AnzianiAnziani a Sesto San Giovanni - Milano, foto di MilanoToday

E’ vero che si vive più a lungo, ma quale è la qualità di questo protrarsi della vita degli anziani? La loro è una vita degna di questo nome? E’ questa la domanda che dovrebbero rivolgersi quei politici che vogliono mandare in pensione le persone a 67 anni e oltre.

Quella che è venuta davvero a mancare in questi ultimi anni ai nostri anziani, è la tranquillità. Le inquietudine per le vicissitudini dei figli, spesso in difficoltà economiche, le ansie e le paure per non riuscire ad andare avanti economicamente, per non potersi curare, per non poter andare, ad esempio, a farsi mettere a posto la bocca, pesano tantissimo sul benessere degli anziani.

Questa situazione di precarietà a cui si aggiunge una costante tensione per il terrorismo internazionale,  porta ad avere diversi disturbi nella sfera psicologica e nei ritmi del sonno, che danneggiamo molto la salute degli anziani. Accanto a tutto ciò ci sono le patologie pregresse che diventano di difficile cura per problemi economici.

Prendiamo, ad esempio, un intervento di cataratta: l’operazione è per ora a carico del SSN in base al reddito, ma i colliri che servono per la preparazione all’intervento e per il post intervento, costano moltissimo, si arriva a spendere oltre i 250 Euro e questo per un solo occhio. La domanda è, con una pensione al minimo è fattibile spendere questa cifra? La risposta è no.

Un capitolo importante è anche quello rappresentato dai disturbi osteoarticolari, spesso invalidanti, e poi dalle frequenti  malattie respiratorie come bronchiti croniche, enfisema o asma, dovute allo smog delle grandi città.

Il morbo di Alzheimer

Una patologia gravissima che colpisce sempre più spesso dai 65 anni in su (anche se si riscontrano casi di alzheimer precoce) è il morbo di Alzheimer. I numeri in Italia sono preoccupanti, oltre 600mila persone sono affette da questa malattia e per ora non esiste una vera e propria cura e nemmeno una assistenza domiciliare, le famiglie dei malati sono lasciate spesso sole.

Il servizio domiciliare di assistenza a questi malati e alle loro famiglie è inesistente e in più ora si tende a non dare più l’indennità di accompagnamento (che negli anni scorsi consentiva di avere un aiuto domestico) se la persona inferma non è allettata. Dire “sempre peggio” è un eufemismo.

Quando si legge che un importante azienda farmaceutica mondiale come la Pfizer , abbandona la ricerca sull’Alzheimer perchè “non ci crede più” dopo che ha guadagnato milioni se non miliardi con il Viagra, fa cadere veramente le braccia. Quello che viene da dire è che la malattia è grave e dilaga nel mondo, sono sicuri i signori della Pfizer di non dover mai pentirsi di questa ingenerosità? Nessuno è indenne dall’ Anzheimer.

Credete, non è vendetta, è giustizia!

Manuela Valletti

Di THEMILANER

foglio informativo indipendente dell'associazione MilanoMetropoli.org

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