una relazione tra il diabete e l'artrite

Ormai lo sappiamo. L’aumento di peso corporeo danneggia l’azione dell’insulina, facendo diminuire al contempo la quantità di glucosio che penetra nei tessuti. Avete mai sentito parlare di quel fenomeno noto come insulino-resistenza? È proprio di questo che si tratta.

L’organismo, in tali condizioni, richiede allora una maggiore produzione di insulina da parte delle beta cellule, che con il tempo non riescono più a soddisfare la richiesta, determinando una condizione di iperglicemia, dunque di diabete di tipo 2.

Sono diversi i meccanismi interconnessi che legano l’insulino-resistenza e l’alterata funzione secretoria delle beta cellule: tra questi, non possiamo non nominare la glucotossicità, la lipotossicità, lo stress ossidativo, l’alterazione del microbioma intestinale e la formazione di depositi di amiloide nelle isole pancreatiche.

Tutti questi fattori di stress possono indurre una risposta infiammatoria, che si evolve in una condizione di flogosi generalizzata.

Non è un caso che siano davvero numerosi i gruppi di ricerca che stanno lavorando allo sviluppo di farmaci anti-infiammatori da proporre come coadiuvante alla più classica terapia per il diabete di tipo 2.

Diabete e patologie infiammatorie: un legame ormai chiaro
Precedenti studi avevano già messo in relazione diabete e dolore muscolo-scheletrico.

 

Pazienti affetti da diabete, infatti, manifestano – con una maggiore frequenza rispetto a soggetti sani – patologie dolorose a carico dell’apparato muscolo scheletrico. Tuttavia, non era ancora chiaro il legame tra questi disturbi.

Di recente, un team del Nordsjaellands University Hospital di Hillerød, in Danimarca, ha cercato di comprendere meglio le potenziali interazioni tra diabete, artrosi, artrite reumatoide e osteoporosi. I risultati sono stati presentati al Meeting annuale dell’Associazione europea sul diabete, tenutosi a Berlino, in Germania.

In particolare, i ricercatori hanno utilizzato i dati dal sondaggio sulla salute nazionale danese del 2013. In tutto, hanno avuto accesso ai registri di 109.218 soggetti di 40 anni o più. Di queste persone, l’8,5% era affetto da diabete.

Una volta valutati i fattori di rischio, come età, sesso e indice di massa corporea, è emerso che soggetti affetti da diabete avevano il 33% in più di probabilità di soffrire di artrosi, oltre a una maggiore incidenza di artrite reumatoide e osteoporosi (il rischio aumenta rispettivamente del 70% e del 29%).

Si tratta di un circolo vizioso? Sembrerebbe di sì
Gli studiosi ritengono che la relazione tra l’artrite reumatoide e il diabete potrebbe essere dovuta alla presenza di infiammazione cronica in entrambe le condizioni.

Tuttavia, in gioco sembrano esserci altri fattori. “Il trattamento per l’artrite reumatoide è basato su terapie cortisoniche” – spiegano i ricercatori – “purtroppo, proprio gli steroidi aumentano il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2“. Questa condizione incrementa il rischio che una patologia inneschi l’altra, con un processo a catena.

Se da un lato è stato dimostrato che soggetti con diabete abituati ad una leggera attività fisica hanno un rischio ridotto di dolore alla schiena, alle spalle e al collo, dall’altro lato, in pazienti affetti da artrite reumatoide e in terapia con steroide, è spesso la sedentarietà che complica la situazione.

Infatti, pazienti affetti da artrite reumatoide, a causa del dolore cronico e debilitante con cui sono costretti a convivere, non fanno attività fisica: questo stato di inattività aumenta significativamente il rischio di sviluppare il diabete.

“Gli operatori sanitari dovrebbero informare i pazienti diabetici del fatto che l’esercizio fisico regolare è un trattamento riconosciuto per il diabete e per l’artrite e può avere effetti positivi sia sul controllo degli zuccheri nel sangue che sul dolore muscolo-scheletrico” – ha concluso il Dr. Stig Molsted, autore dello studio.

Lo studio in questione è stato presentato durante l’European Association for the Study of Diabetes.

 

fonte
Le informazioni proposte in questo sito non sono un consulto medico. In nessun caso, queste informazioni sostituiscono un consulto, una visita o una diagnosi formulata dal medico. Non si devono considerare le informazioni disponibili come suggerimenti per la formulazione di una diagnosi, la determinazione di un trattamento o l’assunzione o sospensione di un farmaco senza prima consultare un medico di medicina generale o uno specialista.

Di THEMILANER

foglio informativo indipendente dell'associazione MilanoMetropoli.org

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.