata ne corrisponde una che non ce l’ha fatta.

6 – Burocrazia

Un’analisi accurata che entri nel merito, anche clinico della questione (terapie adottate), dovrà essere fatta da chi ne ha la competenza, non posso però non segnalare il ruolo negativo che ha avuto la burocrazia anche in questo frangente, segnalo che solo oggi si è potuto dare il via ad una terapia impostata dall’ospedale Papa Giovanni di Bergamo che consiste nell’ iniettare in un malato di covid il plasma di un paziente che ha sconfitto da solo il virus (e quindi ha creato gli anticorpi per combatterlo).

Quello che è certo è che continuando di questo passo, senza mascherine e presidi sanitari per i medici, con le terapie intensive allo stremo e con una sorta di sorveglianza attiva nelle case (che verrà approntata a breve) sarà difficile iniziare la parabola discendente dei contagi e gli italiani non potranno rimanere chiusi in casa ancora a lungo.

Quando i numeri si saranno stabilizzati, uno screening del sangue, una distribuzione capillare di mascherine, guanti, disinfettante anche ai cittadini, consentirà di riprendere la vita normale e di convivere con il virus, in attesa di un vaccino.

Manuela Valletti

NdR: Sono grata alla regione Lombardia, a tutti i medici, gli infermieri, il personale ausiliario che si sono spesi in maniera meravigliosa per tutti i malati, ringrazio anche la Russia, l’Albania, Polonia e Cuba per gli aiuti che generosamente hanno prestato e presteranno alla nostra Italia. Per quanto riguarda la Cina ho qualche perplessità, il coronavirus è nato in casa loro e non sono proprio certa che la cosa sia casuale, quindi il ringraziamento è condizionato.

Di THEMILANER

foglio informativo indipendente dell'associazione MilanoMetropoli.org

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