Caos in volo il 26 giugno: paralizzati per quasi un’ora gli aeroporti di Malpensa, Linate, Bergamo, Verona e Torino. ENAV parla di anomalia tecnica, ma resta il sospetto di un attacco.

Un vuoto nei cieli

Il 26 giugno 2025, tra le 11:20 e le 12:05, il sistema radar di sorveglianza del traffico aereo del Nord Italia ha smesso di funzionare. Il blackout ha coinvolto simultaneamente cinque tra i principali aeroporti del Paese: Milano Malpensa, Milano Linate, Bergamo-Orio al Serio, Torino Caselle e Verona Villafranca. Un cortocircuito digitale nel cuore del controllo aereo nazionale.

Aerei rimasti in holding, voli dirottati su Bologna e Roma, passeggeri bloccati in attesa. “Un’anomalia tecnica a un sistema centrale di gestione radar”, ha dichiarato l’ENAV, che gestisce l’assistenza al volo civile. Nessuna conferma – per ora – di attacchi esterni. Ma anche nessuna spiegazione convincente.

“Non è un semplice guasto. È stato qualcosa di inedito, simultaneo, e su più fronti”, ha dichiarato a The Milaner una fonte vicina alla gestione delle emergenze aeroportuali. “Il sistema non è mai andato giù in questo modo negli ultimi vent’anni.”

Un colpo chirurgico alle infrastrutture critiche?

La vulnerabilità del sistema radar non è solo un problema tecnico: è un potenziale tallone d’Achille nazionale. L’interruzione di uno dei nodi nevralgici dello spazio aereo europeo, nel cuore economico del Paese, riaccende l’ipotesi di interferenze esterne, magari test di guerra elettronica o azioni di disturbo orchestrate da gruppi statali o para-statali.

In parallelo, si susseguono nel continente episodi preoccupanti:

l’arresto in Europa di agenti russi del GRU per l’invio di pacchi esplosivi a giornalisti e aziende sensibili; blackout localizzati di sistemi GPS navali e aerei segnalati da Francia e Spagna; attacchi informatici a infrastrutture statunitensi e canadesi nel corso di maggio e giugno.

La fragilità del cielo

Un’interruzione radar di queste proporzioni rappresenta molto più di un disservizio passeggero: è un messaggio, e chi lo ha inviato – se c’è davvero una regia occulta – ha dimostrato di conoscere le crepe nei nostri sistemi.

Il governo italiano, nel frattempo, minimizza. Il ministro dei Trasporti ha parlato di “problema isolato e risolto”, ma ha evitato di rispondere alle domande dei cronisti su possibili atti ostili.

La domanda che resta: è stato davvero solo un guasto?

The Milaner continuerà a seguire la vicenda, con aggiornamenti da fonti aeroportuali, esperti di sicurezza informatica e ambienti diplomatici europei.

MValletti

Di the milaner

foglio informativo indipendente del giornale

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