L’Italia è sotto attacco. Secondo il rapporto del CLUSIT , subiamo il 10% degli attacchi cyber mondiali, un dato impressionante se pensiamo che siamo solo lo 0,8% della popolazione globale. E a essere più colpiti non sono solo aziende e infrastrutture critiche, ma anche il settore news e multimedia, che nel 2024 ha registrato il maggior numero di attacchi, con un singolo episodio che ha compromesso i dati di 5 milioni di persone.
Gli attacchi sono aumentati ovunque, con una crescita del 27% a livello globale. Ma in Italia il problema è ancora più serio. Un quarto degli attacchi mondiali al manifatturiero e ai trasporti e logistica ha colpito proprio aziende italiane. Questo significa che i cybercriminali vedono le nostre imprese come un bersaglio privilegiato, forse perché ancora oggi molte realtà non investono abbastanza in sicurezza informatica.
E il motivo di questi attacchi? Soldi. Il 90% degli incidenti è stato di matrice cybercriminale, con obiettivi chiari: estorsione, furto di dati e ricatti. Il phishing e l’ingegneria sociale sono cresciuti del 33%, e il fenomeno dell’information warfare, la guerra dell’informazione, si sta intensificando a causa delle tensioni geopolitiche.
Il problema non è solo la frequenza, ma anche l’impatto. Nel 79% dei casi, gli attacchi hanno avuto conseguenze gravi o gravissime, e gli attacchi di gravità media in Italia sono stati quasi il 40%, contro il 22% della media globale. Questo significa che gli hacker non stanno solo aumentando gli attacchi, ma li stanno rendendo sempre più distruttivi….
E non è un caso. Gli attacchi diventano sempre più sofisticati grazie all’uso dell’intelligenza artificiale, che permette di automatizzare attacchi su larga scala, rendendo più difficile per le aziende proteggersi. Non è più una questione di SE si verrà attaccati, ma di QUANDO.
Ed è per questo che insisto sempre sul concetto di Cyberumanesimo. Il digitale è parte integrante della nostra vita, e la sicurezza informatica non può essere trattata come un dettaglio tecnico. Serve una cultura della sicurezza, perché oggi proteggere i dati significa proteggere noi stessi, le nostre aziende e il nostro futuro.