Adesso iniziano con i soliti discorsi: chi vince festeggia convinto di avere la legittimazione popolare, mentre chi perde parla per qualche giorno di astensionismo per giustificare un fallimento elettorale.
Poi, dopo qualche settimana, si torna al punto di partenza: dell’astensione non importa più niente a nessuno. Eppure, il dramma più grande oggi in Italia si chiama proprio astensionismo, e nasce da un problema di credibilità.
Una classe politica che questa credibilità l’ha completamente persa e non fa nulla per riconquistarla. Non cadete nel tranello di chi dice che gli italiani non vanno a votare perché sono tutti “imbecilli”: quando più della metà delle persone sceglie di non votare, significa che non ha fiducia nella politica. E spesso sono persone che si attivano e seguono la politica.
Qui non stiamo parlando di un 15 o 20% di astensione; qui parliamo di numeri enormi!
Lo abbiamo visto negli ultimi anni, prima con la guerra in Ucraina dove tutti, e dico tutti, hanno votato per inviare armi e imporre sanzioni sotto il governo Draghi e poi con il gen*cidio a G*za, dove il governo continua a fare pena mentre la cosiddetta opposizione è rimasta a dormire per un anno e mezzo.
Per non parlare della politica interna, tutti sempre agli ordini del capitalismo finanziario e dei vincoli criminali di Bruxelles!
Purtroppo, piaccia o meno, questa è la realtà. Ed è drammatica!
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