Chris Anderson, direttore di Wired dal 2001 al 2012 in un’intervista al New York Times, affermò che in una scala che va dalle caramelle al crack, gli smartphone sono più vicini al crack. E questo probabilmente è vero, sia in termini di danni che provocano al cervello, quanto al fenomeno della dipendenza. A partire dal 2013, anno del crollo dei prezzi degli smartphone, hanno cominciato ad aumentare esponenzialmente i disturbi legati all’ansia nei giovani e giovanissimi.
Queste problematiche hanno poi subito un’ulteriore impennata, arrivando quasi a raddoppiare, durante la pandemia. Psicologi e psichiatri infantili non hanno dubbi: il tutto è dovuto alla dipendenza dagli schermi e ai contenuti dannosi veicolati attraverso le piattaforme social. Orestis Floros, psichiatra che studia le dipendenze per l’Istituto Karolinska di Stoccolma, intervistato da Giorgio Bianchi, afferma senza mezzi termini che il meccanismo che determina la dipendenza da alcol e stupefacenti, è il medesimo che innesca la dipendenza dagli schermi, e andrebbe trattato nella stessa maniera. Purtroppo si tratta di una problematica ampiamente sottovalutata, soprattutto dalle famiglie che con troppa facilità usano questi mezzi tecnologici come baby sitter e far sì che i piccoli non disturbino la quiete dei genitori, non rendendosi conto degli enormi danni che stanno facendo dal punto di vista emotivo, cognitivo e comportamentale.
Per discuterne in maniera approfondita abbiamo raggiunto oltre ad Orestis Floros, anche Adolfo Morganti, psicologo e psicoterapeuta. Appuntamento quindi questa sera, alle ore 21 e 30, su Byoblu canale 262 del digitale terrestre.
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