Firmata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e approvata anche dalla Ragioneria di Stato, la Manovra di bilancio per il 2025 è pronta ad arrivare al Senato e alla Camera. Il testo, varato dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, contiene novità importanti anche per il gioco pubblico, un settore che negli ultimi anni si è ritagliato uno spazio importante dal punto di vista fiscale e finanziario.
“La novità più importante è l’ufficialità delle proroghe biennali per quanto riguarda il gioco terrestre – ci spiegano gli esperti della redazione di Gaming Report – le concessioni di bingo, scommesse sportive, ippiche e giochi simulati, in scadenza il 31 dicembre 2024, sono quindi rimandate a dicembre 2026, così come quelle per la conduzione delle reti di gestione telematica del gioco mediante apparecchi da divertimento e intrattenimento”. Quest’ultima avrà un costo di 4 mila euro, mentre i punti vendita “aventi come attività principale la commercializzazione dei prodotti di gioco pubblico” dovranno pagare 5.700 euro annui mentre le concessioni sul bingo valgono 108 mila euro.
Ma cosa c’è dietro questa misura? Perché il Governo ha deciso di rimandare la scadenza delle concessioni? “Nonostante sia stata messa da tempo in agenda, la riforma del gioco terrestre richiede tempi lunghi – spiegano ancora dalla redazione di Gaming Report ai nostri microfoni – che rischiano di diventare addirittura lunghissimi viste le divergenze tra le richieste degli enti locali e le proposte del governo. Siamo quindi in una fase di stallo, soprattutto per quanto riguarda due temi: i luoghi sensibili e il distanziometro, da sempre al centro del dibattito tra Stato e gambling”.
Non solo gioco terrestre, nella Manovra di Bilancio sono contenute novità anche per quanto riguarda il gioco online, soprattutto per quanto riguarda lo slittamento del bando per le nuove concessioni. “Fonti vicine al Governo fanno sapere che il bando sarebbe dovuto partire tra fine dicembre e inizio 2025, ma quasi sicuramente servirà qualche settimana in più – continuano gli esperti di Gaming Report – giustificata nel testo della Manovra come una “breve proroga tecnica per garantire continuità a mercato e all’Erario e consentire agli operatori le operazioni necessarie per l’adeguamento delle reti”.
Si andrà molto probabilmente incontro ad un emendamento ad hoc per la proroga, da inserire quindi nella legge della Manovra. Al cui interno, però, troviamo anche passaggi controversi, come il tanto discusso Articolo 66, quello che parla di prevenzione, cura e riabilitazione delle patologie da dipendenze. “Nella legge si prevede la sostituzione del Fondo e dell’Osservatorio nazionale per il contrasto al gioco patologico con un Fondo e un Osservatorio dedicati alle patologie da dipendenze tout court – concludono da Gaming Report – con conseguente abrogazione delle norme relative all’istituzione del Fondo da 50 milioni di euro presente nella legge di Stabilità del 2015”. Dal 2025, insomma, la spesa sarà più bassa, 44 milioni di euro, da ripartire tra gli enti locali in base a criteri scelti del Ministero della Salute.
“Un clamoroso autogol”, così lo hanno definito le associazioni che combattono il gioco d’azzardo patologico. Resta da capire adesso cosa vorrà fare il Governo, se modificare il testo della legge o andare avanti per la sua strada. Di certo la Manovra finirà per dividere ulteriormente l’opinione pubblica. E rischia di rallentare un settore la cui crescita è invece costante nel tempo.