CORTIGIANIELEZIONI E CORTIGIANI

L’aria delle elezioni fa male all’amministrazione della cosa pubblica. Ce ne siamo accorti tutti. Da quando si è cominciato a parlare di elezioni si è lentamente fermata la macchina dell’amministrazione. Non che i servizi fondamentali non ci siano, ma i programmi in corso sono entrati nel limbo delle grande incertezza e quelli ancora nelle prime fasi di avvio non partono.

È una vecchia storia che si ripete ad ogni tornata elettorale. Tutto il mondo della politica entra in fibrillazione per la lotta ai posti in lista e per i cosiddetti “posizionamenti” personali: non sono candidato ma chi mi conviene sostenere? Il mio attuale personaggio di riferimento? Ce la farà? Mi sgancio subito e ne cerco uno nuovo prima che tutti i possibili strapuntini del potere siano occupati? Ansia e malumori.

Ma anche gli alti burocrati non dormono sonni tranquilli. Stanno per arrivare nuovi assessori e nuovi presidenti di regione. Chi saranno? Chi vorranno nelle loro segreterie? Chi, fuori dalla burocrazia di ruolo, può aspirare alla posizione da “articolo 90”*, ossia essere assunto a chiamata come stretto collaboratore? Insomma uno scalpiccio di piedi nelle anticamere del futuro potere: i luoghi dei comitati elettorali, lo staff del candidato tanto per dire.

Stessa ansia per gli amministratori e magari presidenti di aziende partecipate il cui mandato è in scadenza. Sarò rinnovato? Da chi? Chi mi conviene corteggiare?

Una tribù di occasionali ipercinetici anima la vita di circoli, associazioni e persino di salotti.

Ma la cosa incredibile e che tutti troveranno pace dopo il 4 di marzo, ormai vicino, quando ognuno capirà quale sarà il suo destino, destino determinato in una campagna elettorale terribile come nessun’altra, la cui follia è inutile ridescrivere ancora.

Vale la pena però di notare l’ennesima contraddizione. Se la destra si sbraccia a promettere cacciata di migranti, riduzione di tasse, sostegni al reddito senza fare i conti con le casse dello Stato – solo Berlusconi parla di condono edilizio che non costa nulla, è solo incitamento a delinquere – la sinistra promette sostegno alla famiglia, al lavoro e tutela della sicurezza. Non che queste tre ultime proposte non abbiano un costo, ma sono più presentabili.

Ma cos’è che nessuno offre/promette? Un miglioramento dei “servizi” offerti da Stato e Regione e una politica di equità. I servizi – trasporti, scuola, cultura, aria e acqua pulite, sanità, servizi sociali, casa – sono stati sempre aree di attenzione di una sinistra di governo, sono le aree che, se trascurate, generano un diffuso scontento sociale all’interno del quale la destra sceglie i suoi cavalli di battaglia. Onestamente è difficile ritrovare questa attenzione nel Governo uscente.

L’equità “principe” è l’equità fiscale. Qui nessuno della sinistra moderata, che vorrebbe essere maggioritaria, si sbilancia: forse non ha avvertito che il ceto medio cui vorrebbe fare riferimento non teme nuove tasse – impossibili – ma ha cominciato a capire che il suo impoverimento parte proprio dal venir meno della capacità di contenere e ricuperare alla collettività i folli guadagni dei vertici della piramide sociale, dei nuovi super ricchi creati della finanziarizzazione di tutto.

Ora è tardi per correggere la rotta. Non ci resta che aspettare il 5 di marzo in una incertezza paurosa: gli scenari ormai pensiamo di averli capiti.

La sinistra, se mai si salvasse, dovrà considerarlo un miracolo, un dono del destino, veramente l’ultimo treno e vivere il tutto con “umiltà”.

Ma se dovesse perdere ci sia risparmiato l’ennesimo brutto spettacolo della lavata di panni in pubblico. Di nuovo “umiltà” per ricominciare.

Luca Beltrami Gadola

*Ai sensi dell’articolo 90 della legge 267 del 2000, il Testo unico degli enti locali, si prevede la possibilità di costituire «uffici posti alle dirette dipendenze del sindaco, del presidente della Provincia, della giunta o degli assessori, per l’esercizio delle funzioni di indirizzo e di controllo loro attribuite dalla legge, costituiti da dipendenti dell’ente ovvero da collaboratori assunti con contratto a tempo determinato».

Di THEMILANER

foglio informativo indipendente dell'associazione MilanoMetropoli.org

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