È in arrivo una rivoluzione per la sanità e per la partecipazione dei cittadini al finanziamento della relativa spesa. In parte la annuncia direttamente il Ministro della Salute Roberto Speranza, che, oltre a confermare l’eliminazione del super-ticket sulle prestazioni specialistiche e ambulatoriali (che vale 40 milioni di euro), avvisa come i ticket ordinari (3 miliardi di gettito) saranno riveduti e rimodulati in base al reddito familiare, secondo il principio per cui “chi ha di più paga di più e chi ha di meno paga di meno”. In parte rimane ancora sotto traccia, nei dossier allo studio dell’Economia, e riguarda la revisione delle detrazioni per i costi pagati direttamente: e anche in questo caso il criterio sarà quello del reddito, per cui lo sconto fiscale del 19 per cento non sarà più universale, ma diminuirà al crescere dei guadagni, fino a scomparire oltre i 100 mila euro. Con il risultato complessivo che a pagare il conto della doppia operazione saranno le famiglie del ceto medio e medio-alto, colpite dalla duplice stangata di ticket più elevati e di minori bonus sulle tasse da versare.

Seranza conferma l’aumento di 2 miliardi di euro per il Fondo sanitario nazionale nel 2020 e spiega: “Abbiamo deciso di collegare alla finanziaria un disegno di legge di riordino della materia dei ticket e lo faremo con un criterio di progressività”. Nel dettaglio, secondo una prima bozza del provvedimento in circolazione, il costo dei ticket sanitari per le prestazioni specialistiche, di diagnostica strumentale e di laboratorio, sarà stabilito in base al costo delle prestazioni e del “reddito familiare equivalente”, vale a dire del reddito prodotto dal “nucleo familiare fiscale rapportato alla numerosità del nucleo familiare”. Il tutto accompagnato comunque dalla determinazione di un importo come limite massimo annuale di spesa, al raggiungimento del quale cesserà l’obbligo dell’assistito di partecipare alla spesa sanitaria.

Nella stessa bozza sono identificate «le prestazioni sanitarie a tutela di condizioni di particolare interesse sociale che saranno escluse dalla partecipazione alla spesa sanitaria, come i soggetti vulnerabili privi di reddito». Si terrà anche conto della presenza di malattie croniche e invalidanti o di malattie rare.

Ticket sanitario, come può cambiare in base al reddito

Attualmente il ticket massimo che si paga è di 36,15 euro. Fermo restando che le esenzioni previste, come quelle indicate, dovrebbero restare, la differenza è che in tutti gli altri casi saranno previsti scaglioni di reddito per graduare gli importi in base alle disponibilità economiche delle famiglie. Così, per capirci, se il reddito familiare equivalente sarà inferiore a una certa soglia (per esempio 15 mila euro), il ticket sarà pari a zero, ma via via che si salirà, l’importo aumenterà fino a superare quello attuale (magari sopra i 40-50 mila euro di reddito) e a toccare cifre ben più elevate sopra i 100 mila euro (anche 80-90 euro).

Lo stesso sistema di soglie e scaglioni, del resto, potrebbe essere utilizzato per rimodulare le detrazioni fiscali collegate alle spese sanitarie. Anche in questo caso lo sconto del 19 per cento potrebbe rimanere per i redditi più bassi e ridursi, fino a dimezzarsi intorno ai 50 mila euro e a annullarsi oltre i 100 mila euro di reddito. A conti fatti, la sanità, attraverso la doppia operazione, potrebbe essere praticamente a pagamento integrale per i redditi medio-alti.

FONTE


Di THEMILANER

foglio informativo indipendente dell'associazione MilanoMetropoli.org

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