COME UN PERFORMANTE ATTIVISMO HA RESO POSSIBILE LA PERSECUZIONE DI MASSA
di Josh Stylman per il Brownstone Institute – Traduzione a cura di Old Hunter
L’ingegnerizzazione della realtà richiede tre componenti: il potere istituzionale per creare la narrazione, la pressione sociale per imporla e la persecuzione deliberata di chiunque sfidi una delle due. L’era del Covid ci offre il perfetto caso di studio su come funziona questo meccanismo e rivela come l’attivismo performante funga da meccanismo di imposizione più potente.
Ogni elemento importante della narrazione ufficiale sul Covid è stato dimostrato falso: le origini del virus, la validità dei test PCR, la soppressione dei trattamenti precoci, la negazione dell’immunità naturale, la cosiddetta “sicurezza ed efficacia” dei vaccini e l’utilità delle mascherine, dei lockdown e dei passaporti vaccinali. Eppure coloro che ne hanno messo in dubbio una qualsiasi parte hanno dovuto affrontare un ostracismo e una persecuzione senza precedenti.
Il panico creato ad arte ignorava la realtà fondamentale: il Covid rappresenta un rischio minimo per le persone sane sotto i 70 anni, ma era significativamente più pericoloso per gli anziani e gli immunodepressi. Invece di concentrare le risorse sulla protezione delle popolazioni vulnerabili, sono state distrutte economie, rubato infanzie e imposto misure che non avevano alcun senso epidemiologico.
Non si è trattato solo di controllo, ma di un colpo di stato economico ingegnerizzato, il più grande consolidamento finanziario della storia moderna. Mentre le piccole imprese venivano forzatamente chiuse, i profitti di Amazon balzavano alle stelle. Mentre i quartieri della classe operaia erano in difficoltà, Wall Street festeggiava guadagni record. La classe dei laptoppostava “siamo tutti coinvolti” dai suoi uffici a casa, mentre i lavoratori essenziali erano costretti a lavorare in condizioni pericolose per consegnare la spesa. Le stesse aziende che sbandieravano il loro impegno per l’”equità” attraverso le iniziative DEI [diversità, equità e inclusione] stavano distruggendo la mobilità economica delle stesse comunità che sostenevano di difendere.
Pochi mesi prima del Covid, il Johns Hopkins Center for Health Security, in collaborazione con il World Economic Forum e la Bill and Melinda Gates Foundation, il 18 ottobre 2019 a New York, ospitava l’Event 201, un’esercitazione pandemica di alto livello. Un esame dell’evento rivela che la priorità dell’esercitazione non era incentrata sui protocolli di trattamento o sulla protezione dei vulnerabili, ma piuttosto su come il controllo delle informazioni potesse essere utilizzato per produrre una conformità di massa.
Quando è arrivata la crisi vera e propria, questa strategia ha trovato complici volenterosi in una cultura già predisposta alla virtù performante. L’apice di questa ipocrisia si è rivelato durante la pandemia, mettendo a nudo non solo la vuota segnalazione della virtù, ma anche la partecipazione attiva a una delle più gravi violazioni dei diritti civili della storia americana recente. Mentre milioni di persone cambiavano la foto del proprio profilo e postavano simboli di solidarietà per la giustizia sociale, queste stesse voci tacevano – o peggio, partecipavano attivamente alla persecuzione di due gruppi distinti: i non vaccinati e i feriti da vaccino.
Le proficue prestazioni del potere
La devastazione economica ha colpito più duramente coloro che sono stati meno in grado di sopportarla. Mentre i professionisti partecipavano in pigiama alle riunioni via Zoom, i lavoratori dei servizi si sono trovati di fronte a una scelta impossibile: essere presenti in quello che è stato pubblicizzato come un ambiente mortale o perdere i propri mezzi di sostentamento. I dati raccontano la storia:
- Le imprese di proprietà di neri sono diminuite del 41% durante i primi mesi di lockdown
- La disoccupazione dei latino/americani ha raggiunto il 18,9%, il livello più alto tra tutti i gruppi demografici
- Le donne hanno abbandonato il mondo del lavoro in numeri senza precedenti, cancellando decenni di conquiste
- Le piccole imprese, il mezzo principale per la stabilità della classe media nelle comunità minoritarie, hanno chiuso a un tasso triplo rispetto ai loro concorrenti delle grandi aziende
I beneficiari finanziari sono stati evidenti:
- Il valore di mercato di Amazon è aumentato di 570 miliardi di dollari
- Le azioni di Zoom sono aumentate del 396%
- I dirigenti di Moderna sono diventati miliardari da un giorno all’altro
- Pfizer ha registrato profitti record pari a 100 miliardi di dollari
- BlackRock ha acquisito il 34% delle case unifamiliari nei principali mercati
Durante il lockdown, apparentemente messo in atto per “proteggere i vulnerabili”, le piccole imprese vulnerabili hanno perso 4,6 trilioni di dollari di valore, con le imprese di proprietà delle minoranze [più povere] che hanno rappresentato il 41% delle chiusure nonostante rappresentassero solo il 20% delle attività totali. Non si è trattato solo di ipocrisia, ma di un consolidamento calcolato del potere con il pretesto della salute pubblica.
La doppiezza delle aziende è stata particolarmente evidente nello stesso periodo in cui l’America stava facendo i conti con la giustizia razziale dopo l’omicidio di George Floyd. Nike ha proclamato di “opporsi al razzismo” mentre licenziava dipendenti di quelle minoranze che non si adeguavano alle imposizioni antiscientifiche per le vaccinazioni per il Covid. BlackRock pubblicava rapporti sull’”equità sul posto di lavoro” mentre creava un sistema di uffici segregati. Google celebrava “l’inclusione” mentre le sue politiche sugli obblighi vaccinali escludevano in modo sproporzionato i lavoratori di minoranze che avevano ragioni storiche per diffidare delle autorità mediche.
Queste stesse aziende che pubblicavano simboli di solidarietà costringevano i loro lavoratori meno pagati a scegliere tra iniezioni sperimentali e dar da mangiare alle loro famiglie. I loro comitati DEI rilasciavano dichiarazioni sull’”inclusione” mentre escludevano chiunque mettesse in discussione la narrazione ufficiale. Hanno celebrato la “diversità” in messaggi pubblici attentamente curati mentre i loro obblighi di vaccinarsi avevano un impatto sproporzionato su comunità minoritarie, proprio le stesse persone che le loro iniziative DEI erano apparentemente destinate a proteggere.
Questa ipocrisia era essenzialmente una guerra economica mascherata da luoghi comuni virtuosi. L’empatia performante della classe professionale ha permesso il più grande trasferimento di ricchezza e opportunità verso l’alto della storia moderna. Il loro attivismo sui social media ha fornito una copertura a politiche che hanno devastato la classe operaia, in particolare nelle comunità di minoranza. Mentre cambiavano le foto del loro profilo per segnalare la propria virtù, cambiavano il panorama economico per imporre la dipendenza.
L’ipocrisia ha raggiunto il suo apice durante la controversia Roe contro Wade. Le stesse voci che difendevano con passione l’autonomia corporea nei diritti riproduttivi hanno sostenuto con entusiasmo le procedure mediche imposte dal governo, spesso negli stessi feed dei social media.
Un giorno ho visto chiaramente questa contraddizione e ho condiviso un meme che la coglieva perfettamente: una donna con in mano un cartello con la scritta “Il mio corpo, la mia scelta” mentre indossa una maglietta con la scritta “Obbligo vaccinale ora!”. L’ironia era evidente, o almeno così pensavo. Ma prima di discuterne, un’amica ventenne mi ha risposto: “È in gioco Il diritto all’aborto e, a differenza degli obblighi vaccinali che rimangono una scelta (concessa con un peso notevole per quanto riguarda la propria occupazione per coloro che scelgono di non farlo)… Paragonare le due questioni fa sicuramente incazzare le donne, ma non credo faccia molto per promuovere la tua causa”.
La sua risposta ha descritto gli obblighi vaccinali come una semplice “scelta di grande peso”, mentre si riferiva ai diritti riproduttivi come “la mia causa”, come se l’autonomia corporea fosse una posizione di parte piuttosto che un principio universale. La cosa più significativa è stata ciò che è successo in seguito: quando ho condiviso dati della sperimentazione e gli studi sottoposti a revisione paritaria sui problemi della fertilità, non c’è stata alcuna risposta. La conversazione si è semplicemente conclusa. Questo schema si è ripetuto in innumerevoli relazioni: il desiderio di mantenere una realtà costruita si è dimostrato più forte di decenni di amicizia o persino di prove scientifiche che potrebbero proteggere i propri cari.

Una semplice osservazione, che avrebbe dovuto essere condivisa per buon senso, è stata trattata come un tradimento ideologico, persino da una buona amica. Quello è stato il momento in cui ho capito quanto profondamente le persone avessero interiorizzato una realtà confezionata, dove sottolineare le contraddizioni era di per sé un crimine.
La fabbricazione dell’odio
La demonizzazione dei non conformi è stata sistematica e sconfinava in un territorio che sarebbe considerato incitamento all’odio se fosse stato rivolto a qualsiasi altro gruppo. I principali organi di informazione hanno fatto a gara per esprimere la condanna più velenosa dei non vaccinati. Il New York Times ha pubblicato titoli come “Sono furioso per i non vaccinati”, mentre il Washington Post ha dichiarato che “essere dei non vaccinati in pubblico dovrebbe essere considerato grave quanto guidare in stato di ubriachezza”.

Questa non era solo retorica mediatica, ma programmava direttamente la percezione pubblica e normalizzava opinioni estreme. Un sondaggio Rasmussen del gennaio 2022 ha rivelato che quasi la metà degli elettori democratici sosteneva non solo di multare i non vaccinati, ma di confinarli nelle loro case, di mandarli in campi di quarantena e persino di portar via i loro figli. I funzionari della sanità pubblica hanno coltivato e poi amplificato questa ostilità, parlando di una “pandemia dei non vaccinati”, creando una narrazione di biasimo che poi sarebbe stata usata per giustificare una discriminazione su una scala senza precedenti nell’America moderna.

La retorica delle personalità dello spettacolo è stata particolarmente rivelatrice. Gene Simmons ha dichiarato:“Se sei disposto a camminare tra noi senza vaccinarti, sei il nemico”. Sean Penn ha portato questa mentalità di imposizioni ben oltre, quando ha affermato: “Mi sembra criminale… se qualcuno sceglie di non vaccinarsi, dovrebbe scegliere di stare a casa, non andare al lavoro, non avere un lavoro… Finché paghiamo tutti per queste strade, dobbiamo poterle percorrere in sicurezza”.
Quel suo inquadrare la situazione ha colto perfettamente la prospettiva di diritto della classe benestante, che paragona i diritti fondamentali del lavoro a un privilegio che può essere revocato in caso di inadempienza. Don Lemon sosteneva la completa esclusione sociale: “Non sono vaccinato, non posso andare al supermercato… Non posso andare alla partita di pallone… Non posso andare al lavoro… Niente camicia, niente scarpe, niente servizi!”. Piers Morgan ha celebrato la discriminazione: “Mi piace l’idea dei passaporti per il vaccino COVID per ogni luogo: voli, club, palestre, negozi. È ora che i pazzi anti-vaccinisti e negazionisti del COVID vedano il loro bluff di merda smascherato”.
La disumanizzazione ha raggiunto nuove vette quando Jimmy Kimmel ha schernito i non vaccinati in cerca di cure mediche: “Persona vaccinata, entra pure. Persona non vaccinata che ha ingoiato melma di cavallo… Riposa in pace, rantolando”. Howard Stern ha chiesto l’obbligo di vaccinazione maledicendo la libertà stessa: “Quando smetteremo di sopportare gli idioti in questo Paese e diremo semplicemente che è obbligatorio vaccinarsi? Che si fottano, che si fotta la loro libertà”. Persino Arnold Schwarzenegger, che un tempo difendeva i diritti individuali, ha dichiarato “Si fotta la vostra libertà!”
Non si trattava di voci marginali, erano intrattenitori mainstream con milioni di follower, che dimostravano quanto velocemente l’intrattenimento “progressista” potesse normalizzare la discriminazione e celebrare la privazione dei diritti umani fondamentali. Il loro pubblico, che di solito si vanta di difendere gli emarginati, applaudiva alle richieste di persecuzione quando si allineavano alla loro identità tribale e rafforzavano il loro capitale sociale.
L’assurdità era ovvia per chiunque osasse pensare in modo critico. Gli architetti di questo inganno ora stanno ammettendo apertamente ciò che i critici hanno sempre detto. Janine Small ha testimoniato davanti al Parlamento europeo: “No, non sapevamo se il vaccino avesse fermato la trasmissione prima di distribuirlo”, giustificandolo dicendo che dovevano “muoversi alla velocità della scienza”.
Queste ammissioni stanno accelerando. Il direttore del CDC Walensky ora riconosce che era “troppo tardi” per riconoscere l’immunità naturale. I funzionari della FDA ammettono che i rischi di miocardite erano noti prima di essere divulgati. Ogni rivelazione conferma non solo ciò di cui i critici avevano messo in guardia, ma ciò che i dati avevano mostrato fin dall’inizio.
L’aspetto più significativo è che la dottoressa Deborah Birx, ex coordinatrice della risposta al coronavirus della Casa Bianca e tra i principali artefici delle politiche americane sul Covid, ha finalmente ammesso la scorsa settimana: “Quello che abbiamo sbagliato nella sanità pubblica è che non abbiamo spiegato che i vaccini per il COVID non sono affatto come i vaccini per l’infanzia… Non è per questo che è stato progettato il vaccino per il COVID. Non è stato progettato contro le infezioni”.
Tuttavia, queste ammissioni arrivano solo dopo che il danno era già stato fatto, dopo che vite sono state stravolte, carriere distrutte e diritti fondamentali sono stati violati a coloro che si sono limitati a indicare prove che contraddicevano la narrazione ufficiale.
Per quasi cinque anni, chiunque abbia evidenziato i dati e i fatti che ora vengono disinvoltamente rivelati dai funzionari della sanità pubblica ha rischiato l’esilio sociale e professionale. L’intera giustificazione degli obblighi, dei passaporti e dei licenziamenti di massa si basava su affermazioni che i funzionari pubblici e il pubblico compiacente non si sono mai preoccupati di verificare oppure hanno attivamente soppresso prima di costringere milioni di persone a conformarsi.
Se i vaccini proteggevano davvero i vaccinati, perché le scelte mediche di chiunque altro erano importanti? La risposta rivela l’agenda più profonda: non si è mai trattato di salute, si trattava di imporre la coercizione sociale. Come ha brillantemente documentato Matt Orfalea in una delle sue compilation di video virali, le teste parlanti dei media hanno scandito roboticamente “nessuno è al sicuro se non lo sono tutti“, mentre una società civile sprofondava nella psicosi tribale.
Questa psicosi di massa non è stata accidentale, è stata il prodotto di una sofisticata ingegnerizzazione della realtà. Gli stessi sistemi che hanno prodotto il consenso per guerre infinite sono stati ora impiegati per far rispettare la conformità medica e sociale. Ma questa volta, avevano nuovi strumenti: algoritmi dei social media, moderazione dei contenuti tramite IA e controllo narrativo in tempo reale. E a ogni livello, l’inganno è stato coordinato dall’alto verso il basso:

Una semplice osservazione, che avrebbe dovuto essere condivisa per buon senso, è stata trattata come un tradimento ideologico, persino da una buona amica. Quello è stato il momento in cui ho capito quanto profondamente le persone avessero interiorizzato una realtà confezionata, dove sottolineare le contraddizioni era di per sé un crimine.
La fabbricazione dell’odio
La demonizzazione dei non conformi è stata sistematica e sconfinava in un territorio che sarebbe considerato incitamento all’odio se fosse stato rivolto a qualsiasi altro gruppo. I principali organi di informazione hanno fatto a gara per esprimere la condanna più velenosa dei non vaccinati. Il New York Times ha pubblicato titoli come “Sono furioso per i non vaccinati”, mentre il Washington Post ha dichiarato che “essere dei non vaccinati in pubblico dovrebbe essere considerato grave quanto guidare in stato di ubriachezza”.

Questa non era solo retorica mediatica, ma programmava direttamente la percezione pubblica e normalizzava opinioni estreme. Un sondaggio Rasmussen del gennaio 2022 ha rivelato che quasi la metà degli elettori democratici sosteneva non solo di multare i non vaccinati, ma di confinarli nelle loro case, di mandarli in campi di quarantena e persino di portar via i loro figli. I funzionari della sanità pubblica hanno coltivato e poi amplificato questa ostilità, parlando di una “pandemia dei non vaccinati”, creando una narrazione di biasimo che poi sarebbe stata usata per giustificare una discriminazione su una scala senza precedenti nell’America moderna.

La retorica delle personalità dello spettacolo è stata particolarmente rivelatrice. Gene Simmons ha dichiarato:“Se sei disposto a camminare tra noi senza vaccinarti, sei il nemico”. Sean Penn ha portato questa mentalità di imposizioni ben oltre, quando ha affermato: “Mi sembra criminale… se qualcuno sceglie di non vaccinarsi, dovrebbe scegliere di stare a casa, non andare al lavoro, non avere un lavoro… Finché paghiamo tutti per queste strade, dobbiamo poterle percorrere in sicurezza”.
Quel suo inquadrare la situazione ha colto perfettamente la prospettiva di diritto della classe benestante, che paragona i diritti fondamentali del lavoro a un privilegio che può essere revocato in caso di inadempienza. Don Lemon sosteneva la completa esclusione sociale: “Non sono vaccinato, non posso andare al supermercato… Non posso andare alla partita di pallone… Non posso andare al lavoro… Niente camicia, niente scarpe, niente servizi!”. Piers Morgan ha celebrato la discriminazione: “Mi piace l’idea dei passaporti per il vaccino COVID per ogni luogo: voli, club, palestre, negozi. È ora che i pazzi anti-vaccinisti e negazionisti del COVID vedano il loro bluff di merda smascherato”.
La disumanizzazione ha raggiunto nuove vette quando Jimmy Kimmel ha schernito i non vaccinati in cerca di cure mediche: “Persona vaccinata, entra pure. Persona non vaccinata che ha ingoiato melma di cavallo… Riposa in pace, rantolando”. Howard Stern ha chiesto l’obbligo di vaccinazione maledicendo la libertà stessa: “Quando smetteremo di sopportare gli idioti in questo Paese e diremo semplicemente che è obbligatorio vaccinarsi? Che si fottano, che si fotta la loro libertà”. Persino Arnold Schwarzenegger, che un tempo difendeva i diritti individuali, ha dichiarato “Si fotta la vostra libertà!”
Non si trattava di voci marginali, erano intrattenitori mainstream con milioni di follower, che dimostravano quanto velocemente l’intrattenimento “progressista” potesse normalizzare la discriminazione e celebrare la privazione dei diritti umani fondamentali. Il loro pubblico, che di solito si vanta di difendere gli emarginati, applaudiva alle richieste di persecuzione quando si allineavano alla loro identità tribale e rafforzavano il loro capitale sociale.
L’assurdità era ovvia per chiunque osasse pensare in modo critico. Gli architetti di questo inganno ora stanno ammettendo apertamente ciò che i critici hanno sempre detto. Janine Small ha testimoniato davanti al Parlamento europeo: “No, non sapevamo se il vaccino avesse fermato la trasmissione prima di distribuirlo”, giustificandolo dicendo che dovevano “muoversi alla velocità della scienza”.
Queste ammissioni stanno accelerando. Il direttore del CDC Walensky ora riconosce che era “troppo tardi” per riconoscere l’immunità naturale. I funzionari della FDA ammettono che i rischi di miocardite erano noti prima di essere divulgati. Ogni rivelazione conferma non solo ciò di cui i critici avevano messo in guardia, ma ciò che i dati avevano mostrato fin dall’inizio.
L’aspetto più significativo è che la dottoressa Deborah Birx, ex coordinatrice della risposta al coronavirus della Casa Bianca e tra i principali artefici delle politiche americane sul Covid, ha finalmente ammesso la scorsa settimana: “Quello che abbiamo sbagliato nella sanità pubblica è che non abbiamo spiegato che i vaccini per il COVID non sono affatto come i vaccini per l’infanzia… Non è per questo che è stato progettato il vaccino per il COVID. Non è stato progettato contro le infezioni”.
Tuttavia, queste ammissioni arrivano solo dopo che il danno era già stato fatto, dopo che vite sono state stravolte, carriere distrutte e diritti fondamentali sono stati violati a coloro che si sono limitati a indicare prove che contraddicevano la narrazione ufficiale.
Per quasi cinque anni, chiunque abbia evidenziato i dati e i fatti che ora vengono disinvoltamente rivelati dai funzionari della sanità pubblica ha rischiato l’esilio sociale e professionale. L’intera giustificazione degli obblighi, dei passaporti e dei licenziamenti di massa si basava su affermazioni che i funzionari pubblici e il pubblico compiacente non si sono mai preoccupati di verificare oppure hanno attivamente soppresso prima di costringere milioni di persone a conformarsi.
Se i vaccini proteggevano davvero i vaccinati, perché le scelte mediche di chiunque altro erano importanti? La risposta rivela l’agenda più profonda: non si è mai trattato di salute, si trattava di imporre la coercizione sociale. Come ha brillantemente documentato Matt Orfalea in una delle sue compilation di video virali, le teste parlanti dei media hanno scandito roboticamente “nessuno è al sicuro se non lo sono tutti“, mentre una società civile sprofondava nella psicosi tribale.
Questa psicosi di massa non è stata accidentale, è stata il prodotto di una sofisticata ingegnerizzazione della realtà. Gli stessi sistemi che hanno prodotto il consenso per guerre infinite sono stati ora impiegati per far rispettare la conformità medica e sociale. Ma questa volta, avevano nuovi strumenti: algoritmi dei social media, moderazione dei contenuti tramite IA e controllo narrativo in tempo reale. E a ogni livello, l’inganno è stato coordinato dall’alto verso il basso:
Sebbene il VAERS sia concepito come un sistema di allerta precoce piuttosto che come uno strumento di valutazione definitivo, il netto contrasto nel modo in cui questi segnali di sicurezza sono stati trattati rispetto ad altri vaccini rivela un preoccupante doppio standard nel monitoraggio della sicurezza. E questo prima di considerare il fatto che il VAERS è notoriamente sottostimato.
Questo messaggio coordinato non era una coincidenza. Una porta girevole ben documentata tra le autorità di regolamentazione e le aziende farmaceutiche ha consolidato il loro predominio sulle narrazioni della salute pubblica.
- Mark McClellan: da commissario della FDA che regolamenta Johnson & Johnson a membro del consiglio di amministrazione
- Scott Gottlieb: da commissario della FDA che regola Pfizer a membro del consiglio di amministrazione
- Stephen Hahn: da commissario della FDA che regola Moderna a CMO del suo finanziatore di capitale di rischio
- James C. Smith: dal CEO di Reuters che “informa” sui vaccini a membro del consiglio di amministrazione di Pfizer
Questo sistema circolare si estendeva alla copertura delle notizie stesse. Il pubblico avrebbe mantenuto la fiducia nella “narrazione ufficiale” se avesse capito che i giornalisti “imparziali” che la fornivano erano sostanzialmente finanziati in modo dalla pubblicità farmaceutica? Solo Pfizer ha speso 2,4 miliardi di dollari in pubblicità televisiva nel 2021. Ogni segmento di “ultime notizie” sulla pandemia era di fatto “offerto dalla Pfizer“, la stessa azienda che traeva profitto dalle soluzioni promosse. Non si trattava di un semplice pregiudizio, ma di un conflitto di interessi fondamentale che ha trasformato i notiziari in canali di marketing farmaceutico con una parvenza di credibilità giornalistica.
Il quadro giuridico stesso ha smascherato l’inganno. Non si trattava di prodotti medici soggetti ai normali protocolli di sicurezza, ma di contromisure militari, che consentivano ai produttori di aggirare le normative e godere al contempo di una completa protezione dalla responsabilità. Il 4 febbraio 2020, con meno di una dozzina di casi confermati di Covid e zero decessi, il Dipartimento della Difesa che si trattava di una “minaccia alla sicurezza nazionale” e ha attivato poteri di emergenza progettati per le armi di distruzione di massa. La scienza è passata in secondo piano rispetto ai protocolli militari, con dichiarazioni di emergenza senza precedenti che si sono verificate contemporaneamente in tutti i Paesi.
Anche il linguaggio stesso è stato manipolato per accogliere questi nuovi prodotti. Il CDC ha cambiato silenziosamente la definizione di “vaccinazione” più volte: da “l’atto di introdurre un vaccino nel corpo per produrre immunità a una malattia specifica” a semplicemente “produrre protezione”, un cambiamento sottile ma fondamentale che ha abbassato l’asticella dall’immunità effettiva alla mera “protezione”. Non si è trattato di cavilli semantici, ma di una deliberata riformulazione per adattare la definizione a prodotti che non potevano soddisfare lo standard tradizionale. Cambiando il significato stesso di “vaccino”, hanno potuto affermare che questi prodotti di terapia genica appartenevano alla stessa categoria dei vaccini tradizionali, nonostante i loro meccanismi e risultati fondamentalmente diversi.

L’implementazione di questa architettura di controllo non è stata improvvisata, ma ha seguito un dettagliato manuale stabilito prima della crisi. Le raccomandazioni di Event 201 sono andate ben oltre le discussioni teoriche sulla “disinformazione”. La simulazione ha delineato esplicitamente le tattiche che sarebbero state impiegate in seguito:
- “Inondare la zona” con messaggi approvati per sopraffare le informazioni contrarie
- Utilizzare “voci attendibili” (di celebrità e influencer) per plasmare l’opinione pubblica
- Sviluppo di strumenti di sorveglianza per identificare il dissenso prima che possa diffondersi
- Creare strategie di pre-bunking per screditare le critiche previste
- Istituzione di meccanismi per sopprimere le testimonianze personali che contraddicono le narrazioni ufficiali
La cosa più inquietante è stata la precisione con cui queste tattiche sono state impiegate contro i danneggiati dal vaccino. Proprio come la simulazione aveva provato, coloro che segnalavano effetti avversi sono stati sistematicamente etichettati come diffusori di “disinformazione”, esattamente come prescritto dal progetto.
La risposta globale sincronizzata ha dimostrato un coordinamento senza precedenti attraverso confini politici e geografici. I leader mondiali hanno adottato simultaneamente frasi identiche come “Ricostruire meglio“, mentre attuavano politiche notevolmente simili, indipendentemente dal loro orientamento politico o dalle circostanze specifiche dei loro paesi. Questo perfetto allineamento di messaggi e politiche rappresenta un livello di coordinamento internazionale mai visto prima, suggerendo o una straordinaria coincidenza o un’orchestrazione deliberata che va oltre gli interessi nazionali. In che modo una politica di sanità pubblica stabilita democraticamente si manifesta in modo identico in decine di nazioni culturalmente e politicamente diverse? La risposta sta nella pianificazione pre-crisi attraverso organizzazioni non governative e istituzioni globali non elette.
Non è stato un incidente. È stata una costruzione deliberata. La realtà stessa è diventata un prodotto fabbricato, modellato e rafforzato attraverso algoritmi dei social media, narrazioni dei media legacy e infrastrutture di censura. Non si trattava più di singoli fatti, ma dell’intero contesto in cui quei fatti esistevano.
La parte terrificante è che una volta che si è bloccati in una di queste linee temporali, sfuggirne sembra impossibile. Non perché le persone siano incapaci di pensiero critico, ma perché vengono forniti loro solo i pezzi del puzzle che si adattano al una realtà pre-costruita. Se l’intero ambiente mediatico ti dice che i passaporti vaccinali erano necessari per salvare vite, allora chiunque si opponga deve essere egoista o pericoloso. Se la vostra realtà vi dice che i danni da vaccino sono un’anomalia rara, allora le persone che sollevano preoccupazioni devono essere dei pazzi squilibrati. Una volta che la scena è stata allestita, le persone non hanno bisogno di essere ingannate attivamente: hanno semplicemente bisogno di non vedere mai le informazioni che contraddicono la loro versione della realtà.
E la parte più spaventosa? Non riguarda solo il Covid. Questo è ormai il modello per plasmare la percezione pubblica su ogni questione. Non viviamo solo in un’era di disinformazione. Viviamo in un’era in cui intere realtà vengono costruite e assegnate a noi, e uscirne ha un costo personale e sociale. Non è solo che le persone vengono manipolate. È che vengono inserite in una linea temporale completamente diversa, una in cui il dissenso stesso è impensabile.
L’esperimento senza consenso
Forse la cosa più agghiacciante è la totale assenza di consenso informato. La crisi ha rivelato quanto velocemente abbiamo abbandonato le nostre più sacre protezioni. Il Primo Emendamento non è stato solo contestato, è stato sistematicamente smantellato. La libertà di parola, concepita per proteggere il flusso di informazioni e consentire alle persone di ascoltare tutte le diverse parti, è stata sostituita da una censura coordinata. Le stesse voci che un tempo difendevano il “dire la verità al potere” ora chiedevano il potere per mettere a tacere il dissenso.
Queste azioni hanno violato non solo l’etica, ma anche i principi fondamentali stabiliti dopo la seconda guerra mondiale per impedire esattamente questo tipo di coercizione. Le stesse protezioni create per impedire la sperimentazione medica senza consenso sono state a loro volta abusate.
Al pubblico non è mai stato detto che stava partecipando a quello che equivale al più grande esperimento medico nella storia dell’umanità. La formulazione che ha ricevuto l’approvazione della FDA non è mai stata effettivamente somministrata, un escamotage che sarebbe criminale in qualsiasi altro contesto. Mancano ancora dati di sperimentazione adeguati, con la popolazione generale che funge da inconsapevole cavia.
L’assenza di consenso informato è stata particolarmente grave per le donne incinte e quelle in età fertile. I documenti di dicembre 2020 della stessa Pfizer, pubblicati dal governo del Regno Unito, sconsigliavano di somministrare queste iniezioni a donne incinte e in allattamento. I documenti di consenso informato del loro studio affermavano esplicitamente:

Fonte: Documenti del processo Pfizer, pagina 12
Tuttavia, i funzionari della sanità pubblica hanno promosso in modo aggressivo questi prodotti tra le donne incinte e le ragazze senza rivelare tali avvertenze.
L’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) e la Society for Maternal-Fetal Medicine (SMFM) hanno rapidamente invertito decenni di protocollo cauto raccomandando questi prodotti per le donne incinte nel luglio 2021, nonostante l’assenza di studi clinici completati in questa popolazione. Questa deviazione senza precedenti dalle procedure di sicurezza stabilite ha messo un’intera generazione di madri e i loro bambini non ancora nati in un esperimento incontrollato.
Coloro che sollevavano preoccupazioni sulla somministrazione di farmaci sperimentali alle future mamme venivano bollati come pericolosi diffusori di disinformazione. La cosa più scioccante di tutte è che gli “studi” utilizzati per giustificare la sicurezza in gravidanza non erano affatto condotti su donne incinte, ma solo su topi. L’establishment medico che un tempo aderiva al principio di precauzione “primo, non nuocere” ora abbracciava un esperimento senza precedenti sulla salute riproduttiva di un’intera generazione.
generazione.

I report VAERS di aborti spontanei e nati morti sono aumentati del 450% nel 2022 rispetto al valore di riferimento del decennio precedente. Mentre vaccini simili non hanno mostrato alcun segnale del genere, le autorità hanno respinto questi report senza indagare. Le stesse voci che hanno reso popolari le “donne credenti” hanno improvvisamente trovato infinite ragioni per dubitare delle esperienze delle donne quando contraddicevano gli interessi farmaceutici, proprio come la mia amica aveva respinto la contraddizione tra procedure mediche forzate e autonomia corporea.

Mentre il CDC e i funzionari della sanità pubblica continuavano a rassicurare il pubblico che l’mRNA rimaneva isolato nel sito di iniezione, il discorso di Moderna a Wall Street raccontava una storia molto diversa. In una presentazione agli investitori (in seguito rimossa dal loro sito web ma archiviata tramite Wayback Machine), Moderna si vantava apertamente della capacità della sua tecnologia di fornire mRNA al midollo osseo, portando alla “trasfezione di HSPC e alla modulazione a lungo termine di tutti i lignaggi ematopoietici”. Le loro diapositive mostravano con orgoglio come diverse formulazioni di LNP (nanoparticelle lipidiche) e il dosaggio ripetuto potessero “migliorare la trasfezione” in vari sistemi, tra cui midollo osseo e HSPC umane (cellule staminali e progenitrici ematopoietiche) in “sistemi modello di topi umanizzati”.

E i documenti depositati da BioNTech alla SEC sono stati altrettanto rivelatori. La società ha messo in guardia gli investitori circa la “modifica irreversibile del DNA in una cellula” e la necessità di “ulteriori test per gli effetti collaterali a lungo termine”.

Come avrebbe poi ammesso il direttore farmaceutico della Bayer, Stefan Oelrich, si trattava effettivamente di prodotti per la terapia genica, esattamente ciò per cui l’opinione pubblica era stata condannata. Il dibattito semantico sulla terminologia è servito principalmente a nascondere al pubblico il nuovo meccanismo d’azione.
La duplicità è mozzafiato. Una narrazione per il pubblico, un’altra per gli investitori. Una storia sulla sicurezza per il consumo di massa, un’altra sui rischi e l’impatto biologico per chi finanzia l’operazione. Al pubblico non solo è stato negato il consenso informato, ma è stato anche attivamente disinformato sulla natura di ciò che veniva iniettato nei loro corpi.
Il costo umano
Ho assistito a queste storie in prima persona mentre lavoravo con la regista Jennifer Sharp al suo innovativo documentario “Anecdotals“. Il film ha fornito una lente umana e sfumata sulle esperienze dei danneggiati dal vaccino, individui che si sono fidati del sistema e hanno pagato un prezzo devastante. Non si trattava di statistiche lontane o “casi rari” facilmente liquidati dalle aziende farmaceutiche; erano persone reali le cui vite sono state stravolte, prima dal danno e poi da un sistema che si è rifiutato di riconoscere la loro esistenza.
La potenza del film sta nel dare voce a coloro che sono stati sistematicamente messi a tacere. Nonostante i tentativi di screditare le loro esperienze come “semplici aneddoti”, queste storie rivelano uno schema che non può più essere ignorato.
Di recente, anche prestigiose istituzioni tradizionali sono state costrette a riconoscere la realtà dei danni persistenti da vaccino. Molteplici iniziative di ricerca, tra cui uno studio della Yale University, hanno iniziato a documentare ciò che in precedenza era stato ignorato: persistenza della proteina spike a lungo dopo la vaccinazione, infiammazione cronica, interruzione del sistema immunitario e riattivazione di virus dormienti.
Eppure, anche se le prove si accumulano, la verità viene spesso confezionata e monetizzata dalle stesse istituzioni che l’hanno negata inizialmente. La ricerca che convalida i danni da vaccino diventa una merce, con i partecipanti sofferenti trattati come punti dati piuttosto che come pazienti bisognosi di cure. Alcuni partecipanti si sono persino ritirati da questi studi, sostenendo che i ricercatori sembrano più interessati a gestire la narrazione che ad affrontare le loro esigenze mediche.
Per persone come la Lyndsey, un’infermiera qualificata e una informatrice che ha documentato un continuo picco di produzione di proteine spike per oltre 1.500 giorni dalla sua vaccinazione di dicembre 2020, questi riconoscimenti accademici arrivano troppo tardi e offrono troppo poco. I suoi risultati di laboratorio mostrano costantemente disfunzioni del sistema immunitario e marcatori infiammatori che si allineano con i risultati emergenti della ricerca, ma un trattamento completo rimane elusivo.
Non si tratta solo di statistiche o personaggi lontani: sono i nostri vicini, amici e familiari che hanno avuto fiducia nel sistema e hanno pagato un prezzo impensabile. Non hanno bisogno di compassione virtuale o gesti performativi. Hanno bisogno di ricerca medica sui trattamenti. Hanno bisogno di sostegno finanziario per le cure. Ma soprattutto, hanno bisogno che noi garantiamo che questo non accada mai più.
Eppure, invece di dare sostegno, coloro che si sono fatti avanti hanno dovuto affrontare persecuzioni. Il meccanismo che ha messo a tacere i feriti ha preso di mira anche chiunque mettesse in discussione la narrazione.
Ho sperimentato questa mentalità da massa in azione quando ho osato mettere in discussione la narrazione prevalente. Nel 2022, ho postato quello che ritenevo un thread ponderato che metteva a confronto i passaporti vaccinali con modelli storici di discriminazione. Come discendente di sopravvissuti all’Olocausto, ho fatto notare con attenzione che non stavo paragonando gli eventi attuali alla Germania del 1943, ma piuttosto mettendo in guardia su come le società normalizzino la discriminazione attraverso passaggi incrementali, esattamente il processo iniziato nel 1933.
La risposta ha dimostrato perfettamente il mio punto. Il New York Times ha pubblicato un articolo che ha omesso il contesto storico della mia spiegazione. Si è formata una folla che chiedeva le mie dimissioni dal birrificio che avevo costruito in un decennio. Ci sono migliaia di messaggi su Internet su quanto sia una persona orribile. Dopo una carriera di successo di due decenni nella tecnologia e poi con un birrificio, se cerchi il mio nome su Google, la maggior parte del contenuto descrive una persona che non riconosco.
Non si trattava di una semplice cancellazione, ma di una vera e propria “distruzione del personaggio”. Alcuni amici non mi hanno più parlato. Il mio crimine non è stato quello di paragonare gli eventi attuali agli orrori dell’Olocausto (non ho mai parlato di Olocausto), ma piuttosto quello di aver osato far notare come iniziano le “società dei checkpoint“: con la normalizzazione della discriminazione di un gruppo suggerendo che rappresenta una minaccia per la salute pubblica.
I parallelismi storici erano impossibili da ignorare, ma la cosa più inquietante era il fatto che poche persone li riconoscessero. Una generazione cresciuta senza conoscere la storia, il pensiero critico o i principi scientifici di base non riusciva a vedere certi modelli ripetersi davanti ai propri occhi. La propaganda nazista aveva dipinto gli ebrei come diffusori di tifo. Ora, i principali media hanno dipinto i non vaccinati come diffusori di Covid, nonostante le chiare prove che lo stato vaccinale non avesse alcun impatto sulla trasmissione. In entrambi i casi, affermazioni pseudoscientifiche sulla salute pubblica sono state utilizzate per giustificare la privazione dei diritti fondamentali di un gruppo preso di mira.

Non si è trattato di un incidente isolato. In tutto il paese, i professionisti che hanno sollevato preoccupazioni hanno dovuto affrontare campagne di intimidazione simili:
- I medici che hanno segnalato danni da vaccino hanno visto minacciate le loro licenze
- Gli scienziati che hanno messo in dubbio i dati hanno affrontato la censura accademica
- I titolari di attività commerciali che si sono opposti agli obblighi hanno dovuto affrontare boicottaggi coordinati
- I giornalisti che hanno indagato sui conflitti di interesse farmaceutici sono stati messi da parte
Lo schema era sempre lo stesso: prima la distorsione mediatica, poi la folla, poi la pressione istituzionale. È un mondo pericoloso in cui non possiamo dire ciò che crediamo sia giusto per paura di perdere tutto ciò per cui abbiamo lavorato così duramente.
La realtà era qualcosa che condividevamo. Ora non più. Negli ultimi anni, abbiamo assistito a qualcosa senza precedenti: la deliberata frammentazione della realtà in linee temporali separate e incompatibili. Non in base alla geografia o alla cultura, ma interamente in base a flussi di informazioni.
In una linea temporale, gli ultimi anni sono stati definiti un eroico sforzo globale per fermare una pandemia mortale. I governi hanno agito con urgenza, i vaccini sono stati una soluzione miracolosa che ha salvato vite e coloro che li hanno rifiutati sono diventati minacce sconsiderate alla sicurezza pubblica. In un’altra linea temporale, lo stesso periodo è stato un’operazione psicologica di massa coordinata, che ha giustificato l’eccesso autoritario, ha riscritto il contratto sociale e ha fatto il buio sui feriti, mentre convogliava trilioni di dollari alle aziende.
Questa frattura della linea temporale rappresenta il risultato finale dell’ingegnerizzazione della realtà: non solo il controllo delle informazioni, ma la creazione di mondi percettivi completamente separati in cui gli stessi eventi hanno significati fondamentalmente diversi. Quando la realtà stessa diventa un prodotto artificiale, i concetti tradizionali di verità e prova non funzionano più come ancore sociali. A seconda della linea temporale in cui si è inseriti, la vostra intera comprensione del mondo, chi era buono, chi era cattivo, cosa era la verità, era predeterminata.
Lo capisco, perché anch’io sono stato ingannato. Ci ho creduto. Sono stato abbastanza stupido da farmi “vaccinare” senza mettere in discussione (o, in realtà, anche solo guardare) i dati. Solo qualche giorno dopo, dopo che un amico mi ha spinto a cercare più a fondo, ho capito di essermi iniettato qualcosa nel corpo senza una reale comprensione di cosa fosse. E quando ho guardato le prove, mi sono sentito tradito. La differenza è che ero disposto ad ammettere di aver sbagliato. Altri ancora non ci riescono, perché significherebbe riconoscere di aver partecipato a qualcosa di imperdonabile.
Non è solo una questione di ego, ma di identità. Ammettere di aver sbagliato significa confrontarsi con il fatto di aver imposto un sistema di persecuzione contro i loro stessi amici, familiari e vicini. Quindi, invece, si raddoppiano. Come vittime della sindrome di Stoccolma, sono diventati ferventi difensori del sistema che li ha danneggiati. Anche dopo essere stati ingannati, costretti e in molti casi feriti, non sono riusciti a liberarsi dalla loro prigionia psicologica. Perché una volta che si è contribuito a imporre l’ingiustizia, ammettere la verità significa affrontare la propria complicità nella discriminazione di massa.
Alcune relazioni sono irrimediabilmente perdute. Non perché siamo cambiati, ma perché riconoscere la verità richiederebbe di smantellare la loro intera visione del mondo. Sono intrappolati in una realtà che non possiamo più condividere.
La fabbricazione della verità
Il percorso verso la giustizia richiede lo smantellamento sia dei meccanismi dell’ingegnerizzazione della realtà sia dei suoi meccanismi di imposizione sociale. Dobbiamo riconoscere non solo la realtà dei danni da vaccino, ora convalidati da importanti istituti di ricerca, ma anche il sistema più ampio che ha reso possibile la loro persecuzione. Ciò significa creare spazi in cui le esperienze soppresse possano essere condivise senza timore, sfidando l’oscuramento sistematica delle vittime ed esigendo la responsabilità sia dagli architetti di questo inganno sia da coloro che lo hanno imposto attraverso la conformità performativa.
La vera resistenza richiede di esporre i conflitti di interesse che guidano l’ingegnerizzazione della realtà, dai profitti farmaceutici alle agende militari. Ancora più cruciale, dobbiamo stabilire delle garanzie contro la militarizzazione del consenso sociale per la coercizione medica. Ciò include i modi in cui le istituzioni cooptano e controllano persino il riconoscimento dei propri illeciti. Quando prestigiose università infine convalidano ciò che i feriti dicono da anni, ciò comporta delle condizioni: monetizzazione dei dati, controllo narrativo, attenta limitazione della portata. La vera giustizia non riguarda solo il riconoscimento, ma anche la piena divulgazione e l’effettiva cura dei feriti.
Un appello per una vera giustizia
A coloro che ora pubblicano post sulla prossima causa di tendenza, facendo finta che gli ultimi anni non siano mai esistiti: il vostro attivismo performativo è stato smascherato per quello che è sempre stato: un accessorio di moda sociale, scartato nel momento in cui è stato richiesto un vero coraggio. Avete perso ogni credibilità per parlare di inclusione, giustizia o diritti umani. Non vi siete limitati a osservare la discriminazione, l’avete celebrata. Non vi siete limitati a ignorare la coercizione medica, l’avete pretesa. Non avete solo assistito al silenzio sui feriti, ma vi avete partecipato attivamente.

La pandemia ha svelato una verità fondamentale sull’attivismo moderno: coloro che praticano la virtù più rumorosamente spesso permettono il danno con più entusiasmo. Le stesse voci che cambiano i loro profili sui social media per ogni causa di tendenza si sono rivelati dei partecipanti entusiasti alla discriminazione effettiva quando questa si allinea ai loro interessi tribali. Il loro impegno per i diritti umani si estendeva esattamente quanto la loro posizione sociale percepita e alle metriche di coinvolgimento.
Non si è trattato solo di ipocrisia, ma di un completo collasso morale mascherato da un teatro algoritmico. L’Instagram-ificazione della protesta, la riduzione della resistenza ad hashtag, la sostituzione delle cornici del profilo con i principi, tutto questo ha contribuito a creare l’illusione della giustizia, consentendone al contempo l’opposto. La vera resistenza non consiste in gesti da social media o in un comodo perdono, ma nel rimanere fermi contro l’oppressione, anche quando – soprattutto quando – quell’oppressione è avvolta nel linguaggio del bene pubblico.
I non vaccinati e i danneggiati dai vaccini rappresentano i gruppi più brutalmente emarginati nella recente storia americana. La portata di questa esclusione sistematica non ha precedenti nell’America moderna:
- Oltre 7 milioni di americani hanno perso il lavoro a causa dell’obbligo di vaccinarsi
- Congedati 22.000 militari
- Oltre 50.000 operatori sanitari licenziati
- Innumerevoli famiglie a cui è stato negato l’accesso ai servizi di base
- Bambini esclusi dalle scuole e dalle attività
- Ai feriti sono state sistematicamente negate le cure mediche e i sussidi di invalidità
Nessun altro gruppo nella storia recente ha dovuto affrontare un’esclusione così totale dalla società: esclusi dai luoghi di lavoro, dall’istruzione, dai viaggi, dall’intrattenimento e persino dalle cure mediche di base, il tutto mentre venivano pubblicamente demonizzati dai media tradizionali e da personaggi dello spettacolo.
La loro storia non è di tendenza. La loro bandiera non è di moda. La loro causa non gli farà ottenere un like. Ma ignorarli non cancella ciò che è successo. Le stesse persone che hanno segnalato a gran voce la loro virtù con i loro selfie sui vaccini ora fingono che gli ultimi cinque anni non siano mai accaduti. Ma noi ricordiamo. E non lasceremo che riscrivano la storia.
Oggi, molti di quegli stessi esecutori sono passati alle loro cause successive, qualunque cosa generi il maggior coinvolgimento, qualunque cosa permetta loro di mettere in pratica la virtù senza rischiare nulla di reale. Ma non si può andare avanti senza riconciliazione. Il meccanismo di coercizione sociale che hanno azionato con tanta entusiasmo è stato rivelato. Le loro pose di virtù morale sono in rovina. La prossima volta che cambieranno la loro immagine del profilo per qualche causa alla moda, ricordate: ci hanno già mostrato chi sono veramente quando l’emarginazione dei dissidenti era di tendenza.
Non è finita. Il sistema che ha messo i vicini gli uni contro gli altri resta in vigore, in attesa della prossima crisi che trasformi l’empatia in conformità. Dobbiamo agire ora per prevenire la prossima crisi creata ad arte. Ciò significa esigere la completa trasparenza dalle istituzioni sanitarie pubbliche, sostenere la ricerca indipendente sui trattamenti per i danneggiati dai vaccini, creare protezioni legali per l’autonomia medica e costruire reti di informazione resistenti alla censura.
Ma, cosa più importante, significa ritenere responsabili coloro che hanno consapevolmente ingannato il pubblico, non con la vendetta, ma tramite un processo di verità e riconciliazione che garantisca che un danno così diffuso non accada mai più. L’unica domanda è: la prossima volta, riconoscerete che sta accadendo? E se vi adeguerete di nuovo, cosa rimarrà della vostra umanità quando sarà finita?
La vera solidarietà non si misura con le foto del profilo o gli hashtag, ma con la volontà di opporsi all’ingiustizia quando ti costa qualcosa. Durante il Covid, i veri alleati non avrebbero postato selfie con le tessere vaccinali, ma avrebbero piuttosto chiesto trasparenza quando i feriti venivano messi a tacere, messo in discussione gli impatti sproporzionati sulle comunità emarginate e rifiutato di partecipare alla segregazione della società, anche a costo della loro posizione sociale. Avrebbero riconosciuto che i diritti umani non sono lussi partigiani che si applicano solo ai gruppi favoriti, ma principi universali che contano di più quando sono scomodi. Avrebbero visto che la discriminazione mascherata con il linguaggio della salute pubblica è pur sempre discriminazione.
Invece, la maggior parte degli autoproclamati attivisti ha fallito il test sui diritti civili più significativo della nostra generazione, rivelando che il loro impegno per la giustizia si estendeva esattamente fino alle metriche di coinvolgimento sui social media. La prossima volta che emergerà una crisi e vi verrà detto chi temere, chi escludere e quali domande non fare, ricordate: il coraggio non è unirsi al coro dei comodi, ma è dire la verità quando le conseguenze sono reali. La storia ricorderà non solo chi ha imposto l’ingiustizia, ma anche chi è rimasto in silenzio mentre accadeva.
Il danno a lungo termine si estende oltre le vittime immediate. Le istituzioni sanitarie pubbliche hanno distrutto decenni di fiducia accumulata per mezzo della loro volontaria partecipazione all’inganno. La prossima vera crisi sanitaria sarà accolta con giustificato scetticismo da milioni di persone che hanno assistito a questo tradimento. Le autorità mediche hanno barattato la credibilità a lungo termine per la conformità a breve, creando un vuoto pericoloso in cui ogni raccomandazione sanitaria verrà ora messa in discussione, indipendentemente dal merito. Ricostruire questa fiducia richiederà non solo una nuova leadership, ma anche trasparenza istituzionale, responsabilità per le azioni passate e il ripristino di principi come il consenso informato e l’integrità dei dati come fondamenti non negoziabili della salute pubblica.
- Lo shadow banning è la pratica di bloccare totalmente o parzialmente un utente o il suo contenuto da alcune aree di una comunità online in modo tale che il divieto non sia immediatamente visibile all’utente, indipendentemente dal fatto che l’azione sia intrapresa da un individuo o da un algoritmo.